Raddoppiati
i sequestri di strutture abusive sul demanio marittimo,
passati dalle 760 alle 1.367, pari ad un incremento dell'81%
sul territorio nazionale e con punte massime del 122%
in Sicilia. E' quanto emerge dal rapporto di Legambiente,
Mare Monstrum 2005, presentato in occasione dei vent'anni
di Goletta Verde.
In aumento del 15% i reati nel settore dell'inquinamento
e della cattiva depurazione (1.406 del 2004 contro i 1.224
nel 2003), mentre metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze
pericolose si trovano persino sui fondali delle aree marine
protette, come si ricava dai dati del monitoraggio predisposto
dal ministero dell'ambiente e che non a caso ha inserito
oltre 85.000 ettari di mare nel Piano nazionale di bonifica.
A essere responsabili del cattivo stato del nostro ecosistema
non sono però solo le grandi industrie con i loro
scarichi e la criminalità organizzata ma anche
i singoli cittadini. Sono infatti cresciute anche le infrazioni
del codice della navigazione e i reati di pesca di frodo,
aumentati addirittura di un terzo (6.736 nel 2004 contro
5.060 nel 2003).
Per il presidente di Legambiente Roberto Della Seta siamo
di fronte ad «impunità generalizzata e sempre
più arrogante». Su tutti colpisce ovviamente
il boom dell'abusivismo edilizio. Il raddoppiamento del
numero dei sequestri, infatti se da una parte è
il segno di una maggiore efficacia delle forze dell'ordine
è anche la testimonianza che le violazioni diventano
sempre più gravi. E' il Mezzogiorno a vincere il
triste primato dell'abusivismo con al primo posto la Sicilia
con 696 infrazioni (+19%), seguita dalla Puglia con 489
notizie di reato, 617 persone denunciate e 200 sequestri
effettuati, e dalla Campania con 437 infrazioni accertate,
632 persone segnalate all'autorità giudiziaria
ma il più alto numero di sequestri eseguiti, ben
259.
Non c'è salvezza neppure per il mare protetto:
lungo i 38 km di coste della Riserva di Capo Rizzuto gli
inquirenti hanno scoperto una vera e propria spartizione
tra cosche del territorio e delle abitazioni. Tra i tanti
danni di cui l'abusivismo è responsabile, c'è
anche l'erosione delle coste, denuncia Legambiente. Dei
3.734 chilometri di spiagge italiane la metà è
soggetta a fenomeni di erosione, pari al 23% di tutte
le coste della penisola. Molise, Basilicata, Calabria
le regioni più minacciate e Liguria e Emilia Romagna
sono intervenute solo sulla metà dei tratti a rischio.
Puntuali come ogni anno sono arrivate le Bandiere nere,
un vessillo che viene consegnato da Legambiente ai "pirati
del mare". Dodici colpevoli, tra cui due società
liguri per la costruzione di un porto turistico alla foce
del Bisagno per oltre 150 mila metri quadrati e per la
costruzione di una decina di container-bungalow che «hanno
distrutto in maniera irreversibile» la pineta della
collina di Baia Blu. |