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La Lega è in ripresa, i voti del Carroccio sono più che mai determinanti per il successo della Casa delle libertà e per la tenuta della giunta-Formigoni. Non solo: la guerra interna delle preferenze ha portato una messe di consensi individuali prima sconosciuta nel partito: la capolista Monica Rizzi (a tre quarti dello scrutinio) supera abbondantemente le diecimila preferenze, ma anche il secondo Enio Moretti e il terzo Giovanni Ventura (entrambi provvisori), superano le quattromila preferenze.
Ce n’è a sufficienza perchè l’onorevole Alessandro Cè affermi a chiare lettere: «Il voto assegna alla Lega un ruolo importante e la Lega vuole avere un ruolo importante nella giunta Fomrinogi. Formigoni sappia che la Lega è determinante, e dunque vuole avere voce nelle competenze che la devolution assegna in via esclusiva alle Regioni: sanità, istruzione, polizia regionale».
Il risultato lombardo incoraggia la Lega: «La Lombardia non è stata coinvolta in una situazione generale che ha visto la Casa delle libertà in difficoltà. Noi non paghiamo la disaffezione che altrove s’è sentita». E i tonfi della Cdl altrove? «In futuro bisogna accelerare sul fronte delle riforme e poi il governo deve essere più attento al dato economico, al potere d’acquisto di salari e pensioni».
Un’analisi non dissimile da quella del sottosegretario Daniele Molgora: «C’è un rafforzamento della Lega, a dimostrazione che le nostre battaglie sono ritenute giuste. Senza questo rafforzamento la coalizione avrebbe perso di più, e le Regioni dove la coalizione vince sono quelle in cui la Lega è più forte e sa interpretare le attese dei settori produttivi».
Da esponente di governo, Molgora non può sottrarsi però a un considerazione sul significato politico del voto di domenica e lunedì: «La debolezza della coalizione - dice - sta nel non aver tenuto fede ad alcuni impegni su questioni vitali. Sull’immigrazione extracomunitaria la legge c’è, ma va fatta funzionare a dovere. Ne deriva un problema di sicurezza così come sono da completare gli interventi in economia a difesa dei nostri settori industriali».
Molgora è soddisfatto anche dell’esito della Lega in Regione: «Certi picchi di voti come nel 2000 sono difficili da ripetere. Lo stesso Formigoni perde 5 punti percentuali ma quando resti abbondantemente sopra la maggioranza assoluta vuol dire che gli elettori premiano il tuo lavoro». Buono anche l’esito provinciale del Carroccio: «È confermato il nostro recupero - osserva Molgora - il voto premia una politica che noi portiamo nel governo. La giunta regionale? È importante, a questo punto, che la Lega sia protagonista nelle materie relative alla devoluzione».
Anche Massimo Gelmini, vicepresidente leghista in Broletto e fresco dell’assegnazione dell’assessorato alla Cultura da parte del presidente Cavalli, alla domanda se sia premiata la Lega di lotta o quella di governo, sorride: «È premiata la capacità della Lega di governare ma di portare avanti, al tempo stesso, importanti questioni concrete. Il dato bresciano è in linea con le europee, migliore rispetto al dato provinciale dove hanno fatto sentire il loro peso le liste di disturbo». Guardando alle preferenze, Gelmini osserva che «è stato premiato il lavoro sul territorio. Si è trattato di una competizione salutare, che ha contribuito a portare il partito nel suo insieme a percentuali importanti».
E veniamo ai candidati. Euforica, legittimamente, Monica Rizzi, la capolista che - mancando un terzo dello spoglio - aveva già superato le 10mila preferenze: «La gente della Lega ha stra-premiato chi lavora da 15 anni sul territorio e viene scelto da Bossi. I due consiglieri regionali eletti l’altra volta, insieme, non arrivarono al numero di preferenze che ho io da sola a spoglio non finito. E ci tengo a sottolineare che 254 elettori hanno scritto, sbagliando, il mio nome accanto al simbolo della Lega padana. Ho preso più voti io in casa loro della loro candidata». La Rizzi è stata anche commissaria provinciale del partito e considera positivo il risultato: «Abbiamo recuperato rispetto alle provinciali, anche se dobbiamo ancora lavorare sul territorio. Comunque Bossi voleva i giovani e io che sono la più giovane della Lega ho ottenuto un bel risutlato». Più cauto, ma tuttavia soddisfatto, anche Enio Moretti, il secondo dei candidati per numero di preferenze (anche se Giovanni Ventura, alle sue spalle, ha avuto un bel risultato personale), che per festeggiare attende il risultato definitivo. La Franciacorta, il collegio di Daniele Molgora, si conferma zona forte per la Lega. «A Brescia - osserva Moretti - abbiamo lavorato bene sul territorio e il lavoro ci ha premiati. Se sarò eletto dovrò lasciare l’assessorato di Chiari, che è incompatibile. Ma ho anche già annunciato che rinuncerò pure al posto di consigliere in Provincia. Al mio posto rientrerebbe Renato Manenti, vicesindaco di Cortefranca».
Il voto dà motivi di soddisfazione anche a Fabio Rolfi, giovane segretario cittadino: «Il dato è molto buono, conferma un trend di crescita migliore rispetto alla provincia. È un premio al lavoro fatto sul territorio».
Massimo Tedeschi
[Bresciaoggi 05/04/2005] |