La Malanotte

Una delle leggende legate al passaggio di Cesare nella nostra terra è quella cosiddetta della "Malanotte", una tremenda battaglia notturna tenutasi tra i romani seguaci del condottiero e quelli a lui nemici e avvenuta nella frazione cesenate di Calisese, vicino al famigerato fiume Urgòn. I due eserciti romani si scontrarono qui, nel terreno che divide la chiesa e la casa del popolo, in una notte tempestosa, dove l'urlo del vento si mescolava a quello della carneficina. Si narra che accanto a Cesare ci fosse un giovane e bellissimo capitano dai riccioli biondi e la corazza lucente. Combatté valorosamente ma cadde ferito a una gamba da un colpo di lancia. Cesare vinse anche quella tremenda battaglia e accecato dalla furia inseguì i suoi nemici in fuga, dimenticandosi di tutti i suoi caduti sulle rive dell'Urgòn. Centinaia di soldati morti, moribondi o solo feriti e languenti. Tra questi feriti abbandonati al loro destino c'era il giovane capitano che rimase, unico superstite, per tre notti agonizzante sulle rive del fiume e in balia dei lupi famelici, accorsi davanti a quell'enorme e prelibato banchetto di carne umana. Il giovane romano si difese dai predatori come poté con la sua spada e riuscì a resistere dissetandosi con l'acqua del fiume, ma con la notte giungeva la disperazione e invocava sovente il nome della madre. L'urlo si diffuse per tutta la valle, ma nessuno sembrò accorgersi di lui. Finalmente, dopo tre lunghe notti passate all'addiaccio, quelli di Montiano lo udirono e discesero nella valle per vedere di che si trattava. Lo trovarono morente. Davanti a quel penoso spettacolo di morte, mossero a compassione e decisero di seppellire la salma del giovane spirato sotto ai loro occhi. Misero il corpo in un sarcofago di pietra e lo seppellirono nel vicino podere di Bruchet. Agli inizi del nostro secolo, un contadino chiamato Melotte mentre arava quel podere scoprì la tomba. Convinto di trovare qualcosa di prezioso, chiamò i suoi fratelli e in gran segreto, di notte, andarono a tirare fuori il misterioso sarcofago. Spaccarono il coperchio a mazzate e una volta tolto... ebbero una brutta sorpresa! Invece del tesoro sperato trovarono solo un mucchietto di ossa coperte da alcuni stracci e grosse ciocche di capelli biondo grano. Quale delusione per quei poveri contadini desiderosi d'arricchirsi. Uno di loro pensò di utilizzare quelle pietre rimediate dai pezzi del coperchio per farsi l'acciottolato sotto il portico di casa, ma ahimé sventurato! Quella mossa gli costò parecchio perché da quel giorno la sua casa non ebbe più pace. Aveva disturbato il sonno eterno del biondo capitano romano e tutti gli spiriti dei morti in quella maledetta notte lo tormentarono finché non rimise le pietre nella loro sede naturale. Tutto tornò alla normalità, la tomba venne ricomposta e consegnata alle autorità e le anime di tutti i soldati morti nella valle dell'Urgòn se ne dovettero andare senza neanche poter raccogliere le proprie povere ossa che giacciono ancora là, sparse in quella terra di Calisese.