Foglio di informazione, libertà di espressione, cultura.
Spazio dedicato ai cittadini del Comune di Sellero per comunicare pubblicamente le proprie idee.

Elezioni Regionali 2005
Rassegna Stampa

QUELLI CHE NON TRADISCONO

 

GIANLUIGI PARAGONE

Che ci volete fare, Bossi li ha cresciuti così i suoi ragazzi. Presenti sul territorio, sempre in prima linea a difesa della gente che lavora, a sostegno delle imprese e del sistema economico tutto. Innamorati del federalismo e della politica. Li ha cresciuti genuini.
È la solita Lega, non c’è niente da fare... e questa Lega, consegna a Berlusconi e alla Casa delle Libertà le vittorie in Lombardia e nel Veneto. Abbiamo fatto l’impossibile per confermare anche Ghigo in Piemonte. È la solita Lega... quella che non molla, quella che non tradisce. Quella che gli altri (e non sono pochi) per tanto tempo hanno ridotto a mera forza che ricattava di qua, ricattava di là. E invece la lealtà del Carroccio non soltanto torna utile alla CdL, ma è stata premiata dall’elettorato che ha apprezzato le battaglie forti anche su temi difficili come quello dei dazi, sulla difesa delle nostre banche e su un fisco che non sia solo a misura di Lotito e della sua Lazio. Una Lega sempre ferma anche sul versante delle infrastrutture a costo di mettere in forse della realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Questo era quello che ci veniva richiesto, e questo è quello che diamo.
L’augurio comune è che di questa Lega (...la solita Lega) tutti gli alleati sappiano far tesoro. Ciò detto, guardiamo un po’ che cosa accade nel centrosinistra.
La sinistra alza le braccia in segno di vittoria e numericamente ci può stare. Ma quante sinistre ci sono dentro questo 11 a 2? C’è la sinistra comunista di Vendola e la sinistra di Mercedes Bresso, passando per l’Unione di Agazio Loiero e quella di Martini che in Toscana si presenta persino contro Rifondazione Comunista. Se dunque mettiamo in controluce questo risultato, notiamo fin da subito le diversità anche programmatiche oltre che di identità; quelle stesse diversità per cui a Venezia l’Unione si era spaccata tra Casson e Cacciari. Vedremo quando si tratterà di arrivare ad un programma di governo come coesisteranno le politiche del Welfare o quelle sull’industria di Rifondazione e Margherita.

[La Padania 05/04/2005]

 

 

LA LEGA. Il Senatur: «Mi dispiace per i miei soci ma il Carroccio è forte»
E Bossi rilancia sul federalismo

 

 

Milano. Ha passato la giornata al telefono, Umberto Bossi, tra un esercizio e l’altro del suo programma settimanale di fisioterapia, prima con i dirigenti del movimento per avere aggiornamenti dalle sezioni e alla fine con Silvio Berlusconi, con il quale ha parlato in serata.
Poi, vincendo la sua antica e naturale prudenza, quando si tratta di commentare dati parziali, Bossi ha accettato di parlare del risultato che si sta delineando per la Lega. E lo ha fatto in maniera decisa e soddisfatta, con una punta della sua maliziosa ironia: «Mi spiace per i miei soci, ma che la Lega fosse forte lo sappiamo tutti, specialmente in Lombardia e Veneto». E poi lo slogan che gli esce a piena voce: «Siamo forti, siamo un partito popolare vero!».
In via Bellerio a Milano, sede federale della Lega, ieri c’erano i Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, Roberto Maroni, ministro del Lavoro e Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega Lombarda. Attaccati al televisore e ai telefoni, in contatto con gli uomini del Carroccio sul territorio, per seguire minuto per minuto gli eventi. Poi, quando i primi dati hanno preso consistenza, Calderoli ha fatto la prima analisi davanti ai taccuini e alle telecamere. «I dati in nostro possesso indicano un’avanzata rispetto alle europee e alle politiche, quindi mi sembra che si possa dire che per noi si delinea un successo», ha esordito, «Certo mi rammarico pensando a quale sarebbe stato il risultato se Bossi avesse potuto fare una campagna come quella cui eravamo abituati, paese per paese, sera dopo sera. Ma per le politiche è già pronto e determinato».
E poi il discorso sulle riforme: «Pur con le cautele del caso», ha spiegato il ministro delle Riforme, «credo che la timidezza riformista della coalizione abbia pesato negativamente, così come una certa litigiosità. Ora con quello che sembra un nuovo slancio riformista penso che le cose possano cambiare. Insomma, il messaggio che mi sembra uscire per il Governo è: meno parole e più fatti».
Intanto Giorgetti, alle prese con i numeri della Lombardia, sezione per sezione, rompeva il suo proverbiale silenzio per affermare perentorio: «Posso dire solo una cosa: la Lega non tradisce!».
Sul discorso delle riforme insiste Bossi: «Altro che chiacchiere! Tutti i Paesi, per evitare il nazionalismo e i problemi che esso comporta, vanno verso il federalismo, si guardi ad esempio l’Inghilterra. Noi non possiamo certo essere fuori dal mondo! Questo Governo è nato proprio per fare la riforma, quello è il patto fondante».
Poi spiega il risultato della Casa delle libertà anche con due assenze dalla campagna elettorale, la sua e quella di Berlusconi: «Berlusconi non ha fatto la campagna elettorale per le regionali e io, come sapete, non ho potuto andare in giro come avrei voluto. Se ci fossimo stati tutti e due...».

[Bresciaoggi 05/04/2005]

 

 

La Lega Lombarda esulta: ripresa dei voti dopo le provinciali. E la guerra delle preferenze ha fatto aumentare i voti individuali e di partito
Cè: «Noi determinanti per Formigoni»
Il capogruppo a Montecitorio verso la Sanità. Exploit di Rizzi, Moretti e Ventura

 

 

La Lega è in ripresa, i voti del Carroccio sono più che mai determinanti per il successo della Casa delle libertà e per la tenuta della giunta-Formigoni. Non solo: la guerra interna delle preferenze ha portato una messe di consensi individuali prima sconosciuta nel partito: la capolista Monica Rizzi (a tre quarti dello scrutinio) supera abbondantemente le diecimila preferenze, ma anche il secondo Enio Moretti e il terzo Giovanni Ventura (entrambi provvisori), superano le quattromila preferenze.
Ce n’è a sufficienza perchè l’onorevole Alessandro Cè affermi a chiare lettere: «Il voto assegna alla Lega un ruolo importante e la Lega vuole avere un ruolo importante nella giunta Fomrinogi. Formigoni sappia che la Lega è determinante, e dunque vuole avere voce nelle competenze che la devolution assegna in via esclusiva alle Regioni: sanità, istruzione, polizia regionale».
Il risultato lombardo incoraggia la Lega: «La Lombardia non è stata coinvolta in una situazione generale che ha visto la Casa delle libertà in difficoltà. Noi non paghiamo la disaffezione che altrove s’è sentita». E i tonfi della Cdl altrove? «In futuro bisogna accelerare sul fronte delle riforme e poi il governo deve essere più attento al dato economico, al potere d’acquisto di salari e pensioni».
Un’analisi non dissimile da quella del sottosegretario Daniele Molgora: «C’è un rafforzamento della Lega, a dimostrazione che le nostre battaglie sono ritenute giuste. Senza questo rafforzamento la coalizione avrebbe perso di più, e le Regioni dove la coalizione vince sono quelle in cui la Lega è più forte e sa interpretare le attese dei settori produttivi».
Da esponente di governo, Molgora non può sottrarsi però a un considerazione sul significato politico del voto di domenica e lunedì: «La debolezza della coalizione - dice - sta nel non aver tenuto fede ad alcuni impegni su questioni vitali. Sull’immigrazione extracomunitaria la legge c’è, ma va fatta funzionare a dovere. Ne deriva un problema di sicurezza così come sono da completare gli interventi in economia a difesa dei nostri settori industriali».
Molgora è soddisfatto anche dell’esito della Lega in Regione: «Certi picchi di voti come nel 2000 sono difficili da ripetere. Lo stesso Formigoni perde 5 punti percentuali ma quando resti abbondantemente sopra la maggioranza assoluta vuol dire che gli elettori premiano il tuo lavoro». Buono anche l’esito provinciale del Carroccio: «È confermato il nostro recupero - osserva Molgora - il voto premia una politica che noi portiamo nel governo. La giunta regionale? È importante, a questo punto, che la Lega sia protagonista nelle materie relative alla devoluzione».
Anche Massimo Gelmini, vicepresidente leghista in Broletto e fresco dell’assegnazione dell’assessorato alla Cultura da parte del presidente Cavalli, alla domanda se sia premiata la Lega di lotta o quella di governo, sorride: «È premiata la capacità della Lega di governare ma di portare avanti, al tempo stesso, importanti questioni concrete. Il dato bresciano è in linea con le europee, migliore rispetto al dato provinciale dove hanno fatto sentire il loro peso le liste di disturbo». Guardando alle preferenze, Gelmini osserva che «è stato premiato il lavoro sul territorio. Si è trattato di una competizione salutare, che ha contribuito a portare il partito nel suo insieme a percentuali importanti».
E veniamo ai candidati. Euforica, legittimamente, Monica Rizzi, la capolista che - mancando un terzo dello spoglio - aveva già superato le 10mila preferenze: «La gente della Lega ha stra-premiato chi lavora da 15 anni sul territorio e viene scelto da Bossi. I due consiglieri regionali eletti l’altra volta, insieme, non arrivarono al numero di preferenze che ho io da sola a spoglio non finito. E ci tengo a sottolineare che 254 elettori hanno scritto, sbagliando, il mio nome accanto al simbolo della Lega padana. Ho preso più voti io in casa loro della loro candidata». La Rizzi è stata anche commissaria provinciale del partito e considera positivo il risultato: «Abbiamo recuperato rispetto alle provinciali, anche se dobbiamo ancora lavorare sul territorio. Comunque Bossi voleva i giovani e io che sono la più giovane della Lega ho ottenuto un bel risutlato». Più cauto, ma tuttavia soddisfatto, anche Enio Moretti, il secondo dei candidati per numero di preferenze (anche se Giovanni Ventura, alle sue spalle, ha avuto un bel risultato personale), che per festeggiare attende il risultato definitivo. La Franciacorta, il collegio di Daniele Molgora, si conferma zona forte per la Lega. «A Brescia - osserva Moretti - abbiamo lavorato bene sul territorio e il lavoro ci ha premiati. Se sarò eletto dovrò lasciare l’assessorato di Chiari, che è incompatibile. Ma ho anche già annunciato che rinuncerò pure al posto di consigliere in Provincia. Al mio posto rientrerebbe Renato Manenti, vicesindaco di Cortefranca».
Il voto dà motivi di soddisfazione anche a Fabio Rolfi, giovane segretario cittadino: «Il dato è molto buono, conferma un trend di crescita migliore rispetto alla provincia. È un premio al lavoro fatto sul territorio».
Massimo Tedeschi
[Bresciaoggi 05/04/2005]

 

 

 

 

Pagina Precedente


| ©2005 L'Informatore Leghista - e-mail: leganord.sellero@libero.it - Fax: 02.700449839 oppure 0364.2631196 - Segreteria telefonica: 02.303124599