Il Cipresso… e altre storie

Si narra che quando San Francesco d'Assisi venne dalle nostre parti, si fermò per un po' di tempo nella Val Marecchia, dove lasciò una tangibile impronta del suo passaggio. Dapprima fu ospite della famiglia Leonardi a Vergiano; qui fu trattato con grande gentilezza e generosità e al momento di andarsene, il santo promise loro che non gli sarebbe mai mancato il necessario. Difatti, da allora questa famiglia è sempre stata benestante, non ha mai avuto né troppo, né troppo poco, proprio come predisse il loro celebre ospite. Partito da Vergiano con una rama di cipresso donatagli dai Leonardi, San Francesco giunse a Villa Verucchio nel 1215, vi fondò un convento e nel suo chiostro piantò quel ramo che crebbe e divenne l'enorme e centenario cipresso che tutt'oggi possiamo ammirare. Questo maestoso albero è stato più volte oggetto di studio da parte di botanici per le sue dimensioni e la longevità, caratteristiche fuori dal comune... ma poteva essere diversamente per un albero piantato da un santo? Tempo fa, il cipresso di San Francesco venne colpito da un fulmine spaventoso che lo spaccò in due, ma non riuscì a distruggerlo. Ancora oggi si erge fiero e imponente e per tutti i secoli a venire, si spera, il cipresso rimarrà là, a testimoniare il miracolo della vita, emblematico custode del Cantico delle Creature. Si dice anche che Francesco, mentre cercava di pregare nella sua cella al convento, veniva continuamente disturbato da un branco di passerotti cinguettanti, finché persa la pazienza intimò loro di andarsene e non tornare più ad arrecargli disturbo. Detto, fatto, da allora gli uccelli non si sono più visti in quel luogo. Dove ieri vi era la cella del santo, oggi si può trovare la cappella a lui dedicata e costruita nel nostro secolo. Questo convento rimane il più antico esistente in tutta la Provincia Francescana dell'Emilia-Romagna. La chiesa di S. Croce venne annessa al convento nel '400 ma in alcune parti conserva resti più antichi, come il portale gotico e un affresco della nota Scuola Riminese del Trecento. Tra l'interno della chiesa, il sagrato e il chiostro, vi furono sepolti personaggi illustri, appartenuti alla nostra storia locale come Malatesta da Verucchio 'il centenario' e altri Malatesta del ramo di Sogliano, Zenobio de' Medici conte di Verucchio e Scorticata, oggi conosciuta con il nome di Torriana.