I re Magi

I milanesi per secoli chiamarono i tre Re Magi Eleuterio, Rustico e Dionigio. La loro storia è avvolta nel mistero: si dice che probabilmente non fossero nemmeno re, ma solo degli uomini molto ricchi. Neppure si conosce da quale paese d'Oriente venissero esattamente; di sicuro morirono in Persia, martiri della fede e i loro corpi furono sepolti in un'unica tomba, all'inizio del IV secolo, a Costantinopoli. "Una leggenda racconta che le loro reliquie furono custodite nella basilica di Sant'Eustorgio dal IV al XII secolo. Le reliquie a S. Eustorgio Fu Eustorgio a riceverle in dono dall'imperatore Costantino nel 325, quando si recò nella capitale dell'impero d'Oriente per ricevere la consacrazione a Vescovo di Milano. Le spoglie furono trasportate fino a Milano in un sarcofago molto pesante, lo stesso che ancora oggi vediamo nella basilica di S. Eustorgio con la scritta "Sepulchrum Trium Magorum" . Quando i viandanti arrivarono in città, la fatica rese impossibile trasportare oltre Porta Ticinese il ponderoso sarcofago; allora Eustorgio, saggiamente, ordinò che in quel luogo venisse costruita la basilica dei Re Magi, dove vennero deposte le sacre reliquie. "Lì rimasero fino al XII secolo, finché non furono rubate. Era il giorno il 10 giugno 1164, dopo la famigerata distruzione della città ordinata da Federico Barbarossa. Le spoglie trafugate furono portate a Colonia e deposte con grande solennità in un'urna d'argento intarsiata, nella chiesa di San Pietro. Ma i Milanesi non si rassegnarono mai alla perdita del sacro tesoro, tanto più che consideravano le ossa dei Magi miracolose contro i mali e i sortilegi. Fu Ludovico il Moro a chiederne per primo la restituzione nel 1494, e coinvolse nell'impresa anche Papa Alessandro VI, senza però ottenere nulla; neppure re Filippo di Spagna, Pio IV, Gregorio XIII e Federico Borromeo riuscirono ad avere soddisfazione. "Solo il Cardinal Ferrari, nel 1903, riuscì ad ottenere in restituzione qualche ossicino, che tuttora è custodito dentro un piccolo scrigno, posto in una cavità della parete, sopra l'altare dei Magi nella basilica di S. Eustorgio.