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“Il
Quotidiano della Calabria” – Domenica 29 aprile
2007 - pag. 12 |
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La
Corte di Giustizia dell’Ue condanna l’Italia, evidenziando
il dato negativo in fondo allo Stivale
Troppe
discariche, Calabria bocciata
447
siti per smaltire rifiuti abusivi. Peggio solo Puglia e Lombardia
CATANZARO
– La Calabria delle discariche abusive non piace all’Unione
Europea. 447 siti di smaltimento di rifiuti non autorizzati
sono davvero troppi, per considerare la regione in linea con
i parametri di una società considerata “civile”.
Ed anche l’estensione delle aree utilizzate come pattumiere
a cielo aperto – 1.655 chilometri quadrati su un territorio
che ne conta appena 15.080 – sono davvero troppi. Così
la Calabria finisce nel gran calderone dell’Italia sanzionata
dalla Corte di giustizia europea che, con la sentenza c135/05
di giovedì scorso ha dato uno schiaffo pesantissimo al
sistema di smaltimento e gestione dei rifiuti dell’intera
Penisola.
I primi rimproveri, del resto, risalgono a parecchi anni fa,
quando – dopo una serie di denunce, interrogazioni parlamentari
e articoli di stampa – la Commissione europea mise gli
occhi su un disastroso rapporto del Corpo forestale dello Stato.
Pagine e pagine di dati e fotografie, che tracciavano un quadro
devastante di incuria e illeciti, e che spinsero l’organismo
a chiedere conto all’Italia di tanta devastazione. Le
richieste di informazioni, però, caddero nel vuoto e
la Commissione nel 2003 invitò la Repubblica italiana
a conformarsi alle regole dell’Unione. Una sollecitazione
mai recepita che, alla fine, spinse la Commissione a presentare
ricorso alla Corte di giustizia, ottenendo da quest’ultima
ragione appena pochi giorni fa.
E se la sentenza di giovedì censura tutta Italia e la
sua politica sbagliata di gestione dei rifiuti, il quadro della
Calabria, che emerge dai dati posti dai giudici di Lussemburgo
a fondamento della loro decisione, non è certo dei migliori.
Il numero delle discariche abusive è elevatissimo: 447,
ed è inferiore solo a quel 599 della Puglia e al 541
della Lombardia. Ugualmente negativo è il rapporto tra
siti attivi (81) e non attivi (3667), così come la proporzione
tra discariche bonificate (19) e non bonificate (428). Anche
da quest’ultimo dato, si evince una posizione di superiorità
negativa della Calabria rispetto a quasi tutte le altre regioni
d’Italia, dal momento che solo la Puglia, che pure ha
un territorio di gran lunga più vasto, ha un numero di
siti non bonificati superiore al nostro.
La situazione, insomma, non è delle migliori. E risolverla
non sarà impresa facile per il neo commissario all’emergenza
ambientale, Salvatore Montanaro, chiamato dal Governo a gestire
il settore più in affanno dell’intera regione.
Del resto, il fatto che nel quadro dell’emergenza, la
questione rifiuti sia un nodo cruciale, è di tutta evidenza.
Non a caso, l’ex commissario Antonio Ruggiero, prima di
lasciare l’incarico nel gennaio scorso, ha stilato un’impietosa
relazione nella quale ha messo in luce tutti i nodi irrisolti
del settore. A partire, naturalmente, dal grande buco nero delle
discariche, sul quale ha fatto il punto anche nel “Programma
di attività della struttura commissariale”, soffermandosi
in particolare sulla mancata attuazione dei programmi.
«Il Piano regionale dei rifiuti – scrisse all’epoca
il commissario – aveva previsto di realizzare 11 discariche,
ma ne sono state costruite solo cinque. Gli altri obiettivi
contenuti nel Piano non sono stati raggiunti per mutazioni di
orientamento delle istituzioni locali, esasperati campanilismi,
con il corollario di turbative dell’ordine pubblico e
ricorsi giurisdizionali».
Parole pesanti, che Ruggiero non risparmiò e che gli
permisero di delineare, alla luce di un’esperienza diretta
sul campo, un quadro del tutto negativo, che è perfettamente
in linea con la valutazione fatta dalla Commissione europea
prima e dalla Corte di giustizia dopo. Adeguarsi ai dettami
di Bruxelles, a questo punto, non è più solo una
possibilità ma una necessità ineludibile, se non
si vogliono rischiare pesanti sanzioni da parte dei giudici
dell’Unione.
Chiara
Spagnolo