Emblematico
teatro dell’assegnazione, il mare antistante la
“Costa degli Dei”, il bellissimo promontorio
di Capo Vaticano, uno dei tanti tratti di costa calabresi
massacrati dal cemento selvaggio.
Drammatica la realtà della costa calabrese: 1737
infrazioni, 2,4 per ognuno dei 715 Km di costa, 380 sequestri
effettuati dalle Forze dell’ordine e 243 persone
denunciate nell’arco dell’ultimo anno.
Questi i numeri del mare illegale della Regione Calabria,
che si attesta al quarto posto della classifica nazionale,
preceduta dalle altre tre Regioni a tradizionale presenza
mafiosa: nell’ordine Campania, Puglia e Sicilia.
Un non invidiabile terzo posto per quanto riguarda, invece,
la classifica dell’abusivismo edilizio: gli oltre
700 chilometri di costa calabrese sono schiacciati da
anni dal ciclo del cemento abusivo. Qualche segnale positivo
negli ultimi tempi: dall’abbattimento dell’eco-mostro
di Copanello alla presa di posizione della Giunta regionale
contro il megavillaggio Europaradiso di Crotone. Ma restano
tanti i casi emblematici di mattone selvaggio, di speculazione
edilizia e di estorsioni. La Calabria nella top five stilata
da Legambiente conta ben due ecomostri: “la palafitta”
e “il trenino” a Falerna Scalo, esempi eclatanti
quanto scellerati di cemento in spiaggia. Per non parlare
della nuovissima Aviosuperficie di Scalea: un aeroporto
di terza categoria a 100 metri dal mare, ai piedi del
Monte Pollino, nonché adiacente al SIC “Valle
del fiume Lao”.
Presenti alla simbolica manifestazione Franco Saragò,
presidente del locale circolo Legambiente di Santa Domenica
e membro del coordinamento regionale di Legambiente Calabria,
Osvaldo Giofrè e alcuni soci del medesimo circolo.
«Abusivismo edilizio legalizzato e mancata cura
del territorio – ha dichiarato Franco Saragò
– sono un connubio che denunciamo da anni, che ha
provocato e continua a provocare danni e morti inutili:
il 90% dei Comuni conta ancora abitazioni in aree di esondazione,
e appena il 13% realizza un lavoro di prevenzione per
contrastare le alluvioni. Vogliamo che le nostre denunce
si trasformino in fatti. Vogliamo che si spezzi una volta
per tutte questa catena di scempi atti a depredare il
territorio della sua naturale bellezza a vantaggio di
pochi. Abbiamo scelto come teatro dell’assegnazione
della Bandiera Nera all’On. Tallini, la “Costa
degli Dei”, in maniera simbolica, per denunciare
l’eccessiva edificazione delle coste a pochi metri
dal mare. Ci sono Comuni, come quello di Ricadi che, in
seguito alla modifica del piano regolatore, hanno consentito
l’edificazione a soli 30 metri dalla spiaggia, deturpando
le coste e impedendo in più parti l’accesso
alla spiaggia, danneggiando così l’economia
del territorio. Come Legambiente – ha continuato
Franco Saragò – promuoviamo il turismo sostenibile
e la cura del territorio. Scelte, queste, che possono
migliorare la gestione della costa calabrese. Il nostro
intervento di oggi vuole essere un primo passo proprio
in questo senso».
«Siamo di passaggio in Calabria – ha concluso
Rina Guadagnini – portavoce di
Goletta Verde di Legambiente – terra che dovrebbe
e potrebbe vivere di turismo sostenibile ed eco-compatibile
soffocata da cemento e illegalità. Il quarto posto
conquistato dalla Calabria nella classifica nazionale
del mare illegale sottrae futuro alla sua gente e Legambiente
continua a battersi perché questo non avvenga».
Goletta Verde presenterà oggi i risultati delle
analisi delle acque delle province di Cosenza, Catanzaro,
Reggio Calabria e Vibo. Appuntamento ore 11,00 a bordo
della Goletta Verde al porto di Tropea.
Alessandro
Vicari
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