|
“Il
Quotidiano della Calabria” – Venerdì 31
ottobre 2003 – pag. 19 |
|
Ricadi.
Ne hanno parlato ambientalisti, cittadini e alcuni operatori
nella
frazione di San Nicolò
Porto
turistico, le ragioni del no
«Distruggere
queste bellezze paesaggistiche sarebbe pura follia»
RICADI – Dopo le recenti prese di posizione di alcuni
operatori turistici e dello stesso sindaco di Ricadi, Francesco
Laversa, che hanno confermato l’intenzione di realizzare
un “approdo turistico” nella zona di Capo Vaticano, è giunta
la replica di coloro – e non sono pochi – ai quali
l’idea di un porto nei luoghi cari a Giuseppe Berto, non
va proprio giù.
A dimostrazione che il progetto di Porto in una zona ancora incontaminata
compresa tra la spiaggia di Santa Maria e il confine con il territorio
di Joppolo, continua
a destare non poche preoccupazioni, si sono incontrati a San Nicolò i
rappresentanti della Pro-Loco, presieduta da Tina Scordia, dell’Associazione “Noi
di Ricadi” con l’avvocato Pantano, dell’Associazione “Auser”,
di cui è segretaria Rossana Galasso e numerosi cittadini. All’incontro
ha partecipato il Segretario Regionale del Wwf, Giuseppe Paolillo in rappresentanza
delle associazioni ambientaliste. A conclusione è stato diramato un
comunicato a firma dei partecipanti: associazione Noi di Ricadi; Auser; Wwf;
Italia Nostra; Lipu; Pro loco Ricadi; Legambiente; Archeoclub.
Nel documento si riferisce che anzitutto è stato esaminato il progetto,
che prevedeva inizialmente due soluzioni e diverse localizzazioni possibili.
La prima proposta dai tecnici riguardava infatti la realizzazione di una serie
di approdi da 150-200 posti barca lungo tutta la fascia costiera, mentre la
soluzione dell’approdo unico, molto più grande, tra 500 e 600
posti barca – all’incirca quanti ne può ospitare Vibo Marina – avrebbe
dovuto interessare la zona denominata “Torre Marino” o, in alternativa,
quella di “Porticello”, in relazione all’assenza di strutture
turistiche e di insediamenti residenziali.
Il dibattito, viene riferito, ha messo in evidenza «l’assoluta
inopportunità dell’opera, giudicata non solo inutile, ma addirittura
dannosa per l’ambiente e quindi per l’economia turistica di Capo
Vaticano». Tutti gli intervenuti hanno insomma ribadito «la necessità che
tutta la costa di Capo Vaticano conservi intatto il suo inestimabile patrimonio
ambientale e che il porto risulterebbe un’autentica stortura, uno scempio
inaccettabile per una delle zone costiere più belle e ammirate d’Italia.
Così come ben altri – è stato sottolineato da molti – sono
i problemi da affrontare per evitare una stagione estiva come quella trascorsa».
Fortissime preoccupazioni sono state espresse anche per quanto riguarda i lavori
previsti, che trasformerebbero Santa Maria in un cantiere aperto per anni,
con ripercussioni gravissime per le strutture alberghiere che vivono proprio
grazie all’attrattiva rappresentata dalla spiaggia e dal mare pulito. «Il
porto insomma si trasformerebbe in un autentico autogol». E’ stata
inoltre paventata la possibilità che il porto, così come avvenuto
in altre occasioni e come evidenziato nella relazioni sullo stato dell’ambiente,
possa determinare processi di erosione su un largo tratto di costa, cancellando
di fatto la base su cui poggia la fiorente economia delle vacanze».
Altri hanno rifiutato l’idea del mare di Capo Vaticano invaso da motoscafi
che aggraverebbero con ulteriori elementi inquinanti, una situazione che quest’anno
ha manifestato diversi e allarmanti momenti di crisi, con proteste da parte
dei villeggianti e aspre polemiche sulla stampa. Particolarmente appassionato
l’intervento di una cittadina ricadese che ha affermato: «L’unica
nostra ricchezza è la bellezza di questi posti, l’unico motivo
per cui migliaia di turisti decidono di trascorrere qui le loro vacanze; distruggere
questa bellezza è un atto di pura follia».
L’invito e più ancora la speranza di tutti i partecipanti è che
la giunta comunale di Ricadi abbia «il coraggio di fare un passo indietro
e si concentri, anziché sul porto, sulla salvaguardia del mare e della
costa, l’unico sicuro investimento per il futuro turistico dell’intera
zona».
d. m.