LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
..........
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Il Quotidiano della Calabria” – Sabato 26 giugno 2004 – pag. 16

 

I dati emersi dal rapporto “Mare Monstrum” 2004 di Legambiente

Calabria al terzo posto

In vetta alla classifica sulle costruzioni abusive sul demanio

 

INQUINAMENTO, problemi ai sistemi di depurazione, abusi edilizi sulla costa, infrazioni al codice della navigazione e alla legislazione in materia di pesca.
Legambiente, anche per il 2004, presenta il suo rapporto Mare Monstrum. Passata al setaccio l’intera costa italiana, individua i punti di forza e di debolezza regione per regione, località per località, spiaggia per spiaggia. E non trova, purtroppo, significativi momenti di crescita. Certo, non mancano le soddisfazioni – come nel caso delle demolizioni di veri e propri ecomostri lungo i litorali – ma, restano in tutta la loro evidenza i problemi del Belpaese. E della nostra regione.
La Calabria – assieme a Campania, Puglia e Sicilia – detiene il 55 per cento delle nuove costruzioni abusive: in particolare, nel dossier 2004, la Calabria occupa il non invidiabile terzo posto (dopo Lazio e Sicilia) nella classifica degli abusi edilizi sul demanio. Sono state, infatti, accertate 547 infrazioni, sono state denunciate o arrestate 605 persone, sono stati effettuati 124 sequestri.
Ecco perché la Legambiente tiene alta la guardia sui possibili illeciti e le brutture che ci sono lungo le coste calabresi e guarda con attenzione e segue con molto rigore quanto si sta verificando nel Cosentino con i casi di Praia a Mare e Diamante.
E la nostra regione si trova al sesto posto nella “classifica del mare illegale” con 1178 infrazioni accertate, 857 persone denunciate o arrestate e 397 sequestri effettuati (dati che comunque sono in lieve diminuzione rispetto all’anno scorso). E continua ad avere seri problemi nella gestione ambientale tanto che la Legambiente consegnerà la Bandiera Nera al presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, nella sua qualità di commissario delegato per l’emergenza ambientale per la disastrosa situazione della depurazione in Calabria.
Certo, non mancano i motivi di soddisfazione. Vano ricordate infatti le demolizioni – avvenute nel corso del 2003 – delle costruzioni abusive di Rossano Calabro.
“Il mare calabrese, nonostante i 52 chilometri di costa in cui è stata vietata la balneazione nel 2003, è in buone condizioni – spiega il presidente di Legambiente Calabria, Lidia Liotta – Le condizioni territoriali ed economiche hanno permesso di conservare il nostro mare. Il problema sta tutto nella cattiva gestione amministrativa e politica, nella scarsa attenzione che le istituzioni dedicano alla salute delle nostre coste e delle nostre acque marine. E’ per questo che la nostra associazione ha voluto assegnare la Bandiera Nera al presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti”. “Certo – insiste il presidente regionale dell’associazione del Cigno verde – è necessario anche che i cittadini abbiano più cura per una delle principali risorse della loro terra, ma sono indispensabili controlli serrati, scelte ponderate: non si possono avvantaggiare gli ecofurbi. Da parte nostra continueremo nella nostra azione di vigilanza rigorosa su tutti i casi di presunte illegalità che si presentano sul territorio. Grande attenzione dedicheremo anche ai due casi che sono stati segnalati nel Cosentino in questi giorni. Senza sconti per nessuno”.

IL DOSSIER

Pirati all’assalto
Le Bandiere Nere 2004

Sono le Bandiere meno ambite d’Italia, quelle che segnalano i ”nuovi pirati del mare”: amministrazioni, politici, imprenditori, società private che si sono contraddistinte per attacchi o danni all’ambiente marino e costiero. Sono le Bandiere Nere che ogni anno la Legambiente assegna in tutta la Penisola e che saranno consegnate dalla Goletta Verde, l’imbarcazione del Cigno verde che è salpata proprio ieri per i mari d’Italia e, per la prima volta, di Francia, Spagna e Croazia.
La Legambiente assegnerà quest’anno la Bandiera Nera anche al Governatore della Calabria Giuseppe Chiaravalloti “…in qualità di Commissario delegato per l’emergenza ambientale in Calabria, perché in quasi sette anni di attività e nonostante centinaia di miliardi di vecchie lire spesi per costruire depuratori e fognature, ha clamorosamente fallito l’obietivo, così come si evince da una recente relazione della Corte dei Conti”.

Gli ecomostri

Tra le vecchie conoscenze nella nostra Regione continuiamo purtroppo a registrare i casi:

Riserva marina di Capo Rizzuto

Ben 57 costruzioni abusive (10 nel comune di Crotone e 47 in quello di Capo Rizzuto) per 48.600 metri cubi, sono state individuate dalla Capitaneria di porto di Crotone, nell’area di demanio costiero della Riserva di Capo Rizzuto e nella fascia di rispetto che interessa ben 38 chilometri di costa. Insomma, sono circa 16.100 i metri cubi abusivi nell’area demaniale e il doppio, 32.500 metri cubi, nella fascia dei 30 metri dal limite demaniale.
Per intenderci, nel crotonese gli interventi più rilevanti sono quelli attorno al borgo marinaro di Cariati, Cirò Marina, la Marina Melissa e Strongoli, Capo Colonna a Crotone, Le Cannella, Capo Rizzuto, Capo Piccolo, e Le Castella ad Isola Capo Rizzuto ed infine il cosiddetto Steccato di Cutro.
Una morsa di cemento illegale, fatto di moli che si protendono in mare, porticcioli, fabbricati, muri di recinzione, piattaforme in cemento armato, porticati, che stringe e avvolge la stupenda riserva marina di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.
Tutte le gare fatte finora per demolire gli immobili sono andate deserte e nessuno, a cominciare dall’Ente gestore della Riserva, ha risposto alla stessa Capitaneria di Porto, che aveva dato la propria disponibilità a provvedere agli abbattimenti. E ancora oggi non si registrano novità volte a liberare questi luoghi. La Riserva interessa circa 38 chilometri di costa tra i comuni di Crotone e di Isola di Capo Rizzuto. Quest’ultimo è quello maggiormente interessato per estensione.

Baia di Copanello

Siamo nel Comune di Stalettì, in provincia di Catanzaro, sulla costa ionica della Calabria. In uno scenario di straordinaria bellezza “convivono” i due estremi, negativi e positivi, di tante aree del Mezzogiorno: l’ecomostro di cemento di Villaggio Lo Pilato, che con i suoi 16mila metri cubi deturpa la baia da oltre vent’anni; la tomba di Cassiodoro, il grande senatore e letterato romano del Vivarium, abbandonata a sé stessa nella più totale incuria e a pochi metri da un “illuminante” caso di scempio urbanistico. Sul Villaggio pende una ordinanza di demolizione del 1987, mai eseguita, e una gara di demolizione andata deserta. Sulla vicenda Legambiente ha presentato una denuncia le cui indagini sono ancora in corso.

Il cemento in spiaggia a Falerna Scalo

“Palafitta” e “trenino” non sono i nomi di due personaggi di una nuova serie di cartoni animati, ma bensì i nomignoli con cui i cittadini e i turisti di Falerno scalo, in provincia di Catanzaro, hanno soprannominato le due costruzioni realizzate sul bagnasciuga della costa calabrese. “Palafitta” con i suoi tre piani sfida continuamente le onde essendo stato costruito direttamente sulla battigia e nei giorni di mare leggermente mosso sembra che galleggi sul mare. “Trenino”, invece, con i suoi appartamenti a schiera realizzati direttamente sul bagnasciuga viene invaso dalla sabbia che spesso riempie completamente il piano terra. Si tratta di due esempi scellerati di aggressione al patrimonio costiero, sperando che al più presto il buon senso liberi questo pezzo di costa calabrese dal cemento selvaggio.

Le vittorie

Ma Mare Monstrum nel corso degli anni ha raggiunto anche importanti vittorie. Anche in Calabria. Due sono i casi nel 2003.

L’ecomostro di Punta Alice a Cirò Marina (Crotone)

E’ stato demolito a Cirò Marina, l’alto fabbricato, edificato negli anni settanta e mai del tutto finito, prospiciente le spiagge di Punta Alice.
L’ecomostro, su cui Legambiente aveva puntato i riflettori, è caduto sotto l’urto delle ruspe dopo che il Comune del crotonese aveva emanato un’ordinanza di demolizione. La costruzione che avrebbe dovuto ospitare uno stabilimento balneare, era stata realizzata in assenza di concessione edilizia e insisteva su un’area demaniale. La struttura portante in cemento armato era alta una quindicina di metri e presentava tre piani, un attico, due corpi di fabbrica a piano terra e una passerella. L’ultimo proprietario dell’immobile non si è opposto alla demolizione.

Stalettì (Catanzaro)

In questo caso si tratta di una vittoria parziale, perché l’ecomostro di Villaggio Lo Pilato con i suoi 16mila metri cubi continua a deturpare la Baia di Copanello di Stalettì, sul versante ionico catanzarese, ma comunque di vittoria si tratta perché la parte più evidente, uno scheletro di tre piani costruito proprio sulla scogliera è caduto sotto i colpi delle ruspe. La demolizione è avvenuta in tempi molto rapidi grazie anche allo stanziamento di 40.000 euro messe a disposizione dal ministero per l’Ambiente e la Tutela del territorio.

 

Il Quotidiano della Calabria - www.ilquotidianodellacalabria.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © 2004 - 2006 - Legambiente Ricadi