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“Calabria Ora” – Martedì 31 luglio 2007 - pag. 11

 

Bandiera nera a Tallini e ai “killer” delle coste

Legambiente: quasi duemila infrazioni lungo le coste

 

Bandiera Nera
CAPO VATICANO – L’appuntamento era alle 12.30 di ieri al largo della baia di Santa Maria di Capo Vaticano. A bordo del Delphin 1940, la splendida goletta a due alberi, in missione per conto di Legambiente a smascherare i pirati del mare, c’erano numerosi ambientalisti. Tutti ad aspettare, invano, il consigliere Domenico Tallini. Il quale, sebbene invitato, non si è presentato a ritirare il vessillo dei corsari attribuitogli quest’anno da Legambiente Calabria. Probabilmente perché non era d’accordo con la motivazione dell’assegnazione.

Per gli ambientalisti, infatti, Domenico Tallini si è distinto per aver ideato lo stralcio dell’articolo 58 bis di modifica della legge urbanistica regionale. In sostanza, facendosi interprete di varie istanze trasversali all’interno dell’assise regionale, ha di fatto vanificato e congelato il vincolo di inedificabilità a tutela della costa.
Il senso dell’iniziativa lo spiega Rina Guadagnini, portavoce della Goletta Verde: «Se le cose non funzionano bene a terra, non possono nemmeno funzionare a mare». E il tratto di costa da Tropea a Capo Vaticano rende l’idea del monito ambientalista. Soprattutto nel territorio di Ricadi, dove è stato consentito di edificare a 30 metri dalla riva. Una lunga sequela di villaggi e insediamenti privati. Un cordone di cemento in spregio a ogni vincolo ambientale e paesaggistico.
«Abusivismo edilizio legalizzato e mancata cura del territorio – dichiara Franco Saragò, responsabile del circolo di Ricadi – sono un connubio che denunciamo da anni, che ha provocato e continua a provocare danni e morti inutili. Vogliamo che si spezzi questa catena di scempi a danno del territorio costiero. Abbiamo scelto simbolicamente questa baia per la consegna della bandiera nera all’Onorevole Tallini proprio per denunciare l’eccessiva edificazione delle coste a pochi metri dal mare». Del resto i numeri del mare illegale in Calabria sono impietosi. 1737 infrazioni, 2,4 per ognuno dei 715 chilometri di costa, 380 sequestri effettuati dalle forze dell’ordine e 243 persone denunciate nell’arco dell’ultimo anno. Per la Calabria vuol dire quarto posto della classifica nazionale, preceduta solo da Campania, Puglia e Sicilia. Se, invece, guardiamo all’abusivismo edilizio, la regione guadagna un poco invidiabile terzo posto. A dire il vero qualche segnale positivo si era registrato. Dall’abbattimento dell’ecomostro di Copanello fino alla presa di posizione della giunta regionale contro il megavillaggio Europaradiso a Crotone. Ma i casi di mattone selvaggio e di speculazione edilizia sono ancora tanti. Per esempio un albergo a 4 stelle a Saline Joniche, costruito con fondi pubblici e mai inaugurato. E ancora la “palafitta” e “il trenino” a Falerna Scalo. Per non parlare della nuova aviosuperficie di Scalea a soli 100 metri dal mare. I due ecomostri di Fiuzzi vicino Praia a Mare, su cui incombe lo spettro del terzo super hotel, al quale proprio ieri Legambiente ha opposto un perentorio “no” con l’ennesimo eco-blitz. Quante altre bandiere nere saranno issate sul pennone dei novelli predoni del mare? La risposta è nelle coscienze dei cittadini.
«Saremo destinati a subire lo scempio del territorio – afferma Antonio Nicoletti, responsabile nazionale di Legambiente – se le denunce di Legambiente non si tradurranno in fatti concreti. E senza una seria pianificazione paesistica non è possibile nemmeno fare turismo sostenibile. Con il risultato di lasciare a ogni singolo comune una inammissibile discrezionalità senza regole sul territorio e, soprattutto, sulle linee costiere».
La bandiera nera, sia pur attribuita a Domenico Tallini, è idealmente consegnata a tutti gli altri consiglieri regionali riluttanti e ondivaghi, incapaci di affermare una chiara politica di tutela delle coste. Per questa mattina, invece, al porto di Tropea sarà tenuta la conferenza stampa sullo stato di salute del mare Tirreno.

Giuseppe Campisi

 

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