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“Ansa” – Lunedì
31 gennaio 2005 |
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LEGAMBIENTE: REGGIO MAGLIA NERA, COSENZA LA MIGLIORE
(ANSA) - VIBO VALENTIA,
31 GEN – E’ Reggio Calabria
ad aggiudicarsi la “maglia nera” nella classifica
dei 103 capoluoghi di provincia italiani per qualità ambientale
tracciata da Ecosistema Urbano di Legambiente. Agli ultimi posti
anche Vibo Valentia e Catanzaro. Solo un lieve miglioramento
per Crotone al 78/mo posto, mentre Cosenza risale fino a metà classifica.
A renderlo noto è Treno verde di Legambiente, Trenitalia
e Rfi arrivato oggi a Vibo Valentia dove resterà sino
a giovedì. «Non escono bene - è scritto in
una nota - le città calabresi dalla fotografia scattata
dal Treno Verde sulla base del rapporto Ecosistema urbano 2005
di Legambiente che raccoglie dati e informazioni su 100 parametri
ambientali. Si va dalla qualità dell’aria e dell’acqua
alla produzione e smaltimento dei rifiuti. Dalla gestione e congestione
del traffico urbano alle aree pedonalizzate, ai giardini pubblici,
alle piste ciclabili, fino all’abusivismo edilizio. E la
Calabria è penalizzata soprattutto sul fronte della gestione
dei rifiuti (nessun capoluogo calabrese raggiunge il 12% di raccolta
differenziata, con Vibo e Catanzaro al 10%), della rete idrica
(quasi tutte le città calabresi perdono almeno la metà dell’acqua
immessa in rete) e dell’abusivismo edilizio (Vibo Valentia
e Crotone tra le maglie nere a livello nazionale con 44 costruzioni
abusive ogni 10mila abitanti). Con amministratori pubblici che
non brillano per dinamismo e volontà di cambiamento, visto
che su molti parametri non hanno fornito informazioni».
Maglia nera a livello nazionale, sottolinea Legambiente «per
Reggio Calabria che butta senza nessun filtro, nei torrenti nei
fossi e nel mare l’85% degli scarichi fognari, che vanta
solo 1 mm di piste ciclabili per abitanti e che ha una concentrazione
di nitrati dell’acqua potabile di 4 volte superiore al
tetto suggerito dall’Oms per la tutela della salute umana».
Non migliore, per l’associazione ambientalista, la situazione
di Vibo Valentia (96/mo posto su 103 capoluoghi di provincia),
seconda città in Calabria per risultati negativi: «raggiunge
solo il 9,8% di raccolta differenziata (anche se migliora rispetto
lo scorso anno dove era al 3%) ancora lontano dall’obiettivo
previsto dal decreto Ronchi del 35%; gran parte della popolazione,
il 40%, non è servita da impianti di depurazione e la
metà dell'acqua immessa in rete viene dispersa. L'auto
privata la fa da padrone: ci sono 6 auto ogni 10 abitanti, a
discapito del trasporto pubblico che i cittadini di Vibo utilizzano
in media 9 volte all’anno, quasi inesistenti zone a traffico
limitato e isole pedonali. Infine il verde urbano: solo 3,02
mq/abitante contro una tendenza alla cementificazione dilagante,
che vede Vibo Valentia agli ultimi posti della classifica nazionale
con 44,84 costruzioni abusive ogni 100mila abitanti». A
Catanzaro «la situazione non migliora: bassa - rileva Legambiente
- la percentuale di raccolta differenziata (9,3%) e molto alto
il tasso di dispersione dell’acqua (55%), praticamente
assenti piste ciclabili, zone pedonali, verde urbano. Non c’è nessuna
centralina per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico».
Un po’ meglio per Crotone, invece, dove, afferma Legambiente, «almeno
viene monitorata la qualità dell’aria e la presenza
di un pericoloso agente inquinante come il biossido di azoto è la
più bassa registrata in Italia. La raccolta differenziata è bassa
quasi come nelle altre città calabresi (10%), il tasso
di motorizzazione è invece il più basso nella regione
(1 auto ogni 2 abitanti) ma anche qui nessuna attenzione per
chi va a piedi e la riconferma alla cementificazione selvaggia».
La migliore, per Legambiente, è Cosenza «con un’ottima
rete di monitoraggio dell’aria, una buona qualità delle
acque potabili, e la quasi totalità della popolazione
(95%) servita da impianti di depurazione. Cosenza è leader
regionale della raccolta differenziata con l’11% e la percentuale
più alta di verde urbano fruibile dai cittadini con 13
mq/abitante. Paga però la deficienza di isole pedonali
e zone a traffico limitato». «Le amministrazioni
locali - ha commentato Gianluca Della Campa, portavoce nazionale
del Treno Verde di Legambiente - devono accorgersi che la “politica
del rattoppo” non funziona e che sempre più le questioni
urbane devono essere affrontate con una programmazione basata
anche su parametri ambientali. Perché solo così si
opera per la qualità della vita dei cittadini». «Le
politiche ambientali sono ancora all’anno zero nella nostra
città - ha sostenuto Lorenzo Passaniti, presidente del
circolo di Legambiente di Vibo Valentia e segretario regionale – c’è bisogno
di un cambiamento radicale: creare spazi per i bambini, zone
di verde urbano nel centro della città, andare avanti
nell’abbattimento delle barriere architettoniche, realizzare
aree di parcheggio per liberare i marciapiedi invasi dalle auto.
Il degrado urbano è anche figlio del degrado sociale:
investire ed incrementare spazi culturali e sociali per il tempo
libero». (ANSA).