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LE NOTIZIE
 
“Calabria” – n° 208 - Settembre-Ottobre 2004 – pag. 46

 

Finita l’estate, e le polemiche, è tempo di provvedere seriamente alla salvaguardia di acque, coste e fasce litoranee

Comincia la stagione giusta per tutelare la risorsa-mare

La cementificazione selvaggia è una delle cause del calo del turismo. E’ urgente agire contro la deturpazione delle coste e l’inquinamento marino. Auspicabile un potenziamento della rete marittima commerciale.


«Il mare non è lottizzabile, ma costituisce una sola grande entità, percorsa da un unico flusso di energia» (I. Iaques Cousteau).

La regione Calabria, con quasi 700 chilometri di costa, tra fascia ionica e tirrenica, appare quasi un’isola nella penisola. Nonostante tanti antichi borghi della nostra regione, divenuti poi marine e quindi città sempre più popolate, abbiamo acquisito fama e benessere grazie alla favorevole posizione geografica ed alle attività collegate alla marineria, possiamo sostenere che i calabresi abbiano saputo coltivare e mantenere vivo nel tempo il loro rapporto con il mare? Nascere o vivere lungo le coste marine non significa necessariamente conoscere, amare e rispettare il mare, che non è solo quel luogo ove d’estate si trascorrono le vacanze, come riduttivamente viene a volte visto nell’immaginario collettivo. In realtà, molte e diverse sono le attività della comunità umana legate al mare: da quella alimentare a quella dei trasporti ed all’ambiente. Purtroppo, interessi di ben altra natura finiscono per diventare distruttivi nei confronti dell’ecosistema ed ecco le conseguenze anche in termini di alterazione dei litorali con la scomparsa delle dune e della vegetazione spontanea, ormai presente in pochi areali. Avanzano così i segni della speculazione edilizia sempre più selvaggia ed incontrollata, che non risparmia persino aree di alta valenza archeologica e naturalistica come la scogliera di San Martino, a Copanello di Stalettì nel golfo di Squillace, per citare uno dei casi più eclatanti di sfregio paesaggistico.
Anche la costruzione indiscriminata di porti turistici, sparsi e ripetuti in modo eccessivo rispetto alle reali esigenze dell’utenza, ha avuto delle conseguenze negative in termini di impatto ambientale (come, ad esempio, la deviazione delle correnti costiere che provocano erosione sottoflutto), oltre che di spreco di ingenti risorse economiche.
Nonostante ciò, si continua a progettare altri porti turistici, come quello previsto nei pressi di Capo Vaticano, in una delle più belle scogliere del Tirreno, a S. Maria di Ricadi, contro la cui realizzazione sono insorti numerosi cittadini ed alcune associazioni ambientaliste, che hanno invece proposto la creazione di una riserva marina protetta, (vedi Calabria, Aprile 2004). Riteniamo che le risorse pubbliche debbano essere più proficuamente destinate, ad esempio, al potenziamento di una efficiente rete marittima commerciale, come autorevolmente sostenuto anche dal Presidente della Repubblica in un messaggio inviato alla Presidente di ItaliaNostra, Desideria Pasolini dall’Onda, in occasione del convegno “La politica del mare”, organizzato a Portoferraio – Isola d’Elba dal 24 al 26 Settembre 1999. Il Presidente Ciampi scriveva che, tra gli obiettivi da realizzare nel prossimo futuro, c’era quello di… “valorizzare questa straordinaria risorsa per offrire un’alternativa al sistema di trasporto autostradale e ferroviario che consenta una progressiva riduzione del tasso di inquinamento, attraverso lo sviluppo della navigazione e la valorizzazione ambientale del mare”…
L’autorevole proposta della creazione delle autostrade del mare, alternative al traffico su gomma, è stata finalmente accolta e fatta propria recentemente anche dal Commissario Europeo ai Trasporti, signora Loyola De Palacio.
Ma, ritornando a parlare della Calabria, abbiamo appreso che… “il 52% delle spiagge sul versante tirrenico è sottoposto a rischio elevato, con gli insediamenti abitativi che raggiungono l’arenile. La costa ionica vede il 40% del litorale a rischio: poche protezioni e troppi insediamenti… Scompaiono progressivamente la spiaggia e la macchia mediterranea, lasciando lo spazio ad un paesaggio completamente diverso: quello degli ecomostri”… (vedi la pubblicazione “Stato del Paesaggio in Calabria”, a cura dell’Osservatorio sul paesaggio, Università della Calabria). Se aggiungiamo la mancanza e/o il cattivo funzionamento di depuratori o collettori, nonché gli scarichi abusivi inquinanti di metalli pesanti delle industrie, di smaltimenti agricoli o di liquami domestici, delineiamo un quadro complessivo della situazione ambientale a dir poco preoccupante.
Succede così che nei mesi scorsi il divieto di balneazione si è esteso ad un buon numero di litorali, per evidenti fenomeni di inquinamento, mentre gli arenili non sempre puliti hanno provocato allergie e dermatiti specie tra i più piccoli bagnanti. Oltre alla salute umana, gravi sono anche le conseguenze sull’ecosistema marino e pesanti i danni ai fondali, preziosi scrigni ricchi di un mondo vegetale ed animale spesso misterioso oltre che di paesaggi incantevoli e di reperti archeologici e storici. Tutto questo mondo sommerso va protetto e tutelato adeguatamente anche con l’istituzione di nuovi parchi e di riserve marine. A tal proposito, auspichiamo che venga istituito al più presto il parco marino “Riviera dei Cedri”, lungo la fascia litoranea tirrenica che va da Tortora ad Acquappesa, costa in parte purtroppo offesa dall’erosione e dal degrado, nonostante la suggestione del paesaggio e la ricchezza della flora, della fauna e dei fondali. Anzi, con la creazione del parco, (all’interno del quale sono presenti ben quattro aree SIC) sarebbero tutelate e salvate dall’estinzione alcune rare specie botaniche, come la primula di Palinuro, una felce a foglie lunghe (Pteris vittata), i gigli di mare, il ginepro fenicio.
Se osserviamo invece i dati relativi alla stagione turistica appena conclusa notiamo, senza alcun dubbio, un drastico calo delle presenze nella regione, con conseguente danno economico e di immagine. Vogliamo una volta tanto analizzare approfonditamente quali sono le cause?
“Usque tandem?...” Fino a quando noi calabresi continueremo a distruggere il patrimonio inestimabile di natura e di arte che la buona sorte ci ha assegnato?
Non vi è dubbio, a nostro parere, che il calo del turismo e quindi le minori entrate del settore siano da attribuire alla cementificazione selvaggia, alla deturpazione delle coste, all’inquinamento del mare, dei litorali e delle città costiere, (compreso l’inquinamento acustico), oltre che alla improvvisazione di una parte degli operatori turistici, con un aumento ingiustificato dei prezzi per servizi spesso inadeguati. Ciò, naturalmente, rendendo merito a quegli operatori che si sono distinti per efficienza, serietà ed equilibrio. Per quanto riguarda le prerogative delle autorità locali, cui istituzionalmente è stato demandato il compito di sovrintendere alla gestione ed ai programmi di tutela degli abitanti costieri e dei litorali, (dls. 112/98, art. 89), è ipotizzabile che esse non abbiano svolto adeguatamente il loro dovere o non si siano coordinate con altre istituzioni, mentre sarebbe stato necessario avviare una seria politica di difesa delle coste insieme alla programmazione di interventi finalizzati alla ricostruzione di paesaggi fisici e umani, così da porre un argine a tante aggressioni perpetrate ai danni dell’ambiente. Proprio per aver notato questa palese carenza di visione d’insieme e di coordinamento, abbiamo approvato e condiviso la proposta della presentazione di una legge parlamentare per l’istituzione di una figura unica a tutela e salvaguardia della risorsa mare, il “Magistrato del mare”, proposta avanzata recentemente dal presidio di ItaliaNostra di Fuscaldo.
Tale petizione popolare, che ha ricevuto tanti consensi e l’adesione di ben 2000 firme tra la popolazione ed i turisti, sarà presentata da ItaliaNostra anche in altri centri costieri situati sullo Ionio, collegando così virtualmente i due versanti, uniti da problemi ambientali comuni.
Sarà come un abbraccio ideale di tanti calabresi che vogliono lottare perché il nostro mare non sia più considerato “Res Nullius” (cosa di nessuno) bensì Patrimonio dell’umanità.

Teresa Liguori
Presidente Consiglio regionale
ItaliaNostra-Calabria

 

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