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LE NOTIZIE
 
“Terra Nostra” – n° 6 - Agosto-Settembre 2004 – pag. 8

 

Goletta Verde a Santa Maria

 

Domenica 8 agosto, nello splendido scenario di Santa Maria, Legambiente ha organizzato una manifestazione di protesta contro l’approdo turistico, che dovrebbe essere costruito, nell’intenzione dell’amministrazione comunale, a poche centinaia di metri da questa spiaggia.
Tra gli oltre centocinquanta che si sono ritrovati sulla battigia, prevale il verde ed il giallo delle bandiere di Legambiente, molti sono venuti con i figli, molti i giovani. Sono rapresentate tutte le classi sociali e tutte le professioni, tranne e balza subito agli occhi, gli imprenditori turistici. Quando la Pietro Micca, scintillante vapore ottocentesco di Goletta Verde, appare all'orizzonte, sono in tanti a scendere tra gli ombrelloni tentando di coinvolgere i perplessi bagnanti nella protesta.
La "Pietro Micca" a Santa Maria

La Goletta Verde sbarca sulla sottile sabbia di Santa Maria alcune personalità politiche (riconosciamo il senatore Nuccio Iovene, Ds, Matteo Malerba, neo assessore all’Ambiente per Rifondazione Comunista, Franco Saragò, capogruppo di Arcobaleno al Comune). Mentre la Pietro Micca saluta con lunghi fischi quanti dalla spiaggia la applaudono, ci avviciniamo a sentire il parere dei presenti su questo approdo di cui tanto si parla.
Cominciamo con il senatore Iovene: «… l’atteggiamento che si ha nei confronti dei nostri mari e delle nostre coste è paragonabile a quello che avrebbero gli arabi appiccando il fuoco ai loro pozzi di petrolio. Questa proliferazione di porti e approdi è assolutamente miope. Basta vedere oggi, in pieno agosto, quanti sono gli appartamenti sfitti a Santa Maria di Ricadi».
Matteo Malerba: «… totale dissenso, anche perché qui non si tratta solo di difendere le bellezze naturali, ma un vero e proprio patrimonio dell’umanità».
Pino Paolillo, segretario Regionale del WWF: «… anzitutto mi auguro che non si costruisca mai questo approdo! Non posso fare altro che condividere quelle che sono le preoccupazioni dei turisti, che spendono soldi per venire in Calabria, sopportando disagi spesso incredibili. Per rispetto a loro non si deve neanche pensare a distruggere una costa così».
Lidia Liotta, presidente regionale di Legambiente: «… siamo qui perché contrari a quest’ennesima pazzia che si sta compiendo in Calabria. Questo purtroppo non è l’unico progetto del genere, ce ne sono tanti! Stanno proliferando in maniera sconsiderata, sembra quasi che ci sia una corsa tra le amministrazioni comunali ad ottenere un porto. Nelle nostre coste ci sono fenomeni di erosione rilevantissimi e le opere a mare favoriscono questi fenomeni. Bisogna essere molto cauti».
Franco Saragò, responsabile della sezione ricadese di Legambiente e capogruppo della minoranza consiliare: «… la nostra posizione è assai nota. Stiamo facendo una battaglia di civiltà da quando l’amministrazione comunale, con una delibera di giunta, ha scelto il sito per la costruzione del porto (lo chiamo porto e non approdo per l’ampiezza che lo stesso ha nei progetti dell’amministrazione). Abbiamo più volte chiesto che si discutesse in consiglio di questo progetto, ma l’amministrazione, evidentemente, ha ritenuto di lavorare diversamente, per cui abbiamo deciso di interessare l’opinione pubblica».
Francesco Pantano, responsabile dei Verdi del Comune di Ricadi: «… mi auguro che questa sciagurata ipotesi sia scongiurata. Ancora di più se dovesse sorgere nel posto indicato dall’amministrazione. Questo è l’unico tratto di costa risparmiato da una scellerata politica edilizia, auspichiamo si mantenga a lungo incontaminato».
Alberto Fiorillo, portavoce di Legambiente: «… un approdo qui è una follia ed un’idiozia. Primo perché si tratta di un’opera che non ha alcuna utilità per questo tratto di costa, visto che c’è già il porto di Tropea; secondo motivo, questa è una delle poche aree in questa costa ancora libere dal cemento ed in questo comune, da quello che si vede, cemento se ne è utilizzato parecchio; terzo motivo, questo tipo di strutture non portano sviluppo e non arricchiscono nessuno, di certo non la comunità».
Lele Suppa, responsabile provinciale dei Verdi: «… è un atto di pirateria su questo territorio, che invece va tutelato come patrimonio dell’umanità. Non è più accettabile continuare lo scempio di questa costa con ulteriori cementificazioni. Anzi bisogna vere il coraggio di abbattere tutti gli eventuali ecomostri che nel corso degli anni sono stati realizzati».
Passiamo a sentire alcuni dei molti bagnanti che seguono con interesse il dibattito; Nino Paparatto, ricadese doc: «… credo che nel 2004 sia impensabile parlare di porto a Santa Maria se prima non parliamo di erosione costiera, di mare pulito. Per esempio Santa Maria da qualche anno è diventata invivibile, non abbiamo una viabilità idonea ed il mare è quotidianamente sporco. L’approdo a Santa Maria sarà un disastro ambientale, un’ulteriore offesa a quella che è stata indicata come tra le più belle spiagge del Mediterraneo».
Nicola, romano: «… vengo qui da trentacinque anni e questo è il secondo anno in cui il mare è praticamente impraticabile. L’anno scorso siamo partiti da qui il 26 agosto protestando contro lo stato del mare, siamo tornati qui a fine luglio, trovando lo schifo che avevamo lasciato. A questo punto non so che benefici possa comportare un approdo turistico».
Alfredo, romano: «… non sono né favorevole né contrario all’approdo, dico solo che non riesco a capire quale sarebbe l’impatto positivo di una struttura del genere in un tratto di costa così. Chi viene qui una volta l’anno, mosso dall’amore per questa terra, si rende conto che i problemi sono enormi, ma solo ai nostri occhi, purtroppo non a quelli dei calabresi che vivono qua. Questo mare non è più bello, non è più pulito, checché ne dicano sedicenti politici, non è più invitante, per colpa dei calabresi che qui vivono e lavorano».
Marianna, figlia di emigranti ricadesi in Argentina: «… vengo qui da 50 anni, e credo che la costruzione di questa struttura di cui si parla sia sbagliata. Qui, per esempio, il depuratore non funziona, i collettori scaricano a mare liquami, questo mare si sta degradando e sono pronta a fornire le foto di quanto affermo. L’anno scorso non ho potuto fare un bagno, quest’anno solo uno. Pensate che un approdo turistico renderà il mare più pulito?»
A questo punto andiamo alla ricerca di qualcuno che ci possa far sentire il suono dell’altra campana e dopo lunga ricerca incrociamo, parecchio discosto dal gruppo, sotto l’ombra di un grande eucalipto, Tommaso Pugliese, imprenditore turistico, che si dice molto favorevole alla costruzione dell’approdo: «… l’approdo è una occasione da non perdere, possiamo discutere sul posto dove realizzarlo, ma bisogna costruirlo e anche velocemente. Manifestazioni come questa di stamattina sono solo strumentali e come tali vanno rigettate».
La sola considerazione che ci rimane da proporvi è la evidente disparità di interessi che si evidenzia tra cittadini ed imprenditori turistici. Sembra quasi che comuni cittadini ed imprenditori si guardino in cagnesco, come se l’economia di questo comune potesse fare a meno degli uni o degli altri…
Perché, chi può (o deve?) non coglie l’occasione per spiegare agli uni ed agli altri che per costruire un ambiente migliore e dare speranze di sviluppo vero e duraturo alla nostra gente bisogna farlo assieme?

 

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