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LE NOTIZIE
 
“Il Quotidiano della Calabria” – Venerdì 30 luglio 2004 - pagg. 1 e 10

 

Il bene natura e il bene ricchezza

 

«Appena la vidi seppi che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda terra, e qui son venuto a vivere. Sto su un promontorio alto sul mare, è un panorama stupendo. E quando il giorno, dalla punta del mio promontorio, guardo gli scogli e le spiaggette cento metri sotto il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della terra». Così Giuseppe Berto descriveva la “sua seconda terra”. Una grande ammirazione. Un grande amore. Oltre la vita. A Capo Vaticano scelse di vivere. A Capo Vaticano volle essere seppellito. Oggi le parole del grande scrittore sono di grande attualità. Contro tutti gli scempi scelleratamente progettati. Violentare questi posti è un vero e proprio crimine contro un bene dell’umanità. Cemento sulle coste, mostri nel mare. Dio mio che stupidaggini si vorrebbero compiere, sfregiando la natura! «Bisogna vedere una volta questo spettacolo sconosciuto nei nostri mari selvaggi, foschi e brumosi» scrisse François Lenormant. E perché chi questo spettacolo ce l’ha sotto gli occhi non lo vede e non lo difende? Perché purtroppo gli altri amano e apprezzano la Calabria, mentre i calabresi non sempre lo fanno? Interrogativi amari, che sono un atto di accusa. L’assordante silenzio è criminale complicità. L’ambiente è un bene di tutti. Prezioso. Da migliorare, per lasciare ai nostri figli una eredità ricca di valori. Il buon Dio ha dato alla Calabria un patrimonio unico al mondo. E’ peccato mortale distruggerlo. Bene sta facendo “Il Quotidiano” ad accendere i riflettori su temi scottanti come la cementificazione selvaggia. Contro i nuovi ecomostri. Troppe distruzioni. Troppe rovine. Eredità del passato e distrazioni del presente. Insieme generano mostri che allontanano dalla Calabria chi vuole trascorrere vacanze serene in luoghi incontaminati. Fa rabbia la scarsa attenzione, a volte il pochissimo rispetto dei calabresi nei confronti del loro territorio. Un tesoro incustodito in balia di predatori senza scrupoli. Perché? Quale maledizione pesa su questa fetta d’Italia dove purtroppo emergono soltanto le brutture? Perché i calabresi non riescono a trovare un momento di incontro positivo, superando le divisioni e le gelosie partitiche e di campanile? In altre regioni, con la forza della ragione, si sono ottenuti risultati esaltanti. Il bene-natura è diventato un bene-ricchezza. Una industria pulita che produce occupazione e benessere. Che rivitalizza piccoli centri e dà lavoro ai giovani. Esempio simbolo è l’Abruzzo. I Parchi Nazionali oggi danno occupazione e determinano una florida economia. Sfruttati al massimo i valori dell’ambiente, con la realizzazione di strutture di accoglienza per i turisti, in piena armonia con il contesto in cui gli insediamenti sono inseriti. I centri visita sono straordinari musei della natura. Da rimanere incantati ed invogliati a ritornare. Il grande turismo scopre le aree interne, sottratte all’inesorabile e mortale spopolamento. Le vecchie strade diventano vie affascinanti per far crescere l’industria del forestiero. Le case cantoniere, abbandonate e cadenti, trasformate in posti accoglienti: musei, alberghi, ristoranti, luoghi di cultura e divertimento. «Posti incantevoli, che mi ricordano l’Aspromonte, la bella montagna calabrese dove spesso faccio delle passeggiate, inoltrandomi attraverso gli affascinanti sentieri». Entusiasmante elogio alla Calabria ed alle sue bellezze. Parole pronunciate l’altra sera proprio in Abruzzo dal vescovo di Locri, Giancarlo Bregantini, durante un incontro con la comunità di Lama dei Peligni, piccolo centro nel cuore del Parco Nazionale della Maiella. Autentico inno alla Calabria. Esaltante. Un trentino che ha parlato con l’orgoglio di un calabrese. Un altro personaggio “non calabrese” che apprezza i valori della Calabria e li trasmette oltre la Calabria. Un altro motivo di serena riflessione. Da Berto a Bregantini. Un grande scrittore che ha scoperto Capo Vaticano nei primi Anni Cinquanta ed un vescovo illuminato che nel terzo millennio sta concretizzando nella Locride uno straordinario progetto di avanzamento sociale. Amici della Calabria che, in tempi diversi ed in anni tanto differenti, riconoscendo le incomparabili bellezze naturali, hanno implicitamente lanciato lo stesso invito ai calabresi: amate e rispettate di più la vostra bella terra!

Domenico Logozzo

 

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