LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
..........
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Il Sole 24 Ore” – Lunedì 29 novembre 2004

 

Ecologia, vince Lecco


La città lariana secondo un rapporto di Legambiente e del Sole 24 Ore ha il migliore ecosistema urbano. Ultima Reggio Calabria

È ancora una città del Nord a vincere la classifica stilata ogni anno da Legambiente: «Ecosistema urbano 2005», quest’anno pubblicato integralmente su «Il Sole 24 Ore del lunedì», assegna il gradino più alto a Lecco (negli ultimi due anni sul podio era salita Cremona).


FOCUS AMBIENTE
Ecosistema urbano 2005 Legambiente - Il Sole 24 Ore
Il Dossier sulla qualità della vita 2003


Ultima - in compagnia di molte altre realtà del Mezzogiorno - Reggio Calabria. A premiare la città lombarda le positive performance nei servizi e la buona qualità dell’aria. A penalizzare la seconda soprattutto problemi come l’acqua, i rifiuti, il traffico.
Ma al di là della pagella finale, importanti sono le fotografie scattate da Legambiente - attraverso una serie di 26 parametri che spaziano dall’acqua all’aria, dai trasporti alla raccolta differenziata, dai consumi elettrici all’impegno di imprese ed enti locali - dove ora l’una, ora l’altra delle 103 città capoluogo mettono a segno apprezzabili risultati di "vivibilità".
La sintesi del rapporto di Legambiente - Il Sole 24 Ore.
Lecco, Trento, Mantova. Eccolo il podio, tutto nordico, di Ecosistema Urbano 2005, il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità ambientale delle città italiane che da quest’anno si avvale della preziosa collaborazione de Il Sole 24 Ore. Con i suoi 100mila e più dati raccolti “alla fonte” delle amministrazioni comunali, i suoi 26 indicatori (dalla raccolta differenziata al trasporto pubblico, dall’abusivismo edilizio al verde, dallo smog all’acqua potabile) ed elaborati insieme all’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, Ecosistema Urbano - giunto alla sua undicesima edizione - stila una graduatoria delle città italiane: da quella dove la qualità ambientale è migliore alla più arretrata. Allora prima di tutto va reso merito a chi quest’anno occupa il gradino più alto del podio.
Lecco ha raggiunto il vertice della classifica. Si piazza ad esempio seconda dietro Verbania per la raccolta differenziata; alle spalle di Siena, Pavia e Rieti per la qualità del trasporto pubblico; tra le prime dieci per quantità di rifiuti prodotti e per numero di automobili in circolazione; in 33a e 44a posizione per l’estensione delle zone a traffico limitato e per la lunghezza delle piste ciclabili. Poi tanti piazzamenti di metà classifica - come quelli per i consumi d’acqua potabile - e anche un paio di scivoloni sul verde urbano o sulla grandezza delle isole pedonali.
«Accomuna l’intero plotone delle prime - sottolinea Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - il fatto che siano tutte città medio-piccole, del centro-nord (Livorno e Pisa le più meridionali), con una tradizione di buona amministrazione e servizi pubblici abbastanza efficienti. Ma Ecosistema Urbano svela anche l’altra faccia della medaglia: lo stress delle grandi metropoli e l’impasse di quasi tutto il Sud. È l’Italia di Torino e Napoli, di Milano e Palermo, delle costruzioni illegali, dei servizi mediocri, delle emergenze - quella dei rifiuti su tutte - degli allarmi smog, della carenza idrica. E’ l’Italia di Reggio Calabria o Agrigento, ad esempio, ultime quest’anno e con un rendimento ambientale che nel corso del tempo è sempre stato pessimo».
Il centro urbano siciliano infatti non ha dati sulla qualità dell’aria, non ha isole pedonali, non ha un’efficiente sistema di depurazione delle acque sporche, non ha un trasporto pubblico decente, non ha spazi verdi apprezzabili. In “compenso” ha tantissime case abusive (14 ogni 10mila abitanti quelle costruite nel solo 2003) che si spingono fin dentro l’area archeologica della Valle dei Templi, a ridosso dei monumenti greci dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
E che dire di Reggio Calabria, che butta senza nessun filtro nei torrenti, nei fossi e nel mare l’85% dei suoi scarichi fognari, che può “vantare” un millimetro di pista ciclabile per abitante, che consuma più elettricità della media nazionale o che ha una concentrazione di nitrati nell’acqua potabile di quattro volte superiore al tetto suggerito dall’Oms per la tutela della salute umana. L’insostenibilità urbana abita poi in tanti altri centri dalle dimensioni metropolitane o di medie e piccole dimensioni: Nuoro, Frosinone, Catania, Trapani, Ragusa, Vibo Valentia, Messina, Imperia, Sassari, Palermo.
Nord e Sud. Lecco guida una agguerrita compagine lombarda che vede altri due comuni tra i primi cinque (Mantova è terza, Pavia è quinta) e altri tre nelle prime venti posizioni (Cremona, la reginetta del precedente Ecosistema Urbano è 6a , Varese è 11a , Bergamo 13a). En plein per i due capoluoghi del Trentino Alto Adige. A Trento va il posto d’onore, a Bolzano l’ottava piazza. La Toscana ne ha quattro tra le prime 20: Livorno e Pisa sono 7a e 10 a, Siena e Arezzo 16a e 19a. L’Emilia Romagna realizza una doppietta con Ferrara 4a e Parma 15a, così come il Piemonte (Cuneo al 9° posto e Biella al 14°), la Liguria (La Spezia 18a e Savona 20a) e il Friuli Venezia Giulia (Trieste 12a e Udine 17a). Solo sei regioni piazzano capoluoghi ai primi 20 posti e sono le stesse sei regioni (eccezion fatta per la Liguria) che non compaiono affatto tra i 20 fanalini di coda.
Le performance migliori come detto sono di dominio del nord. Matera è il primo capoluogo meridionale: siamo però già alla posizione numero 29. Speculare, e dunque opposta, la situazione in fondo alla graduatoria saldamente in mano alla Sicilia (7 capoluoghi sui 15 gradini più bassi), alla Calabria e alla Sardegna (entrambe con 3 città tra le peggiori). Tra le grandi città Bologna è la prima al 23° posto e Palermo l’ultima (92a), tra le metropoli vince Roma (55a posizione generale), che allunga il passo rispetto a Milano e Napoli (relegate all’81° e all’84° posto).
Sotto il profilo della gestione ambientale, fra nord e sud, c’è dunque ancora un abisso. Dei 12 capoluoghi che non effettuano un monitoraggio della qualità dell’aria o non sono in grado di delineare un quadro attendibile 12 si trovano al sud. E se cerchiamo fra le città (56) che effettuano un monitoraggio completo ne troviamo solo 10 del meridione. Il 60% delle città che depurano meno della metà dell’acqua di fogna è al sud, nella graduatoria della raccolta differenziata la totalità delle città che già si è adeguata ai limiti di legge è settentrionale: la prima città del sud che incontriamo è Teramo, al 43° posto, col suo 24,8%. Le ultime 28 posizioni poi, quelle sotto il 10%, sono tutte, per il sud e per il centro. Per non dire del trasporto pubblico: tra le metropoli la peggiore è Napoli, tra le grandi città Bari, tra le medie Latina, tra le piccole Ragusa.
Le grandi città. Roma da un anno all’altro guadagna 11 posizioni e si piazza al 55° posto staccando le due aree metropolitane di Milano e Napoli, le altre due che superano in Italia il milione di abitanti. Migliora la depurazione capitolina, migliora il trasporto pubblico, cresce la superficie delle zone a traffico limitato. Di fortemente negativo, la capitale il ciclo dei rifiuti: il 10% di raccolta differenziata a fronte di una produzione annua pro-capite di 654 chilogrammi di spazzatura, mezzo quintale in più della media nazionale. Pessima la qualità dell’aria, come a Milano e Napoli, frutto anche qui di un deciso stallo nelle politiche della mobilità (ci sono 76 automobili per 100 abitanti e pochi interventi per ridurre la congestione quotidiana).
Generalmente è proprio nel campo della mobilità che si registrano nelle grandi città i deficit maggiori figli di una congestione delle arterie viarie quotidiana, di valori di inquinamento atmosferico e acustico preoccupanti per la salute. Venezia e Bari sono le uniche due città a rientrare nel limite di 54 microgrammi per metro cubo previsto per il biossido di azoto relativamente al 2003, mentre a Genova, Roma, Firenze, Palermo e Bologna ci sono aree critiche dove si supera di oltre il doppio il valore obiettivo di 40 microgrammi per metro cubo che entrerà in vigore nel 2010. Solo Catania riesce a rimanere al di sotto del limite di 43,2 microgrammi per metro cubo previsto per il Pm10. Nel corso del 2003 le concentrazioni di polveri sottili sono state particolarmente alte a Torino, Genova, Verona e Firenze dove in alcune aree critiche è stato superato di oltre il 50 per cento il valore obiettivo di 40 microgrammi per metro cubo previsto per il 2005. Soltanto Bari è a posto per entrambi i parametri di NO2 e Pm10.
D’altronde Roma, Torino, Milano, Napoli hanno una densità di motorizzazione incredibile, con un record nella capitale di 76 auto ogni 100 abitanti. Considerando anche i non patentati c’è quasi un auto a testa. Chi sta facendo qualcosa, nel campo della mobilità, lo fa mettendo in campo toppe troppo sfilacciate per poter coprire la voragine. C’è chi punta sulle targhe alterne episodiche - come Roma o Bologna - chi sugli stop estemporanei della circolazione - come Milano - chi sul blocco delle non catalizzate o dei vecchi diesel. Di infrastrutturale c’è davvero poco, anche se vanno segnalati positivamente i casi di chi - come Firenze - sta puntando su ampie isole pedonali e zone a traffico limitato. A livello nazionale si ripropone una politica di opere pubbliche tutta fatta di asfalto, a livello locale il trasporto pubblico è una cenerentola, i bus sono considerati al pari delle automobili: viaggiano quasi sempre sulle stesse strade (e non in corsie riservate) e dunque hanno tempi di percorrenza spaventosi e inesistenti sono la puntualità e l’efficienza.
La metodologia. Il rapporto raccoglie ogni anno, sia con questionari e interviste dirette ai 103 comuni capoluogo di provincia sia sulla base di altre fonti statistiche, informazioni su 125 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati. Questa raccolta viene sintetizzata in 26 diversi indicatori di qualità ambientale riferibili a tre macro-classi: indicatori di pressione che misurano il carico generato sull’ambiente dalle attività umane (consumi di acqua potabile, di carburante, di elettricità, produzione di rifiuti solidi urbani, tasso di motorizzazione), indicatori di stato che misurano la qualità dell’ambiente fisico (smog, inquinamento idrico), indicatori di risposta che rendono una misura della qualità delle politiche messe in campo dall’amministrazione pubblica o dalla città più in generale (abusivismo edilizio, perdite della rete idrica, depurazione, raccolta differenziata, trasporto pubblico, isole pedonali e zone a traffico limitato, piste ciclabili, aree verdi, gestione ambientale nelle imprese e nella pubblica amministrazione, monitoraggi e rilevamenti della qualità ambientale).

Il Sole 24 Ore - www.ilsole24ore.com

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © 2004 - 2006 - Legambiente Ricadi