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“La Repubblica ” – Giovedì 30 giugno 2005

 

Presentato da Legambiente il dossier "Mare monstrum 2005"
Il ministro Antonio Martino sotto accusa per il caso-Sardegna


Abusi edilizi e mare inquinato
l'anno nero delle coste italiane


Aumentano i sequestri ma è boom di violazioni delle leggi

Goletta Verde

ROMA - Un bilancio che più nero non si può. Quasi ventimila reati ambientali nel 2004, vale a dire cinque illeciti ogni due chilometri di costa. Il 7% in più rispetto al 2003 e concentrati soprattutto al Sud. Aumenta del 7% anche il mare inquinato e non più balneabile. Raddoppiano gli abusi edilizi, arrivati quasi a 1.400 in un anno.

Sono alcuni dei dati contenuti nel dossier "Mare monstrum 2005", presentato questa mattina da Legambiente in occasione dell'avvio della campagna di "Goletta verde", giunta al ventesimo anno di attività. Un rapporto con pochissime luci (l'aumento dei controlli), molte ombre, e alcuni dati che suscitano forti preoccupazioni.

Meno spiagge e più inquinamento. Il 7% in più di mare inquinato corrisponde a qualche decina di chilometri sul totale nazionale. Pochi, apparentemente. In realtà, sottolinea l'associazione ecologista, sono sufficienti per parlare di «inquietante campanello d'allarme dopo anni di lenta, ma progressiva conquista di nuovi chilometri balneabili». Secondo Legambiente, poi, crescono del 15% i reati di inquinamento e cattiva depurazione (erano 1.224 nel 2003, sono passati a 1.406 nel 2004). Il dossier parla anche di avvelenamento dei sedimenti marini, che, come si ricava dal monitoraggio del ministero dell'Ambiente, non risparmia neppure i chilometri di mare protetto. L'analisi di sedimenti e molluschi, prelevati dai fondali delle aree marine sotto tutela, ha mostrato, in più occasioni, una presenza «inquietante» di metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze pericolose.

Abusi edilizi e codice infranto. Lo scorso anno, dice il rapporto, c'è stato un boom dell'abusivismo edilizio: è quasi raddoppiato, infatti, il numero di sequestri delle costruzioni illegali, passato dai 760 del 2003 ai 1.367 del 2004, con il maggiore incremento in Sicilia (+122%). Aumentano, inoltre, le infrazioni al codice della navigazione e crescono di molto i reati nel settore della pesca di frodo, settore in cui c'è addirittura un +33% rispetto all'anno precedente. Si passa infatti dalle 5.060 infrazioni del 2003 alle 6.736 del 2004. «Questo dato - spiega Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente - deve far riflettere su certi provvedimenti furbetti e arruffoni che, proprio di recente, sono stati al centro di polemiche fra associazioni ambientaliste e ministero delle Politiche agricole dall'altro, che vuole offrire ancora un'opportunità alle spadare».

Sequestri a raffica. Nel dossier, comunque, c'è una nota che può anche essere letta in chiave positiva, ed è quella relativa all'attività di vigilanza e controllo. Il numero dei provvedimenti di sequestro di strutture abusive sul demanio marittimo, infatti, sono quasi raddoppiati, con un incremento dell'81% sul territorio nazionale. Al primo posto si colloca la Sicilia, con 696 infrazioni accertate, 576 persone denunciate e ben 253 sequestri. Segue la Puglia, con 489 notizie di reato. Al terzo posto c'è la Campania, che però è la prima regione in Italia per numero di sequestri (259) di strutture abusive.

Mare protetto (e violato). Un'illegalità dilagante, che non risparmia neanche il mare protetto: un caso esemplare è l'abusivismo edilizio lungo i 38 km della riserva marina di Capo Rizzuto (Calabria). In quest'area, gli inquirenti hanno riscontrato una vera e propria spartizione del territorio tra cosche della criminalità organizzata. Un altro grave danno causato dall'abusivismo edilizio è l'erosione delle coste. La forte "antropizzazione" delle fasce costiere e l'insediarsi di più attività, sia turistiche sia produttive, hanno contribuito ad alterare l'equilibrio dell'ecosistema costiero. Così, su 3.734 chilometri di spiagge (il 50% delle coste italiane), la metà risulta essere interessata da fenomeni di erosione. Le regioni più minacciate sono il Molise, la Basilicata e la Calabria.

Impunità arrogante. «Quello che emerge dal dossier - sottolinea Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - è un'impunità generalizzata e sempre più arrogante. Basti pensare che c'è chi si ostina a voler edificare sul demanio marittimo. C'è sicuramente soddisfazione per l'azione più efficace e incisiva esercitata dalle forze dell'ordine, ma va anche considerato che i provvedimenti di sequestro vengono adottati solo nei casi più gravi di violazioni».

Quella sporca dozzina. Durante la campagna 2005 di Goletta Verde, Legambiente consegnerà le bandiere nere alla cosiddetta "sporca dozzina", cioè coloro che hanno danneggiato il mare e la sua costa. Un vessillo che viene attribuito ai "nuovi pirati del mare": amministrazioni, imprenditori, società private e politici che si sono contraddistinti per attacchi o danni all'ambiente marino e costiero.

I pirati del mare. Fra i "most wanted" dell'associazione ambientalista c'è il ministro della Difesa, Antonio Martino, «per non aver difeso la Sardegna e i suoi abitanti dalle servitù militari cui sono sottoposti; per non aver mai dato risposta alle istituzioni sarde, negando il diritto all'informazione, noncurante della salute e della incolumità dei sardi». A fare compagnia al ministro in questa poco onorevole classifica ci sono anche: la regione Friuli Venezia Giulia; due società liguri; il comune di Ravenna; una società che in Calabria vorrebbe realizzare un mega-villaggio turistico alla foce del fiume Neto; la Cit Holding in Basilicata; le autorità portuali di Trapani per i lavori relativi alla Coppa America, all'interno della zona di protezione speciale delle saline della città.

 

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