"Il Castello dei briganti" e lo scheletro del gigante.
Il Signor Santo Torquato, nato e vissuto in Contrada Barone, Catanzaro
Lido, mi ha raccontato personalmente un episodio sconcertante avvenuto circa
cinque anni fa (1996) a lui e ad i suoi fratelli: Salvatore e Antonio. Salvatore,
per molte notti, fu tormentato da un sogno ricorrente nel quale gli appariva
un uomo che insisteva nel dirgli: "Vai al castello dei briganti e scava, sotto
la scala che porta al secondo piano, una fossa profonda quattro metri e mezzo.
Mi trovo là sotto. Nella mia bara troverai il tesoro. Ma attento a rispettare
la mezzanotte, altrimenti, ti apparirà la figura di un uomo, che controlla il
posto, e non troverai più nulla". Il povero Salvatore non riusciva più a dormire,
era disperato. Allora, i fratelli, procurati gli strumenti necessari allo scavo,
una notte, verso le 23.00, partirono, insieme ad altre persone, verso il posto
indicato. "Il Castello dei briganti" (così chiamato perché covo dei briganti
e luogo preferito di ritrovo dei malviventi della zona all'epoca del brigantaggio)
si trova su una collinetta in Contrada Barone, Catanzaro Lido. Non è un castello
vero e proprio, ma una grande costruzione a due piani, ormai diroccata, degli
inizi dell'Ottocento. Ma torniamo al racconto. Arrivati sul luogo indicato,
gli uomini cominciarono a scavare, sotto una pioggia incessante, che però non
li fece desistere dall'intento. Terminata l'opera (era ormai l'una di notte),
trovarono una cassa, lunga circa tre metri e mezzo, la scoperchiarono e videro
un'infinità di serpenti aggrovigliati che si agitavano intorno e dentro grandi
vasi di terracotta. Sul fondo uno scheletro gigantesco di circa tre metri d'altezza!
Fra i serpenti ne campeggiava uno enorme e, il fatto strano, era che, siccome
gli uomini intorno alla fossa erano pronti per difendersi a colpire i serpenti
con le loro pale, il rettile si sollevava per aggredire ogni volta che le pale
venivano sollevate e si abbassava ogni volta che le stesse venivano abbassate.
La visione di tutto ciò era realmente terrificante. Trovato il coraggio, però,
gli uomini cominciarono a colpire i serpenti ed uno di loro riuscì ad uccidere
proprio il più grande, mozzandogli la testa dalla quale uscì tanto di quel sangue
da riempire la bara, dopodiché i serpenti sparirono. Ad un certo punto i presenti
furono attratti da una figura che apparve da dietro un cespuglio. Era un uomo
coperto da un mantello nero. La figura venne avanti verso gli uomini e i tre
fratelli lo poterono riconoscere: era un loro zio, morto molti anni prima, il
quale, ad un tratto, parlò e disse: "Andate via da qui. Ormai non troverete
più nulla perché siete venuti in troppi e quel demonio non ha voluto che voi
aveste il tesoro".Detto questo scomparve! I fratelli non potevano far altro
che tornare a casa, ma prima raccolsero le ossa dello scheletro ritrovato e
notarono che, a parte l'evidente gigantismo, il teschio, di sproporzionate dimensioni,
presentava una ferita sul lato destro, provocata da una punta di lancia in ferro,
che ancora vi era conficcata (la presenza di questo scheletro di proporzioni
giganti, è confortata dal ritrovamento degli "scheletri dei giganti" ritrovati
a Curinga, vicino Maida (CZ), spiegabile scientificamente con l'anomalia endocrina
detta acromegalia). Di questo episodio vi sono i testimoni oculari, pronti a
confermare l'accaduto e ancora oggi esiste sul posto la fossa scavata quella
notte, che non è stata ancora riempita. Il posto è conosciuto da tutti gli abitanti
della zona poiché si racconta da sempre che accadono fatti avvolti dal mistero.
Pare che, andarci di notte, costituisca una prova di coraggio per chiunque voglia
dimostrare di non aver paura. Chi c'è stato racconta che si sentono chiaramente
urla e imprecazioni di uomini che lottano e che, molto chiaramente, si oda il
clangore delle spade. Una ventina d'anni fa, fu eretta sul posto, proprio in
cima alla collina, una grande croce che, anche se ufficialmente pare serva da
riferimento ai naviganti, serviva più che altro ad esorcizzare il luogo. Story
by Luciana Loprete