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LE NOTIZIE
 
“Il Giornale di Calabria” – Lunedì 31 gennaio 2005

 

Città calabresi invivibili

 

Ha fatto tappa a Vibo il “Treno Verde” di Legambiente. “Fotografata” la qualità della vita nei capoluoghi calabresi

 

VIBO VALENTIA. Primo giorno di visite a Vibo Valentia, nella seconda tappa del viaggio Treno Verde di Legambiente, Trenitalia e RFI, realizzato anche con il contributo di Energia e Corepla. Nell’occasione della tappa calabrese, Legambiente fotografa la situazione della qualità della vita dei capoluoghi di provincia calabresi. È Reggio Calabria ad aggiudicarsi la “maglia nera” nella classifica dei 103 capoluoghi di provincia italiani per qualità ambientale tracciata da Ecosistema Urbano di Legambiente. Agli ultimi posti anche Vibo Valentia e Catanzaro. Solo un lieve miglioramento per Crotone al 78° posto, mentre Cosenza risale fino a metà classifica. Non escono bene le città della regione calabrese dalla fotografia scattata dal Treno Verde di Legambiente, Trenitalia e RFI, sulla base del rapporto Ecosistema urbano 2005 di Legambiente che raccoglie dati e informazioni su 100 parametri ambientali e che da oggi fino al 3 febbraio fa tappa in Calabria nella stazione di Vibo Marina. Si va dalla qualità dell’aria (numero, distribuzione ed efficienza delle centraline di monitoraggio; concentrazione dei principali inquinanti - ozono, benzene, pm10, biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo) e dell’acqua (concentrazione di nitrati nell’acqua potabile, depurazione, dispersione della rete idrica) all’inquinamento acustico, dai consumi (acqua ed energia) alla produzione e smaltimento dei rifiuti. Dalla gestione e congestione del traffico urbano (rapporto auto/abitanti, parco autobus, estensione della rete del trasporto pubblico e passeggeri che se ne servono, corsie preferenziali, mezzi ecologici) alla aree pedonalizzate, ai giardini pubblici, alle piste ciclabili, fino all’abusivismo edilizio. E la Calabria è penalizzata soprattutto sul fronte della gestione dei rifiuti (nessun capoluogo calabrese raggiunge il 12% di raccolta differenziata, con Vibo e Catanzaro al 10%), della rete idrica (quasi tutte le città calabresi perdono almeno la metà dell’acqua immessa in rete) e dell’abusivismo edilizio (Vibo Valentia e Crotone tra le maglie nere a livello nazionale con 44 costruzioni abusive ogni 10mila abitanti). Con amministratori pubblici che non brillano per dinamismo e volontà di cambiamento, visto che su molti parametri non hanno fornito informazioni. Maglia nera a livello nazionale per Reggio Calabria che butta senza nessun filtro, nei torrenti nei fossi e nel mare l’85% degli scarichi fognari, che vanta solo 1 mm di piste ciclabili per abitanti e che ha una concentrazione di nitrati dell’acqua potabile di 4 volte superiore al tetto suggerito dall’Oms per la tutela della salute umana. Non migliore la situazione di Vibo Valentia (96° posto su 103 capoluoghi di provincia), seconda città in Calabria per risultati negativi. Raggiunge solo il 9,8% di raccolta differenziata (anche se migliora rispetto lo scorso anno dove era al 3%) ancora lontano dall’obiettivo previsto dal decreto Ronchi del 35-40%. Gran parte della popolazione, il 40%, non è servita da impianti di depurazione e la metà dell’acqua immessa in rete viene dispersa. L’auto privata la fa da padrone: ci sono 6 auto ogni 10 abitanti, a discapito del trasporto pubblico che i cittadini di Vibo utilizzano in media 9 volte all’anno, quasi inesistenti zone a traffico limitato (0,1 mq/abitante) e isole pedonali (0,11 mq/abitante). Infine il verde urbano: solo 3,02 mq/abitante contro una tendenza alla cementificazione dilagante, che vede Vibo Valentia agli ultimi posti della classifica nazionale con 44,84 costruzioni abusive ogni 100mila abitanti. A Catanzaro la situazione non migliora: bassa la percentuale di raccolta differenziata (il 9,3%) e molto alto il tasso di dispersione dell’acqua con il 55% di perdite di rete, praticamente assenti piste ciclabili, zone pedonali, verde urbano (con 0,26 mq/abitante). Non c’è nessuna centralina per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. Un po’ meglio per Crotone, dove almeno viene monitorata la qualità dell’aria e la presenza di un pericoloso agente inquinante come il biossido di azoto è la più bassa registrata in Italia. La raccolta differenziata è bassa quasi come nelle altre città calabresi, al 10%, il tasso di motorizzazione è invece il più basso nella regione (1 auto ogni 2 abitanti) ma anche qui nessuna attenzione per chi va a piedi e la riconferma alla cementificazione selvaggia. La migliore è Cosenza, con un’ottima rete di monitoraggio dell’aria, una buona qualità delle acque potabili, e la quasi totalità della popolazione (il 95%) servita da impianti di depurazione. Cosenza è leader regionale della raccolta differenziata con l’11% è la percentuale più alta di verde urbano fruibile dai cittadini con 13 mq/abitante. Paga però la deficienza di isole pedonali e zone a traffico limitato.

 

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