Domenica
8 agosto, nello splendido scenario di Santa Maria, Legambiente
ha organizzato una manifestazione di protesta contro
l’approdo
turistico, che dovrebbe essere costruito, nell’intenzione
dell’amministrazione comunale, a poche centinaia
di metri da questa spiaggia.
Tra
gli oltre centocinquanta che si sono ritrovati sulla battigia,
prevale il verde ed il giallo delle bandiere di Legambiente,
molti sono venuti con i figli, molti i giovani. Sono
rapresentate tutte le classi sociali e tutte le professioni,
tranne e balza subito agli occhi, gli imprenditori turistici.
Quando la Pietro Micca, scintillante vapore
ottocentesco di Goletta Verde, appare all'orizzonte, sono
in tanti a scendere tra gli ombrelloni tentando di coinvolgere
i perplessi bagnanti nella protesta.
La Goletta Verde sbarca sulla sottile sabbia di Santa Maria
alcune personalità politiche (riconosciamo il senatore
Nuccio Iovene, Ds, Matteo Malerba,
neo assessore all’Ambiente per Rifondazione Comunista,
Franco Saragò, capogruppo di Arcobaleno
al Comune). Mentre la Pietro Micca saluta con lunghi fischi
quanti dalla spiaggia la applaudono, ci avviciniamo a sentire
il parere dei presenti su questo approdo di cui tanto si parla.
Cominciamo con il senatore Iovene: «…
l’atteggiamento che si ha nei confronti dei nostri mari
e delle nostre coste è paragonabile a quello che avrebbero
gli arabi appiccando il fuoco ai loro pozzi di petrolio. Questa
proliferazione di porti e approdi è assolutamente miope.
Basta vedere oggi, in pieno agosto, quanti sono gli appartamenti
sfitti a Santa Maria di Ricadi». Matteo Malerba: «… totale dissenso,
anche perché qui non si tratta solo di difendere le bellezze
naturali, ma un vero e proprio patrimonio dell’umanità». Pino Paolillo, segretario Regionale del WWF:
«… anzitutto mi auguro che non si costruisca mai
questo approdo! Non posso fare altro che condividere quelle
che sono le preoccupazioni dei turisti, che spendono soldi per
venire in Calabria, sopportando disagi spesso incredibili. Per
rispetto a loro non si deve neanche pensare a distruggere una
costa così». Lidia Liotta, presidente regionale di Legambiente:
«… siamo qui perché contrari a quest’ennesima
pazzia che si sta compiendo in Calabria. Questo purtroppo non
è l’unico progetto del genere, ce ne sono tanti!
Stanno proliferando in maniera sconsiderata, sembra quasi che
ci sia una corsa tra le amministrazioni comunali ad ottenere
un porto. Nelle nostre coste ci sono fenomeni di erosione rilevantissimi
e le opere a mare favoriscono questi fenomeni. Bisogna essere
molto cauti». Franco Saragò, responsabile della sezione
ricadese di Legambiente e capogruppo della minoranza consiliare:
«… la nostra posizione è assai nota. Stiamo
facendo una battaglia di civiltà da quando l’amministrazione
comunale, con una delibera di giunta, ha scelto il sito per
la costruzione del porto (lo chiamo porto e non approdo per
l’ampiezza che lo stesso ha nei progetti dell’amministrazione).
Abbiamo più volte chiesto che si discutesse in consiglio
di questo progetto, ma l’amministrazione, evidentemente,
ha ritenuto di lavorare diversamente, per cui abbiamo deciso
di interessare l’opinione pubblica». Francesco Pantano, responsabile dei Verdi del
Comune di Ricadi: «… mi auguro che questa sciagurata
ipotesi sia scongiurata. Ancora di più se dovesse sorgere
nel posto indicato dall’amministrazione. Questo è
l’unico tratto di costa risparmiato da una scellerata
politica edilizia, auspichiamo si mantenga a lungo incontaminato». Alberto Fiorillo, portavoce di Legambiente:
«… un approdo qui è una follia ed un’idiozia.
Primo perché si tratta di un’opera che non ha alcuna
utilità per questo tratto di costa, visto che c’è
già il porto di Tropea; secondo motivo, questa è
una delle poche aree in questa costa ancora libere dal cemento
ed in questo comune, da quello che si vede, cemento se ne è
utilizzato parecchio; terzo motivo, questo tipo di strutture
non portano sviluppo e non arricchiscono nessuno, di certo non
la comunità». Lele Suppa, responsabile provinciale dei Verdi:
«… è un atto di pirateria su questo territorio,
che invece va tutelato come patrimonio dell’umanità.
Non è più accettabile continuare lo scempio di
questa costa con ulteriori cementificazioni. Anzi bisogna vere
il coraggio di abbattere tutti gli eventuali ecomostri che nel
corso degli anni sono stati realizzati».
Passiamo a sentire alcuni dei molti bagnanti che seguono con
interesse il dibattito; Nino Paparatto, ricadese
doc: «… credo che nel 2004 sia impensabile parlare
di porto a Santa Maria se prima non parliamo di erosione costiera,
di mare pulito. Per esempio Santa Maria da qualche anno è
diventata invivibile, non abbiamo una viabilità idonea
ed il mare è quotidianamente sporco. L’approdo
a Santa Maria sarà un disastro ambientale, un’ulteriore
offesa a quella che è stata indicata come tra le più
belle spiagge del Mediterraneo». Nicola, romano: «… vengo qui da
trentacinque anni e questo è il secondo anno in cui il
mare è praticamente impraticabile. L’anno scorso
siamo partiti da qui il 26 agosto protestando contro lo stato
del mare, siamo tornati qui a fine luglio, trovando lo schifo
che avevamo lasciato. A questo punto non so che benefici possa
comportare un approdo turistico». Alfredo, romano: «… non sono né
favorevole né contrario all’approdo, dico solo
che non riesco a capire quale sarebbe l’impatto positivo
di una struttura del genere in un tratto di costa così.
Chi viene qui una volta l’anno, mosso dall’amore
per questa terra, si rende conto che i problemi sono enormi,
ma solo ai nostri occhi, purtroppo non a quelli dei calabresi
che vivono qua. Questo mare non è più bello, non
è più pulito, checché ne dicano sedicenti
politici, non è più invitante, per colpa dei calabresi
che qui vivono e lavorano». Marianna, figlia di emigranti ricadesi in Argentina:
«… vengo qui da 50 anni, e credo che la costruzione
di questa struttura di cui si parla sia sbagliata. Qui, per
esempio, il depuratore non funziona, i collettori scaricano
a mare liquami, questo mare si sta degradando e sono pronta
a fornire le foto di quanto affermo. L’anno scorso non
ho potuto fare un bagno, quest’anno solo uno. Pensate
che un approdo turistico renderà il mare più pulito?»
A questo punto andiamo alla ricerca di qualcuno che ci possa
far sentire il suono dell’altra campana e dopo lunga ricerca
incrociamo, parecchio discosto dal gruppo, sotto l’ombra
di un grande eucalipto, Tommaso Pugliese, imprenditore
turistico, che si dice molto favorevole alla costruzione dell’approdo:
«… l’approdo è una occasione da non
perdere, possiamo discutere sul posto dove realizzarlo, ma bisogna
costruirlo e anche velocemente. Manifestazioni come questa di
stamattina sono solo strumentali e come tali vanno rigettate».
La sola considerazione che ci rimane da proporvi è la
evidente disparità di interessi che si evidenzia tra
cittadini ed imprenditori turistici. Sembra quasi che comuni
cittadini ed imprenditori si guardino in cagnesco, come se l’economia
di questo comune potesse fare a meno degli uni o degli altri…
Perché, chi può (o deve?) non coglie l’occasione
per spiegare agli uni ed agli altri che per costruire un ambiente
migliore e dare speranze di sviluppo vero e duraturo alla nostra
gente bisogna farlo assieme?
"Terra
Nostra" - www.terranostra.ca
Sito
ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata
800 X 600 pixel