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“Il
Quotidiano della Calabria” – Mercoledì 28
luglio 2004 – pag. 12 |
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Vibo
Valentia. Le prime reazioni alla nostra inchiesta sulla distruzione
di Capo Vaticano
«Fermate
quest’assurda follia»
Contestato
il silenzio di una politica che si rende complice
VIBO VALENTIA – Rabbia e sconcerto, ma anche la volontà di
non rassegnarsi, di continuare a combattere per difendere un
meraviglioso lembo di terra che la scellerata politica dell’uomo
distrugge giorno dopo giorno. Sono queste le prime reazioni che
si registrano dopo l’avvio della nostra inchiesta sugli
ecomostri che hanno invaso – seguendo un allarmante e irrefrenabile
processo di cementificazione – Capo Vaticano e la costa
di Ricadi.
Nel corso degli ultimi giorni la nostra redazione è stata fatta oggetto
di telefonate in segno di condivisione delle nostre denunce volte a rendere
giustizia del male che negli anni è stato inflitto a questi angoli di
paradiso. Naturalmente non potevano mancare i disappunti, i pareri contrari,
da parte di chi evidentemente non ha gradito il nostro operato. Noi andiamo
avanti per la nostra strada, coscienti di essere sostenuti dalle comunità ricadesi,
vibonesi e calabresi che intendono tutelare un patrimonio naturalistico e ambientale
di impareggiabile bellezza.
«Si può solo esprimere sconcerto di fronte alla perseveranza con
cui alcuni politici continuano a sostenere questo aberrante processo di autodistruzione».
Esordisce così Giuseppe Paolillo, segretario regionale del Wwf, «Abbiamo
assistito – prosegue – ai casi di Cirella e Praia a Mare, adesso
a quello di Capo Vaticano. Situazioni in cui emerge chiaramente la responsabilità di
una classe politica che continua a segare il ramo su cui siamo tutti seduti.
Quanto sta accadendo sulla costa di Ricadi è allucinante. E’ pura
follia. Il Wwf ha recepito centinaia di messaggi da tutto il mondo per contestare
la creazione del porto nei pressi di Capo Vaticano. E io mi chiedo come si fa
a sostenere l’utilità di un porto turistico quando sono gli stessi
turisti a non volerlo. Voi pensate – aggiunge Paolillo – che c’è qualcuno
che vorrà fare il bagno fra i motoscafi che sfrecciano o fra gli scarichi
delle barche?».
Il segretario del Wwf attacca quindi la Regione: «Fermo restando che
chi rimane in silenzio è complice, l’atteggiamento della Regione
si commenta da sé. Anzi – continua aspramente – voglio raccontarvi
un aneddoto. Recentemente la Regione ha fatto stampare dei calendari da tavolo
con foto patinate. Era logico che la foto più bella fosse quella di
luglio. E la Regione ci ha fatto mettere un’immagine della meravigliosa
scogliera di Copanello aggredita dal cemento. Ma com’è possibile?
Quella foto andava utilizzata per un servizio di denuncia, per dimostrare come
la speculazione edilizia sta distruggendo le nostre splendide coste e non per
la promozione. Cosa vuole promuovere la Regione, forse il cemento che distrugge
ogni cosa?».
Paolillo conclude: «Io dico che errare è umano, perseverare è calabrese.
Noi non abbiamo il senso del bello, noi amiamo solo distruggere. Gradirei che
storici e sociologi inizino ad indagare a fondo e ci facciano capire da dove
nasce questa nostra assurda follia».
«Andate avanti con quest’inchiesta, non vi fermate», questo
invece l’invito del senatore Nuccio Iovene, capogruppo dei Ds nella commissione
parlamentare Diritti umani. «La bellezza delle nostre coste rappresenta
una delle nostre principali risorse. Purtroppo – rimarca Iovene – c’è chi
per insipienza, avidità e malgoverno contribuisce ad accelerare il processo
di demolizione di un litorale già assaltato dall’erosione e dall’inquinamento».
Il senatore diessino aggiunge: «Speculazione edilizia e cementificazione
stanno minando le qualità fondamentali per le quali i nostri turisti
sono attratti, il mare pulito, paesaggi unici e irripetibili, proprio così com’era
Capo Vaticano. Noi – conclude Nuccio Iovene – dobbiamo batterci,
anche se la politica di questo governo dei condoni porta l’intero sistema
in una direzione sbagliata. E nessuno s’illuda di poter mettere in discussione
gli interessi generali in nome di quelli privati. Perché quando Capo
Vaticano sarà davvero distrutta non ci saranno più neanche interessi
individuali da salvaguardare».
Durissimo anche il commento del coordinatore regionale di Italia dei Valori
Beniamino Donnici: «E’ una cosa indegna ciò che sta accadendo.
Ho trascorso per 14 anni le mie vacanze a Capo Vaticano, ma, a prescindere
da questo, Capo Vaticano è un luogo che sento mio perché sono
calabrese. Distruggerlo così come sta avvenendo significherebbe cancellare
quell’immagine che è il simbolo della nostra regione nel mondo.
E’ come – evidenzia Donnici – se a Roma si abbattesse il
Colosseo. E’ grave che ciò avvenga nell’indifferenza e nel
silenzio. Serve una mobilitazione, un cambiamento culturale, ma soprattutto
dobbiamo dimostrare che noi abbiamo il coraggio di dibattere, perché c’è omertà e
nel Vibonese la gente ha paura di parlare, di denunciare gli abusi».
In ultimo, da parte del coordinatore regionale di Idv, una stilettata
all’assessore regionale all’Ambiente Domenico Antonio
Basile: «Lui è un vibonese, sarebbe lui a doversi
alzare la mattina presto per recarsi a Capo Vaticano e scovare
gli ecomostri, ma lui non ha intenzione di ascoltare le ragioni
del suo territorio e si rende protagonista invece di un atteggiamento
sconcertante di fronte agli scempi che hanno rovinato le coste
calabresi. E il momento che Basile e tutti quelli che con il
loro silenzio sono complici di questo scandaloso processo escano
davvero allo scoperto».
Pietro
Comito