“Terra
Nostra” – n°
7 - Ottobre - Novembre 2004 – pag. 20
In questo articolo il circolo di Legambiente
del nostro comune fa una serie di considerazioni sullo stato
di salute della vallata della fiumara Ruffa, delicato habitat
della Woodwardia Radicans
La
fiumara Ruffa e l’habitat della Woodwardia Radicans
a
cura del circolo Legambiente di Ricadi
Lungo
gli argini del torrente che scorre nella Valle Ruffa,
nel territorio compreso fra i comuni di Drapia, Spilinga
e Ricadi, è presente uno degli esseri viventi
più antichi del nostro pianeta, sopravvissuto
all’età dei dinosauri e giunto, grazie all’isolamento
ed all’inaccessibilità dei luoghi, fino
ai giorni nostri.
E’ su queste pareti ripide, umide e permanentemente ombreggiate che crescono
più di 2000 esemplari di Woodwardia radicans (Felce bulbifera), rara felce
delle Blechnacee, con distribuzione subtropicale mediterraneo – atlantica
le cui fronde possono raggiungere la lunghezza di 3 metri.
La stazione della Valle Ruffa è la più importante in Italia e la
più imponente finora scoperta in Europa, dove è stata individuata
nella Spagna meridionale, in Grecia, in Macedonia e alcuni esemplari in piccole
valli nelle prossimità delle coste del Mar Nero.
Questa specie, che si è conservata, senza apparenti mutazioni, fin dal
terziario, pare sia comparsa sul pianeta circa 2/300 milioni di anni fa e risulta
presente sul nostro territorio da circa 60 milioni di anni.
Il suo habitat è limitato a zone con umidità elevata e costante,
senza rilevanti sbalzi termici, a temperature comprese fra 10 e 25 gradi centigradi
circa durante l’arco dell’anno e scarsa illuminazione diretta.
In Italia è presente solo in piccoli insediamenti rilevati in Calabria,
Sicilia e Campania. In questa ultima regione veniva raccolta, fino a qualche
anno fa, a scopo ornamentale e l’areale di presenza si è ridotto
alla valle delle ferriere, dove vegeta attualmente sotto protezione ambientale.
In Calabria fu individuata nel 1985 ad opera del biologo Libero Sibio, nella
zona di Cinquefrondi e successivamente, nel 1989, fu scoperta nella Valle della
Ruffa, grazie all’acuta osservazione di un turista tedesco, botanico per
diletto, che ne notò alcune foglie secche portate da una piena estiva
alla foce del Torrente Ruffa, nel Comune di Ricadi. Segnalò la loro presenza
al botanico Fulvio Gioanetto (italiano di origine e di cittadinanza finlandese,
presente in zona per incarico dell’ O. N. U.), il quale, assieme ad un
amico del posto, il biologo Giuseppe Laria, risalì il torrente fino all’altopiano
di Monte Poro e notò che in quella valle la felce cresceva rigogliosa
davvero come milioni e milioni di anni fa.
A seguito di questa scoperta Franco Saragò, consigliere comunale di Ricadi,
informato dagli scopritori, si fece promotore di un incontro con gli amministratori
della Provincia di Vibo Valentia, da poco eletti nella prima legislatura dell’ente,
al fine di attivare tutti gli interventi di loro competenza per salvaguardare
il sito e dichiarare l’area protetta. Accolsero l’invito l’allora
Presidente Enzo Romeo e vari Assessori e Consiglieri Provinciali, tra questi
il dott. Michele Iannello (Consigliere Provinciale del Territorio), che seguì la
vicenda con entusiasmo e l’Assessore all’Ambiente dell’epoca
Romeo Aracri, che diede il via alla realizzazione del progetto finalizzato alla
salvaguardia del sito ed alla valorizzazione dell’intera fiumara. Una delegazione
di amministratori della provincia, accompagnati dallo stesso Saragò, dai
botanici Gioanetto e Laria e da alcuni ambientalisti del comune di Ricadi tra
i quali l’architetto Emanuele Miano, si recò nell’alveo della
Fiumara Ruffa per constatare l’importanza della scoperta e la bellezza
del sito.
Da allora furono fatti grandi passi in avanti, venne realizzato il progetto per
la salvaguardia della felce e per la valorizzazione della fiumara e l’area
venne dichiarata “Sito di Interesse Comunitario”. Oggi il S. I. C.
figura con il codice IT9300090 B “Fiumara di Brattirò – Valle
Ruffa” per un estensione di 668 Ha.
In seguito l’Assessore Provinciale Alfonso Del Vecchio presentò alla
Regione la richiesta di finanziamento del progetto, ma la Regione escluse la
Provincia dai finanziamenti preferendo il COGAL nella gestione di un progetto
similare.
Negli ultimi anni, nonostante l’attività degli ambientalisti del
posto e dei ricercatori e gli sforzi dell’Amministrazione Provinciale,
la Fiumara Ruffa ed in particolare il sito che ospita la felce, ha subito un
rilevante deturpamento, in particolare a causa del taglio indiscriminato di alberi,
che ha modificato sensibilmente le particolari condizioni ambientali e climatiche
che consentono la sopravvivenza della Woodwardia radicans. Ciò ha causato,
infatti, la scomparsa di circa il 25% delle piante presenti nel “Vallone
Occhi Bianchi”. La realizzazione di strade sterrate carrabili, il proliferare
di discariche abusive, lo sfruttamento non controllato delle aree circostanti,
gli incendi estivi, ed in più parti, lo smottamento dei costoni, in larga
misura causato dall’intervento dell’uomo, stanno completando l’opera
di distruzione.
Il
circolo territoriale di Legambiente con sede in Santa
Domenica di Ricadi, che segue la vicenda da anni, ha
avviato una serie di iniziative per favorire un immediato
intervento di salvaguardia della felce e del sito. Una
delegazione di Legambiente, guidata dal Presidente Franco
Saragò e da vari iscritti tra i quali Tonino Iannello,
Osvaldo Gioffrè, Emanuele Miano ed il biologo
Pino Laria hanno incontrato il neo Assessore all’Ambiente
della Provincia di Vibo Valentia, Matteo Malerba, accompagnandolo
sul sito, in una escursione che ha destato entusiasmo
ed al tempo stesso preoccupazione per l’evidente
danno rilevato.
All’Assessore
Malerba, accompagnato da Francesco Staropoli di Caria,
gli esponenti di Legambiente hanno manifestato le loro
preoccupazioni per il rischio di estinzione a cui la felce
va incontro ed hanno rassegnato le loro proposte. «Vi
è la necessità - hanno dichiarato gli ambientalisti
- di adeguate misure di salvaguardia e di un tempestivo
intervento mirato alla riqualificazione ambientale nonché
di un’adeguata vigilanza affinché non prosegua
la rapida ed inesorabile azione di distruzione della felce,
che di questo passo rischia di scomparire nel giro di
pochi anni. E’ necessario avviare rapidamente tutte
le procedure per l’istituzione dell’area protetta,
indispensabile per garantire la salvaguardia dell’ambiente,
la sopravvivenza della Woodwardia radicans, che nella
Fiumara della Ruffa, nonostante i danni, continua ad avere
l’areale più grande ed interessante d’Europa,
e la salvaguardia delle varie specie vegetali ed animali
assai diversificate e molto consistenti ed interessanti
per le loro peculiarità. L’istituzione dell’area
protetta oltre a garantire la salvaguardia dell’ambiente,
consente la valorizzazione di un patrimonio dell’intero
territorio con un ampia ricaduta sull’economia locale
e costituirebbe un valido supporto all’offerta turistica,
anche in considerazione di alcuni antichi manufatti presenti
nel sito. La presenza di grotte basiliane, della torre
di avvistamento, di acquedotti e degli antichi mulini,
oggi in gran parte ridotti a ruderi, testimoniano il passaggio
dell’uomo nel corso della storia e fanno rivivere
nell’immaginazione scene di un tempo quando regnava
l’equilibrio tra l’uomo e la natura».
L’Assessore Malerba si è dimostrato estremamente
sensibile al problema sollevato dal circolo Legambiente
di Ricadi ed ha espresso il proprio apprezzamento per
la lodevole iniziativa avviata. Ha dichiarato: «Nonostante
i danni ambientali e le aggressioni che il territorio
ha subito in questi ultimi anni, fortunatamente abbiamo
potuto constatare che la felce continua a sopravvivere
in misura rilevante. Ciò è un fatto positivo,
che dimostra che alcuni tratti della fiumara sono ancora
incontaminati, ma non bisogna cullarsi, anzi deve essere
da ulteriore stimolo per operare tempestivamente e nel
migliore dei modi al fine di preservare l’area e
proteggere le piante. Finora sono stati già fatti
notevoli passi in avanti, ne è la prova l’istituzione
del sito d’interesse comunitario». Accogliendo
le proposte di Legambiente, ha dichiarato, inoltre: «L’impegno
successivo, che intendo assumermi in prima persona, sarà
l’avvio delle procedure per la costituzione dell’area
protetta, che deve vedere l’immediato coinvolgimento
dei sindaci dei territori interessati e le stesse associazioni
ambientaliste». Per quanto riguarda le tante discariche
abusive disseminate sul territorio, ha dichiarato di farsi
tempestivamente promotore di un intervento con i sindaci
al fine di bonificare le aree.
Il circolo Legambiente di Ricadi, dal canto suo, ha espresso
grande soddisfazione per la sensibilità dimostrata
dall’Assessore Malerba e per le iniziative che intende
avviare, ritenute basilari per la salvaguardia del sito
ed ha offerto, inoltre, la totale disponibilità
a collaborare per avviare ogni azione di supporto per
la salvaguardia e la valorizzazione della Fiumara Ruffa
e per la protezione della Woodwardia radicans. Invita
quanti intendono collaborare alle iniziative di Legambiente
di mettersi in contatto con i responsabili del circolo
e di visitare il loro sito http://digilander.iol.it/legambientericadi.
"Terra
Nostra" - www.terranostra.ca
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