La maledizione di Palazzo Marino

Nel 1500 Il Ducato di Milano aveva una capitale considerata la più ricca d'Italia e faceva gola a molte monarchie straniere. Dopo i francesi, infatti, arrivò la dominazione del ramo spagnolo degli Asburgo che conquistarono il ducato nella battaglia di Pavia (1535) ed entrarono vittoriosi in città sotto le insegne di Carlo V, l'imperatore "sul cui regno non tramonta mai il sole". Negli anni della dominazione spagnola, durata fino al 1713, si erano improvvisati banchieri intraprendenti che fornivano prestiti ingenti ai dominatori stranieri per foraggiare gli eserciti e mantenere alto il tenore di vita dei signori. Fra i banchieri più importanti che servirono gli Spagnoli, compare il nome del conte Tommaso Marino; arrogante e prepotente, grazie al potere del suo denaro, gli sembrava possibile ottenere tutto. Un giorno il conte, mentre camminava altezzoso per il centro della città, vide uscire dalla chiesa di San Fedele una ragazza bellissima. S'informò e venne a sapere che la ragazza si chiamava Ara, figlia di sua Eccellenza Cornaro, patrizio veneziano. Tommaso Marino chiese la mano della bellissima Ara, ma si sentì rispondere con un rifiuto. Il patrizio Veneziano non avrebbe mai concesso in sposa sua figlia a chi non le avesse offerto un alloggio degno dei palazzi della fastosa Venezia. Per questo motivo il banchiere fece costruire un palazzo insuperabile per lusso e splendore, come non se n'erano ancora visti in tutta Milano. Fu così che riuscì a sposare la bellissima Ara. Il Marino volle che la sfarzosa reggia sorgesse dove aveva incontrato per la prima volta la sua amata, di fianco alla chiesa, in Piazza San Fedele. Fu incaricato della costruzione del palazzo l'architetto Galeazzo Alessi e la prima pietra fu posta nel 1558. La tradizione popolare narra che Palazzo Marino crebbe sotto il peso di una maledizione, lanciatagli da un oscuro profeta: "Questa congerie di pietre, innalzata con il frutto di tante rapine, o cadrà in rovina, o sarà rubata da un altro ladrone, o brucerà". Le prime due profezie si avverarono: il palazzo cadde in rovina a causa della vita dispendiosa del Marino, che diede presto fondo all'ingente ricchezza accumulata, perdendo pure la fiducia del Governo e di altri facoltosi clienti; poi venne confiscato dagli Austriaci, che si aggiudicarono il dominio del Ducato di Milano nel 1706, durante la guerra di successione al trono spagnolo. Ora i milanesi attendono con paura l'avverarsi del terzo anatema.