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“Il
Quotidiano della Calabria” – Martedì 30
novembre 2004 – pag. 6 |
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L'annuale
dossier di Legambiente disegna un forte divario Nord-Sud
Nella
città dello Stretto il 95% degli scarichi va a mare e
nelle fogne senza filtro
Ambiente, Reggio ultima
E "piccolo" non è più sinonimo di buona
qualità della vita
ROMA - Va alla città di Lecco la palma d'oro della qualità ambientale
tra i capoluoghi di provincia italiani. Il posto d'onore a Trento
e il terzo gradino del podio è andato a Mantova. Fanalino
di coda è Reggio Calabria, che ha perso due posizioni
rispetto al 101mo posto dello scorso anno. Il successo di Lecco
non giunge inaspettato: un anno fa la città lombarda era
già nelle posizioni di vertice, quarta classificata, dunque
tre posizioni guadagnate. Più significativo il balzo in
avanti di Trento: seconda quest'anno, quindicesima nel 2004,
mentre Mantova era già quinta un anno fa e dunque si è tenuta
nelle zone più alte della classifica. Quanto ai grandi
capoluoghi, Roma è al 55mo posto (un anno fa era 68ma),
mentre Milano è all'81mo, tre posizioni meglio di un anno
fa; Torino è invece precipitata dal 48mo al 72mo posto;
Firenze perde 10 posizioni ed è ora 71ma; Napoli ne perde
17, scendendo all'84mo posto; Palermo è al 92mo posto,
in discesa di tre posizioni. In definitiva eccelle il nord, piange
il sud.
Lo dice Ecosistema Urbano, l'indagine dell'associazione Legambiente
elaborata dall'istituto di ricerca Ambiente Italia sulla vivibilità nei
capoluoghi. Il rapporto è stato presentato ieri dai responsabili
dell'associazione e diffuso in edicola con l'edizione del Sole
24 Ore del lunedì. Il report è realizzato sulla
base di oltre 100mila dati raccolti "alla fonte" delle
amministrazioni comunali.
Dunque un podio tutto settentrionale in fatto di città a
migliore qualità ambientale, e a far pendere la bilancia
da una parte o dall'altra sono stati in particolare 26 indicatori,
tra i quali spiccano la raccolta differenziata, il trasporto
pubblico, la situazione relativa all'abusivismo edilizio, il
verde urbano, lo smog, la disponibilità di acqua potabile.
Lecco ha raggiunto il vertice della classifica grazie alle buone
performance in più indicatori: è infatti seconda
a Verbania per la raccolta differenziata; alle spalle di Siena,
Pavia e Rieti per la qualità del trasporto pubblico; tra
le prime dieci città per la quantità di rifiuti
prodotti, nel senso che ne produce poco, e per numero di automobili
in circolazione (anche queste poche rispetto alla popolazione
residente); è in 33ma e in 44ma posizione per l'estensione
delle zone a traffico limitato e per la lunghezza delle piste
ciclabili. In più a suo favore hanno giocato i diversi
piazzamenti a metà classifica, anche se deve lamentare
un paio di scivoloni sul verde urbano e sulla grandezza delle
isole pedonali. Alla fine comunque Lecco prende l'Oscar di migliore
città nel 2004. «Accomuna l'intero plotone delle
prime - sottolinea Roberto Della Seta, presidente nazionale di
Legambiente - il fatto che siano tutte città medio-piccole,
del centro-nord (Livorno e Pisa le più meridionali), con
una tradizione di buona amministrazione e servizi pubblici abbastanza
efficienti. Ma Ecosistema Urbano svela anche l'altra faccia della
medaglia: lo stress delle grandi metropoli e l'impasse di quasi
tutto il Sud. E' l'Italia di Torino e Napoli, di Milano e Palermo,
delle costruzioni illegali, dei servizi mediocri, delle emergenze
- quella dei rifiuti su tutte - degli allarmi smog, della carenza
idrica. E' l'Italia di Reggio Calabria o Agrigento, ultime e
con un rendimento ambientale che nel tempo è sempre stato
pessimo».
Il centro urbano siciliano, ad esempio, non ha dati sulla qualità dell'aria,
non ha isole pedonali, non ha un'efficiente sistema di depurazione
delle acque sporche, non ha un trasporto pubblico decente, non
ha spazi verdi apprezzabili. In "compenso" ha tantissime
case abusive (14 ogni 10mila abitanti quelle costruite nel solo
2003) che si spingono fin dentro l'area archeologica della Valle
dei Templi, a ridosso dei monumenti greci dichiarati dall'Unesco
patrimonio dell'umanità. E che dire di Reggio Calabria,
che butta senza nessun filtro nei torrenti, nei fossi e nel mare
l'85% dei suoi scarichi fognari, che può "vantare" un
millimetro di pista ciclabile per abitante (ma Roma in questo
non è che possa esaltarsi, visto che si parla di 2 centimetri
per abitante), che consuma più elettricità della
media nazionale o che ha una concentrazione di nitrati nell'acqua
potabile di quattro volte superiore al tetto suggerito dall'Oms
per la tutela della salute. L'insostenibilità urbana abita
poi in tanti altri centri dalle dimensioni metropolitane o di
medie e piccole dimensioni: Nuoro, Frosinone, Catania, Trapani,
Ragusa, Vibo Valentia, Messina, Imperia, Sassari, Palermo. Solo
sei regioni piazzano capoluoghi ai primi 20 posti e sono le stesse
sei regioni (eccezion fatta per la Liguria) che non compaiono
affatto tra i 20 fanalini di coda. Lecco guida infatti una agguerrita
compagine lombarda che vede altri due comuni tra i primi cinque
(Mantova è terza, Pavia e quinta) e altri tre nelle prime
venti posizioni (Cremona, la reginetta del precedente Ecosistema
Urbano è sesta, Varese è 11ma , Bergamo 13ma).
En plein per i due capoluoghi del Trentino Alto Adige: a Trento
va il posto d'onore, a Bolzano l'ottava piazza. La Toscana ne
ha quattro tra le prime 20: Livorno e Pisa sono 7ma e 10ma, Siena
e Arezzo 16ma e 19ma. L'Emilia Romagna realizza una doppietta
con Ferrara quarta e Parma 15ma, come il Piemonte (Cuneo è nona
e Biella al 14mo), la Liguria (con La Spezia 18ma e Savona 20ma)
e il Friuli Venezia Giulia con Trieste 12ma e Udine 17ma.
Armando
Lapissi