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“Nuova
Cosenza”
– Sabato 26 luglio 2008 |
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Goletta
Verde a Falerna. “Abbattere subito la Palafitta”
«Abbattiamo subito la Palafitta di Falerna».
E' l'appello di Goletta verde, che ha partecipato stamani
alla
manifestazione contro l'ecomostro.
«Gli attivisti e i volontari di Legambiente - è detto
in una nota - armati di bandiere, maglie gialle e striscioni
hanno messo sotto assedio la costruzione per ribadire che l'associazione
ambientalista non è disposta a tollerare scempi, né situazioni
di illegalità che offendano il territorio». «A
dodici mesi dall'abbattimento delle case mobili - prosegue
il comunicato - Goletta Verde torna a Falerna per testimoniare
il proprio sostegno al sindaco Daniele Menniti, che si è distinto
per le sue politiche di tutela del territorio, tra le quali
c'é, appunto, l'abbattimento a tempo di record delle
villette sorte lo scorso anno sulla spiaggia di Falerna». «Ancor
più delle case mobili - aggiunge Legambiente - la Palafitta è un
caso eclatante di cemento abusivo in riva al mare, su una costa,
quella del lametino, che subisce da decenni le ingiurie dell'abusivismo
edilizio. Tanto clamoroso da meritarsi un posto nella top five
degli ecomostri da abbattere denunciati dal rapporto Mare Monstrum
di Legambiente. Nata sul bagnasciuga di Falerna nei primi anni
'70, la Palafitta è un mostro a tre piani di 1.260 metri
cubi di cemento, che i costruttori sostengono insista su terreno
privato, ma che è evidentemente in terreno demaniale,
avendo le sue fondamenta sulla battigia».
«In questa querelle giudiziaria che dura da dieci anni - afferma
il segretario di Legambiente Calabria, Franco Saragò -
contrapponendo proprietari da una parte, amministrazione comunale
e società civile dall'altra, Legambiente si è costituita
parte civile, testimoniando una volta di più la sua
ferma posizione contro l'abusivismo e a favore della legalità.
Come se non bastassero tutti gli abusi che infestano la Calabria,
l'Amministrazione regionale ha bocciato due fondamentali articoli
della legge urbanistica nella difesa del territorio: il 58
bis e il 65, la cui cancellazione autorizza di fatto a costruire
nella fascia di tutela costiera e apre all'edificazione anche
le aree non comprese nei suoli urbanistici». «In
pratica - conclude Saragò - si tratta di un via libera
a trecentosessanta gradi per nuove colate di cemento che condannano
la Calabria a subire ancora questa vergognosa aggressione».