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“Il
Giornale di Calabria”
– Martedì 29 luglio 2008 |
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Goletta
Verde “promuove” il Tirreno
Presentata
a Tropea la campagna di monitoraggio delle acque. Preoccupa
l’abusivismo edilizio
TROPEA - Acque cristalline
lungo tutta la costa calabrese. Eccezione fatta per Villa
S. Giovanni, sul versante tirrenico,
e Melito di Porto Salvo per quello ionico. Allarmante, invece,
la situazione delle foci dei fiumi, immancabilmente inquinate.
Questi i risultati emersi dal monitoraggio sulle acque di balneazione
della Regione realizzato da “Goletta Verde”, la
campagna di analisi e informazione sullo stato di salute del
Mare Nostrum firmata Legambiente e realizzata con il contributo
di Vodafone Italia, Italgest Mare e la collaborazione del Ministero
dell’Ambiente e tutela del Territorio e del Mare.
Come di consueto i biologi del laboratorio mobile del Cigno
Verde hanno passato al setaccio le acque di balneazione, mettendo
a fuoco coliformi e streptococchi fecali, batteri-spia della
pressione antropica sul mare, come previsto dalla legge italiana
(Dpr 470/82). I tecnici di Legambiente hanno, inoltre, analizzato
gli Escherichia Coli, microrganismi che vivono esclusivamente
nell’intestino umano e che sono il nuovo termine di riferimento
della direttiva europea recepita in Italia con il Dlgs 30 maggio
2008 n. 116, poiché sono sintomo inequivocabile di inquinamento
antropico.
I prelievi di Goletta Verde sono campionamenti puntuali e non
continuativi: si tratta di un’istantanea sulla condizione
del mare relativa al momento del prelievo. L’intervento
di Legambiente non si configura come una competizione nei confronti
delle Arpa e delle autorità preposte al campionamento
e alle analisi, ma piuttosto come stimolo alle amministrazioni
per la tutela della salute del mare.
A presentare i risultati delle analisi, resi pubblici questa
mattina in conferenza stampa a Tropea, sono stati: Rina Guadagnini,
portavoce Goletta Verde; Nunzio Cirino Groccia, Segreteria
nazionale Legambiente; Nino Morabito, presidente Legambiente
Calabria; Franco Saragò, Segreteria Legambiente Calabria;
Osvaldo Giofrè, vicepresidente Circolo Legambiente Ricadi;
Antonella Pupo, presidente Circolo Legambiente Vibo Valentia;
Eleonora Soligo, Responsabile Comunicazione Corepla e Pino
Colloca, Comandante della Capitaneria di Porto di Tropea. Sono,
inoltre, intervenuti i Sindaci dei Comuni della fascia costiera
della provincia di Vibo Valentia; Francesco Marcianò,
Assessore provinciale all’Ambiente e l’Arpacal.
Quindici su sedici i punti di campionamento sulle acque di
balneazione prelevati sul versante tirrenico della Regione
risultati puliti, quindi con tutti i parametri esaminati entro
i limiti di legge. Si tratta di: Praia a Mare, Scalea, Diamante,
Cetraro e Amantea per la provincia di Cosenza; Gizzeria per
quella di Catanzaro; Nicotera, Ricadi, Tropea, Pizzo Calabro,
Joppolo e Ricadi per la provincia di Vibo Valentia; Scilla,
Bagnara e Palmi per il territorio di Reggio Calabria. Soffre,
invece, Villa San Giovanni, che ha fatto registrare due parametri
molto al di sopra dei limiti di legge.
«Anche quest’anno - ha dichiarato Franco Saragò,
della Segreteria di Legambiente Calabria - a conferma delle
nostre varie denunce, dai campionamenti di Goletta Verde emerge
una situazione di grave sofferenza nei pressi delle foci dei
corsi d’acqua delle coste Vibonesi e degli Dei. In particolare
il fiume Mesima, che forse più di altri raccoglie liquami
non depurati provenienti anche dai comuni dell’entroterra,
si riconferma fortemente inquinato. Stessa situazione, anche
se in misura più lieve, viene evidenziata a Bivona,
uscito leggermente inquinato. Altre sofferenze sono evidenti
anche nei pressi dei punti di scarico di alcuni depuratori.
Ciò a testimonianza che il vero tallone d’Achille
dell’inquinamento marino continua a essere una depurazione
del tutto deficitaria». In generale, dai risultati delle
analisi sulle acque di balneazione effettuate dai biologi di
Goletta Verde, le condizione del mare calabrese, e in particolare
delle coste Vibonesi, appaiono sostanzialmente buone. Ma, nonostante
il quadro positivo, non bisogna assolutamente abbassare la
guardia, tanto più che questi risultati sono stati condizionati
in positivo da una presenza turistica ridotta. Sull’attribuzione
delle Vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano
assegnate alla costa Vibonese registriamo, ha proseguito Franco
Saragò «una sostanziale stabilità, ma se
confrontata con le valutazioni degli ultimi anni si evidenzia
un calo generale, segno evidente di scarsa attenzione verso
politiche di valorizzazione e riqualificazione del territorio.
Apprezzabile, invece, lo spunto offerto dalla legge regionale
che ha previsto l’istituzione di cinque nuove aree marine
protette e che dovrebbero essere da stimolo per le amministrazioni
locali per autentiche politiche di protezione del territorio
costiero. Aree tutelate che, come tutti i parchi, rivestono
un ruolo fondamentale nella tutela e valorizzazione degli ecosistemi
interessati e nella salvaguardia della biodiversità.
Le AMP, inoltre, sono per la Regione un’occasione unica
per il rilancio di un turismo di qualità e di una politica
attenta ai delicati ecosistemi marini, che Legambiente non
può non apprezzare e sostenere».
Osvaldo Giofrè, vicepresidente del Circolo Legambiente
di Ricadi, ha sottolineato che la questione degli accessi negati
alle spiagge del Vibonese non è più rinviabile. «I
comuni si devono dotare al più presto dei piani spiaggia
per regolamentare una situazione particolarmente critica che
pregiudica il libero accesso ai litorali».
Se dal mare calabrese non arrivano allarmi, a preoccupare,
e molto, sono le foci dei fiumi e non solo quelle del Vibonese.
Sul versante tirrenico, tre su quattro sono risultate gravemente
inquinate e una leggermente inquinata. A far schizzare alle
stelle i valori degli indicatori microbiologici analizzati
sono state le foci di Lao (Cs), Turrina (Cz) e Mesima (RC).
Leggermente inquinato, invece, la foce di un canale a Bivona
(VV). Seppur non balenabili per definizione, le foci sono state
prese in esame perché rappresentano un indicatore fedele
della buona o cattiva depurazione. Assolutamente speculare
alla situazione del versante tirrenico, anche lo stato di salute
delle acque di balneazione della costa jonica della Calabria.
Dove diciassette campioni analizzati su 18 sono risultati puliti,
mentre il diciottesimo è uscito inquinato. Ancora: due
delle quattro foci prese in considerazione sulla costa orientale
della Regione sono risultate gravemente inquinate e una leggermente
inquinata, mentre l’ultima non ha fatto registrare parametri
oltre i limiti di legge.
«I risultati delle analisi riscontrati da Goletta Verde - ha
sottolineato Nino Morabito, presidente Legambiente Calabria
- evidenziano una situazione pressoché stazionaria rispetto
agli anni precedenti. A parte qualche variazione puntuale si
può dire che permane il generale forte deficit depurativo
che denunciamo da anni. Infatti sono gravi le situazioni riscontrate
su tutti i fiumi analizzati, che rappresentano una percentuale
significativa, ma non esaustiva, dei corsi d’acqua calabresi. È soprattutto
lungo i litorali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che
la situazione delle foci è da codice rosso. E tutto
questo carico di inquinamento microbiologico si riversa direttamente
in mare. Segno di interventi di depurazione molto carenti,
che richiedono la massima attenzione e iniziative non più procrastinabili.
Proprio su questo aspetto si gioca una delle scommesse sul
futuro di questa Regione. Come se non bastasse l’inquinamento
arriva in un territorio già ingiuriato dal cemento abusivo
in riva al mare. Alle parole devono seguire i fatti: chiediamo
all’Amministrazione regionale di prendere una volta per
tutte provvedimenti seri per risolvere i problemi della depurazione
e dell’inquinamento dei fiumi e del cemento in riva al
mare».