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“Calabria Ora ” – Venerdì 30 giugno 2006 - pag. 14

 

La lunga lista dei quattordici siti “maltrattati”

Ogni regione italiana, secondo Legambiente, ha il suo “ecomostro” pronto all’agguato


REGGIO CALABRIA – Ricordano i vessilli piantati sugli alberi delle navi pirata, le 14 bandiere nere assegnate da Legambiente. I destinatari sono amministratori pubblici e società private che, secondo i circoli di Legambiente, si sono distinti per aver considerato il mare e le coste non risorse da valorizzare e tutelare, ma siti da cementificare selvaggiamente.
Ad attribuirli nel giorno del varo della campagna 2006 di Goletta Verde, Roberto Della Seta, Nuccio Barillà, Sebastiano Venneri, responsabile mare dell’associazione, Salvatore Granata segretario regionale per la Sicilia, e Antonino Morabito coordinatore regionale per la Calabria. Dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, l’Italia intera è bene rappresentata in questa hit-parade negativa. In cima alla classifica si colloca il Lazio, con ben tre bandiere assegnate alla società Penta srl di San Felice Circeo, per la proposta di raddoppiare i posti barca nel porto, allo stabilimento “Sole e Luna” di Marechiaro, e al comune di Fondi, per il mancato abbattimento dell’ecomostro dell’Isola di Ciurli. Gli altri “pirati del mare” insigniti sono: l’assessore ai trasporti della regione Friuli, Lodovico Sonego, la Giunta regionale del Veneto e quella siciliana, colpevoli di una frenetica cementificazione dei litorali, il Consorzio interprovinciale del Parco del Delta del Po per l’Emilia Romagna, il presidente del Parco Nazionale dell’arcipelago della Maddalena Gianfranco Cualbu, il Consiglio comunale di Ospedaletti e la Marinella spa di Sarzana per la Liguria, l’amministrazione comunale di San Vincenzo in provincia di Livorno, le Raffinerie Api di Falconara e i due primi cittadini Michele Rosato di Gizzeria e Mariano Bruno di Lipari. Legambiente ogni anno disegna una carta geografica degli interventi che danneggiano l’ambiente.
«In particolare i litorali siciliani vengono costantemente aggrediti con l’avallo delle istituzioni – ha affermato Salvatore Granata – la legge regionale del novembre 2005 sul demanio consente di realizzare strutture sulla linea di costa che vanno ben oltre lo stabilimento balneare».
Antonino Morabito, reduce dal tour “Occhio alle coste”, che ha interessato il litorale calabrese, ha stilato per la nostra regione un cahier de doléances dove occupano un posto di primo piano i problemi della depurazione.
«In molte regioni si evidenzia una rinnovata attenzione nei confronti dell’ambiente, e in particolare del mare – ha affermato Sebastiano Venneri – tra cui possiamo citare anche la Calabria, che ha deciso di affrontare i problemi della depurazione, e dove si è costituta una commissione per la lotta contro gli ecomostri».

m. g.

 

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