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“Calabria
Ora ” – Giovedì 27 luglio 2006 - pag.
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Un
mare sporco di malapolitica
Il
nuovo dossier di Legambiente smaschera gli zozzoni e i faccendieri
COSENZA
– Non è solo una questione di consorterie “ecomafiose”.
Nel dossier “Mare Monstrum 2006” redatto da Legambiente
c’è anche il ritratto di un’Italia vessata
da negligenze e abusi, certamente delinquenziali, pur di bassa
lega ma ugualmente devastanti.
Il nuovo rapporto stilato dal movimento ambientalista sulle
considerazioni del nostro mare, fotografa esattamente quanto
nell’arco dell’anno è stato monitorato lungo
le coste dello Stivale. I dati espressi nel rapporto sono per
lo più il frutto di operazioni di polizia condotte da
tutte le forze dell’ordine territoriali: Carabinieri,
Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto,
Corpo Forestale dello Stato.
La Calabria che – ben si sa – subisce gli effetti
di un’esecrabile esercizio del potere politico-amministrativo,
svetta in quasi tutte le classifiche negative stilate da Legambiente.
Si tratta di veri e propri attacchi all’ambiente: reati
spesso rimasti impuniti e spesso commessi con il concorso consapevole
delle cosiddette “classi dirigenti”.
L’elenco delle speculazioni – o aggressioni che
dir si voglia – è già lungo se ci si sofferma
all’attualità. Diventa enciclopedico qualora si
considerino i disastri commessi nel passato. E lo scenario peggiore
se nessuno frena quanto è possibile e verosimile che
accada in un futuro neanche tanto lontano.
Abusivismo edilizio, truffe sulla depurazione delle acque e
sul sistema fognario, inquinamento dei bacini fluviali, pesca
di frodo, navigazione contro le norme di legge: è questa
la “gloriosa” lista dei reati che inchioda la Calabria
ai primi posti del malaffare.
E se il presidente della Regione Agazio Loiero, la scorsa estate
ha chiesto scusa agli italiani per le condizioni del nostro
mare, quest’anno ha manifestamente avversato la realtà
dei fatti. Arrivando a dichiarare che il nostro mare è
pulito e che le condizioni di criticità sono isolate
a poche località costiere.
Quest’anno però, Legambiente scrive che «il
mare è sempre più inquinato. Numeri da record
per quanto riguarda gli illeciti nel settore dell’inquinamento,
raddoppiati rispetto all’anno scorso».
Il presidente Loiero abbia la compiacenza di arrendersi alla
visibile realtà dei fatti e tiri le somme sulle responsabilità
dei misfatti.
Per quanto riguarda ciò che Legambiente chiama il “mare
illegale”, in Calabria nel corso del 2005 sono state accertate
1485 infrazioni, arrestate o denunciate 379 persone, effettuati
398 sequestri. In sintesi sono state commesse almeno due infrazioni
per ogni chilometro di costa.
Passiamo al cemento. «Nella speciale classifica dell’abusivismo
edilizio costiero – si legge nel dossier di Legambiente
– al terzo posto troviamo la Calabria (538 infrazioni
accertate e 142 persone segnalate all’autorità
giudiziaria) e 151 sequestri effettuati».
Un capitolo a parte Legambiente lo dedica a Crotone e al progetto
dell’Europaradiso. Una sorta di città nella città
da realizzare lungo sei chilometri di litorale, su un’area
di 1.200 ettari: strutture alberghiere per circa un milione
e mezzo di metri quadrati e oltre 4 milioni di metri cubi. Il
tutto per una spesa di 10 miliardi di euro.
La struttura potrebbe accogliere 60mila turisti, «lo stesso
numero di abitanti – scrive Legambiente – della
vicina Crotone».
Contro il progetto Legambiente ha appena presentato un esposto
alla Commissione europea.
«L’area da sacrificare alla megalomania di una cordata
internazionale di imprenditori – si legge nel dossier
Mare Monstrum – capeggiata dal magnate israeliano David
Appel, è un’area naturalistica del crotonese, alla
foce del fiume Neto: zona di grande pregio naturalistico, già
oasi di protezione della selvaggina, da anni Important bird
area (Iba) e proposto Sito di interesse comunitario, in procinto
di essere trasformata in Parco fluviale e da poco Zona di protezione
speciale».
Il progetto non è piaciuto ai greci, che lo hanno respinto
al mittente. Ha fatto invece gola ai calabresi.
Nell’occhio del ciclone ambientalista finiscono anche
Praia a Mare e il suo ecomostro di Fiuzzi, Guardavalle e il
Faro Punta Stilo, Badolato Marina e il villaggio Bocca di Gallipari,
Scalea e la sua aviosuperficie, Gizzeria e il progetto di un
villaggio sul Lago La Vota. Ma la lista è molto più
lunga. Senza contare le centinaia di discariche abusive (non
ancora censite) sparse su tutta la regione, spesso composte
di rifiuti tossici rilasciati anche sulle sponde o in prossimità
di fiumi e torrenti.
Dalla terra dei commissari, non è tutto. E il delitto
continua.
Luigi
Guido