Per gli ambientalisti, infatti, Domenico Tallini si è
distinto per aver ideato lo stralcio dell’articolo
58 bis di modifica della legge urbanistica regionale.
In sostanza, facendosi interprete di varie istanze trasversali
all’interno dell’assise regionale, ha di fatto
vanificato e congelato il vincolo di inedificabilità
a tutela della costa.
Il senso dell’iniziativa lo spiega Rina
Guadagnini, portavoce della Goletta Verde: «Se
le cose non funzionano bene a terra, non possono nemmeno
funzionare a mare». E il tratto di costa da Tropea
a Capo Vaticano rende l’idea del monito ambientalista.
Soprattutto nel territorio di Ricadi, dove è stato
consentito di edificare a 30 metri dalla riva. Una lunga
sequela di villaggi e insediamenti privati. Un cordone
di cemento in spregio a ogni vincolo ambientale e paesaggistico.
«Abusivismo edilizio legalizzato e mancata cura
del territorio – dichiara Franco Saragò,
responsabile del circolo di Ricadi – sono un connubio
che denunciamo da anni, che ha provocato e continua a
provocare danni e morti inutili. Vogliamo che si spezzi
questa catena di scempi a danno del territorio costiero.
Abbiamo scelto simbolicamente questa baia per la consegna
della bandiera nera all’Onorevole Tallini proprio
per denunciare l’eccessiva edificazione delle coste
a pochi metri dal mare». Del resto i numeri del
mare illegale in Calabria sono impietosi. 1737 infrazioni,
2,4 per ognuno dei 715 chilometri di costa, 380 sequestri
effettuati dalle forze dell’ordine e 243 persone
denunciate nell’arco dell’ultimo anno. Per
la Calabria vuol dire quarto posto della classifica nazionale,
preceduta solo da Campania, Puglia e Sicilia. Se, invece,
guardiamo all’abusivismo edilizio, la regione guadagna
un poco invidiabile terzo posto. A dire il vero qualche
segnale positivo si era registrato. Dall’abbattimento
dell’ecomostro di Copanello fino alla presa di posizione
della giunta regionale contro il megavillaggio Europaradiso
a Crotone. Ma i casi di mattone selvaggio e di speculazione
edilizia sono ancora tanti. Per esempio un albergo a 4
stelle a Saline Joniche, costruito con fondi pubblici
e mai inaugurato. E ancora la “palafitta”
e “il trenino” a Falerna Scalo. Per non parlare
della nuova aviosuperficie di Scalea a soli 100 metri
dal mare. I due ecomostri di Fiuzzi vicino Praia a Mare,
su cui incombe lo spettro del terzo super hotel, al quale
proprio ieri Legambiente ha opposto un perentorio “no”
con l’ennesimo eco-blitz. Quante altre bandiere
nere saranno issate sul pennone dei novelli predoni del
mare? La risposta è nelle coscienze dei cittadini.
«Saremo destinati a subire lo scempio del territorio
– afferma Antonio Nicoletti, responsabile
nazionale di Legambiente – se le denunce di Legambiente
non si tradurranno in fatti concreti. E senza una seria
pianificazione paesistica non è possibile nemmeno
fare turismo sostenibile. Con il risultato di lasciare
a ogni singolo comune una inammissibile discrezionalità
senza regole sul territorio e, soprattutto, sulle linee
costiere».
La bandiera nera, sia pur attribuita a Domenico Tallini,
è idealmente consegnata a tutti gli altri consiglieri
regionali riluttanti e ondivaghi, incapaci di affermare
una chiara politica di tutela delle coste. Per questa
mattina, invece, al porto di Tropea sarà tenuta
la conferenza stampa sullo stato di salute del mare Tirreno.
Giuseppe
Campisi
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