L'amante del brigante fantasma.
Nel rione "Stella", di Catanzaro (Largo Ferragina), esistono dei
cunicoli sotterranei che attraversano il sottosuolo fino ad un'altra zona della
città (Via Carlo V) la quale, alla fine dell'800, ne segnava la periferia. Questi
cunicoli erano usati come passaggi segreti dai briganti, i quali ne usufruivano
come via di fuga o di accesso alla città. Agli inizi del '900 dai cunicoli furono
ricavate delle abitazioni chiamate "bassi" dove vivevano, arrangiandosi, le
famiglie più povere. In uno di questi viveva una vedova con figli che, pare,
avendo visto, una notte un bell'uomo, vestito con abiti inequivocabilmente da
bandito, sebbene meravigliata da quello strano abbigliamento, intrecciò una
relazione con lui. Alle domande della donna egli rispondeva di essere vissuto
da brigante, di essere stato ucciso lì vicino e di avere nascosto in quel luogo
il suo tesoro, che costantemente tornava a controllare. Il fantasma con la promessa
di farne, prima o poi, dono alla donna, la convinse a giacere con lui, ma spariva
puntualmente dopo la mezzanotte. Anche i figli, a turno, videro il losco figuro,
ma ne erano così spaventati da non osare rivolgergli la parola. Giustamente
si può pensare che lo spettro non fosse altro che un furbo soggetto il quale,
coperto da uno scuro mantello per non dare nell'occhio, alimentasse l'idea di
essere un fantasma per non far scoprire la tresca con la vedova. Ma, a parte
il fatto che, finché egli la frequentò, la famiglia non ebbe problemi a sfamarsi,
il brigante aveva posto una condizione alla donna: non dire mai chi lui fosse
realmente. Un giorno, però, il più grande dei figli chiese spiegazioni alla
madre e minacciò di ucciderle l'amante, poiché non sopportava la vergogna di
quella situazione. La donna, solo allora gli spiegò la verità, naturalmente
senza essere creduta. La notte apparve la minacciosa figura del brigante che
si rivolse direttamente al figlio della donna dicendo: "Tu ora conosci la mia
storia. Vieni con me, ti farò vedere il tesoro". Alla luce di una torcia, egli
guidò madre e figlio, poco lontano dal luogo dove essi abitavano e, giunti in
un punto preciso del cunicolo disse al ragazzo: "Scava qui e lo troverai". Il
giovane si affrettò a fare ciò che il brigante gli aveva detto e trovò un forziere.
Apertolo, vide che era ricolmo di monete d'oro. Ma, a quel punto, nel buio echeggiò
una risata diabolica e la voce tenebrosa del fantasma urlò: "Quello che avete
visto è ciò che non avrete mai! Come, del resto, io sono morto dannato per non
averlo potuto portare con me!". Lo spettro scomparve all'improvviso e, contemporaneamente,
la torcia si spense. I due, terrorizzati, rimasero al buio. L'indomani tornarono
sul luogo a cercare, ritrovarono il posto dello scavo, ma del forziere nessuna
traccia. Da quel giorno in poi il fantasma-amante non comparve più, ma la notte
terrorizzava gli abitanti con continui rumori e lugubri lamenti, finché tutta
la famiglia fu costretta a lasciare il "basso" per trasferirsi in un altro quartiere.
Story by LUX (Catanzaro City).