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“Calabria
Ora”
– Martedì 26 agosto 2008 -
pag. 28 |
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Il tracollo delle presenze e il turismo insostenibile
Qualche valida ragione per non venire qui in vacanza
Chi aspettava i
primi dati ufficiali per avere un’idea
del trend negativo della stagione turistica vibonese, è servito.
In pochi credevano ad un così considerevole calo delle
presenze, però i segnali di una simile disfatta, a guardar
bene, ci stavano tutti. Certo, l’impresa di distruggere
il turismo vibonese, in poco meno di dieci anni, appariva ardua
anche per i più feroci “predatori” del territorio
e per una classe politica sempre più lontana dai veri
problemi. Ma, con un mix micidiale di superficialità ed
arroganza, si è ugualmente riusciti in tale opera. E
senza fatica alcuna, perché questo risultato molte “teste
pensanti” locali sono riuscite a raggiungerlo quasi senza
alcuno sforzo, in maniera naturale (si fa per dire) e spontanea.
Indietro negli anni
Il Vibonese ha da sempre assorbito oltre il 50% delle presenze
turistiche dell’intera regione. Ma albergatori spesso
improvvisati ed una classe politica senza la minima concezione
di cosa voglia dire fare del turismo sano e sostenibile,
sono riusciti a far scappare quasi tutti. Sino ad un decennio
fa il mese di luglio era un normale periodo di vacanza. Un
po’ come avviene in tutta Italia e nel mondo. Il calo
graduale delle presenze nel mese di luglio è iniziato
infatti tra il ’97 e il ’98, arrivando a toccare
il fondo negli ultimi quattro-cinque anni, con una percentuale
di turisti ridotta quasi a lumicino, con buona pace nei “numeri” dati
dalla politica politicante.
Le cause
Sono tante le cause di una simile regressione. Ma facilmente
individuabili e con tanto di responsabili. Sicuramente la
crisi economica a livello nazionale ha inciso su un settore
trainante per l’economia italiana, ma non più di
tanto se si guardano le presenze turistiche nelle altre regioni
ed anche in alcune zone della stessa Calabria. Innanzitutto
occorre dire che arrivare in Calabria, e nel Vibonese in
particolare, non è affatto facile. Complice un’autostrada
con eterni lavori in corso e pensata male già durante
la sua progettazione negli anni sessanta. Basti pensare al
solo fatto che il suo tracciato, anziché seguire la
costa, come sarebbe stato naturale, si “arrampica” sulle
montagne del Pollino (restando spesso chiusa al transito
d’inverno per la troppa neve), al fine di farla passare
a ridosso di Cosenza. Una delle tante idee “geniali” (si
fa per dire, anche in questo caso) dell’ex ministro
Giacomo Mancini. A conti fatti, un romano o un napoletano
impiega meno tempo per raggiungere in autostrada la Toscana,
le Marche, L’Abruzzo o la Puglia, che non per arrivare
in Calabria. Per quanto riguarda invece il trasporto ferroviario,
c’è solo da mettersi le mani nei capelli. Perché se
per Milano o Torino è previsto da Roma un treno ogni
ora, quelli che invece scendono in Calabria si contano sulle
dita di una mano. E per molti di essi non è prevista
alcuna fermata nelle stazioni della Costa degli dei, preferendo
la linea Mileto-Rosarno. Tutto ciò è avvenuto
nel silenzio dei parlamentari vibonesi, consiglieri regionali
e provinciali. Oggi le stazioni di Tropea, Ricadi, Zambrone,
Briatico, Nicotera e Vibo Marina si presentano simili alle
fermate dei bus, prive dei più elementari servizi.
Niente sale d’attesa, niente servizi igienici, niente
taxi, in molti casi senza un telefono e con le biglietterie
chiuse. Come sia possibile pensare di fare turismo in simili
condizioni lo dovrebbero spiegare i tanti “appassionati” della
politica locale, pronti a riempire le liste ad ogni consultazione,
a richiedere visibilità sui giornali locali, per poi
sparire il giorno dopo le elezioni.
Vacanza
quanto ci costi…
Ricadi dovrebbe essere il comune trainante dell’economia
turistica del Vibonese, perché il nome di Capo Vaticano è conosciuto
in tutto il mondo. Ma la situazione che si presenta agli occhi
di chi sceglie i suoi luoghi per trascorrervi le vacanze, non è delle
migliori. Innanzitutto ci si trova dinanzi a strade da terzo
mondo, dissestate, piene di buche e con lavori eseguiti senza
criterio. La discesa che conduce a Santa Maria è diventata
una mulattiera, con i tombini rialzati dall’asfalto e
che costituiscono un autentico pericolo per gli sventurati
automobilisti. Ma non va meglio per le strade dell’intero
comprensorio di Capo Vaticano, dalla località “Tono”,
sino a Santa Domenica, passando per Spilinga. E tralasciamo
i cassonetti della spazzatura sempre stracolmi e che non vengono
mai lavati… Eppure il comune di Ricadi, dimenticandosi
che la legge prevede di lasciare una determinata percentuale
di parcheggi gratuiti, ha quasi dovunque previsto strisce blu.
Non contenti poi del calo di presenze già registratesi
negli scorsi anni, gli amministratori locali, incuranti dei
turisti imbufaliti per una simile situazione, hanno quest’anno “ritoccato” i
prezzi. Dai 50 centesimi all’ora dello scorso anno, si è passati
a 75. A conti fatti una famiglia con figli che affitta una
casa e scende al mare con due macchine di mattina e di pomeriggio,
dovrebbe mettere in preventivo anche tale spesa, per un servizio
nullo (parcheggi al sole) e fuorilegge, visto che il 95% dei
ricorsi contro le multe sulle strisce blu vengono accolti dalla
Prefettura o dal Giudice di pace. Sempre meglio che a Zambrone,
dove un parcheggio (anche qui al sole) costa un euro all’ora.
Inutile naturalmente cercare in spiaggia cestini per i rifiuti,
passerelle per i disabili o docce pubbliche. Anzi, non pochi
problemi con l’erogazione del prezioso liquido hanno
dovuto subire, anche quest’anno, i villeggianti di Ricadi
e di alcune zone di Pizzo. Una situazione vergognosa, se solo
si pensa alle centinaia di miliardi spesi per costruire la
diga sull’Alaco che dovrebbe fornire acqua a tutto il
Vibonese, ma che resta di fatto inutilizzata. La qual cosa,
tranne sollecitazioni a riprendere i lavori sulla diga da parte
del senatore Bevilacqua, non sembra preoccupare affatto i politici
locali.
Un caso emblematico
Grotticelle è sicuramente fra le spiagge più belle
della Calabria. Ma è anche l’esempio vivente di
quella superficialità ed incompetenza tutta calabrese
nel gestire le risorse del territorio. Meta di turisti stranieri
e di comitive provenienti anche dalla Sicilia e dalla Campania,
negli anni è stata “privatizzata” grazie
alle concessioni regionali. Si è iniziato dieci anni
fa impiantando una trentina di ombrelloni e sedie sdraio nella
spiaggia più vicina al promontorio del Capo. Si è quindi
passati ad occupare massicciamente anche le rimanenti spiagge,
sino all’assurda situazione attuale che vede Grotticelle
quasi del tutto priva di spiagge libere. Il risultato? Il 75%
degli ombrelloni a pagamento restano vuoti. Chi arriva da fuori
provincia e scopre l’amara realtà torna indietro
ed a Capo Vaticano non ci mette ormai più piede.
Pizzo e uno dei suoi guasti
Una situazione al limite dell’incredibile ed ulteriore
conferma dei “guasti” che può creare una
classe politica inadeguata è stata poi la decisione
degli amministratori di Pizzo di affiancare ai vigili urbani
gli agenti di un istituto di vigilanza privato, con relativo
potere di elevare contravvenzioni. Un decreto annullato dal
prefetto perché fuorilegge. Ma chi ha beccato una multa
da un vigilantes e si è “guastato” la serata,
scoprendo poi che la contravvenzione era carta straccia, rimetterà più piede
a Pizzo? Ed è normale che in tale località per
fare una semplice passeggiata nella zona marina un parcheggio
debba costare ben tre euro e l’auto debba essere parcheggiata
a pochi centimetri da quella del vicino rischiando di rovinare
le portiere e sol perché ai “solerti” gestori
interessa solo far entrare più macchine possibili per
qualche euro di guadagno in più? Tutto ciò, poi,
accade in una cittadina che per decenni ha dovuto combattere
contro i parcheggiatori abusivi…
La politica del Turismo
Ci si potrebbe poi imbrigliare in un altro nodo cruciale e
cioè la cementificazione selvaggia nel nome di una
speculazione sul turismo di massa che pregiudica irrimediabilmente
la sostenibilità e, quindi, la qualità dell’offerta.
Tralasciamo poi altre autentiche vergogne rappresentate dalla
strada che conduce a Tropea via Monteporo e che arrivata
alla frazione di Caria diventa una mulattiera, e tralasciamo
anche le condizioni fatiscenti delle strade nel comune di
Joppolo e di quelle dello stesso capoluogo di Provincia.
Per tagliare corto e mostrare quanto il turismo sia stato
nei pensieri dei nostri amministratori basta considerare
solo due dati: la Regione Calabria solo di recente ha nominato
un assessore al Turismo nella persona del rifondarolo Damiano
Guagliardi che, però, non si sa bene quali competenze
specifiche abbia in materia. Mentre la Provincia di Vibo,
nell’era Bruni, impegnata nel continuo balletto delle
dimissioni alla spasmodica ricerca di una poltrona parlamentare
per l’ex presidentissimo, si è “dimenticata” di
nominare un assessore provinciale al Turismo. Quasi come
si trattasse di una materia secondaria. Ci ha pensato il
nuovo presidente De Nisi a designare un assessore al Turismo, “dimenticandosi” però di
quello ai Lavori pubblici. Geniali, non c’è che
dire. Perché preoccuparsi con una classe politica
così?
Giuseppe Baglivo