Cesarein e l'antico romano

Narrano le vecchie mura di una casa nei pressi di San Giovanni in Galilea, di un tempo lontano e di una strana leggenda che vede protagonisti, o per meglio dire antagonisti, un vecchio e irascibile patriarca romagnolo e niente-poco-di-meno-che un antico legionario romano, spuntato fuori da... un muro. Erano gli anni successivi alla Prima Guerra, Cesarino Casalini, per tutti 'Cesarein', sempre ubriaco e intrattabile, con la pipa in bocca, il cappellaccio sbilenco e un'ipotetica frusta in mano, faceva vivere nella soggezione e nella deferenza più complete tutti i componenti della sua numerosa famiglia contadina. Egli, come un signorotto feudale d'altri tempi, si riteneva in diritto di decidere il bello e il cattivo tempo sugli abitanti della sua casa, addirittura vantava il privilegio dello "jus primae noctis"- il diritto di passare la prima notte, con tutte le donne della sua famiglia. Poveri Casalini, vivevano nell'ombra e nel terrore di Cesarein e tirava sempre una brutta aria se Cesarein non veniva ciecamente riverito e ubbidito. Un bel giorno però, le cose cambiarono in quella casa. Tutto avvenne a causa di un evento straordinario e improvviso. Verso la fine degli anni venti, in occasione di un matrimonio in famiglia, vennero iniziati dei lavori di ampliamento della casa e buttando giù un vecchio muro, venne alla luce uno strano ritrovamento. Incassato dentro questo muro, trovarono una specie di vaso di vetro con coperchio in cui dentro vi erano dei resti probabilmente umani di ossa sbriciolate. Non fu difficile anche per quella gente, arrivare a pensare a una sepoltura a incinerazione e l'urna cineraria fu tolta dalla sua sede naturale e conservata in uno scaffale nella stessa stanza ma ... da quel giorno in quella casa iniziarono a manifestarsi strani e incomprensibili fenomeni paranormali. Un antico legionario romano appariva all'improvviso in quella e altre stanze, a turno agli abitanti di quella dimora, lasciandoli increduli e spaventati. Tutti meno lui, il terribile Cesarein. Oltre alle impressionanti apparizioni, si manifestavano i tipici eventi che seguono sempre la messa in scena di un fantasma, quali rumori, spostamenti di mobili e così via; ma tutto questo non bastava a impaurire il temibile vecchio che continuava a vivere e comandare nella sua casa e naturalmente, a bestemmiare imperterrito. Non erano dello stesso avviso però, quelli che uscendo di casa si vedevano venire incontro un grosso cane nero che più si avvicinava più ingrandiva, fino a sparire nel momento del terrificante incontro o nel bel mezzo delle loro faccende quotidiane si ritrovavano a tu per tu con lo spettrale antico romano. Alcuni iniziarono ad abbandonare la casa stanchi di quell'inferno, ma il capofamiglia non faceva una piega, anzi diventava sempre più cattivo e inavvicinabile, nonostante il fantasma lo avesse visto con i suoi occhi, perché aveva iniziato a tormentarlo senza pietà; proprio come lui faceva con i suoi simili. La notte per Cesarein era diventata un vero tormento, il romano lo teneva sveglio infliggendogli ogni supplizio possibile: gli tirava i piedi e le coperte, lo graffiava, lo feriva con la sua spada, ma il cuore di pietra non manifestava nessun cedimento. Fino a ché, in quella casa rimase solo lui alle prese con il suo indesiderato coinquilino. Fantasma o no, quei poveracci avevano avuto la scusa per andarsene, finalmente. Qualche anima buona pensò di far intervenire un sacerdote a benedire quella casa infestata da inquietanti presenze (forse riferito non solo allo spettro). Quando il prete mise piede sull'uscio della casa stregata e iniziò a benedire, in quell'ambiente si scatenò come una furiosa tempesta, pareva di venire risucchiati verso le profondità dell'inferno... poi così improvvisamente come era iniziato il fenomeno cessò. Tornò la quiete dopo la tempesta, e si acquietò un poco anche il terribile Cesarein a cui, oramai, era rimasta come consolazione solo la bestemmia in quella casa desolata dove non era rimasto più nessun parente da vessare, solo la moglie a fargli compagnia.