La chiesa bresciana vanta la presenza un po’ in ogni angolo di mondo di religiosi impegnati in interventi di missione: semplici sacerdoti, in qualche caso diventati vere «celebrità» per via delle capacità di assistenza senza confini, ma anche rappresentanti importanti della gerarchia ecclesiastica.
E’ il caso, questo, di Virginio Domingo Bressanelli, un religioso dell’ordine dei Dehoniani la cui famiglia, come «denuncia» chiaramente il cognome, è di origini camune.
Bressanelli, nato a Beravebù, in Argentina, il primo maggio del 1942, è appena stato nominato dalla Santa Sede vescovo della diocesi di Comodoro Rivadavia: una zona della Patagonia meridionale che si affaccia sulla costa dell’Atlantico, a non grande distanza da luoghi di grande bellezza naturalistica come la celebre penisola di Valdez.
Partiamo dalle origini bresciane del neo vescovo per spiegare che il padre, Domenico, era nato a Novelle di SELLERO, e che lo stesso Virginio è stato più volte in Valcamonica, ospite dei parenti e dei padri Dehoniani.
Il prelato ha anche studiato in Italia (a Trento, Monza e Roma), ed è stato ordinato sacerdote proprio nella capitale, nell’ormai lontano 17 dicembre del ’66.
E in Argentina? Dal 1983 al ’99 è stato superiore generale della Provincia argentina-uruguayana, per ricoprire successivamente l’incarico di superiore generale della Congregazione dehoniana per due mandati; fino al 2003.
Al termine di quest’ultimo incarico è stato per un anno in Spagna, per studiare i temi della formazione in vista del rientro alla consueta destinazione. Poi, dicevamo, la nomina a vescovo di una diocesi che conta 33 parrocchie e una novantina tra chiese e stazioni missionarie.