|
“Il
Giornale di Calabria” – Mercoledì 25
agosto 2004 |
|
GOLETTA VERDE BOCCIA LA CALABRIA
La
nostra regione con il maggior numero di coste contaminate da
batteri. I risultati di due mesi di monitoraggi
ROMA.
Il mare italiano è sempre più blu: il 92% delle
acque di balneazione, contro il 74% dello scorso anno, risulta
pulito. Anche se restano immutati o quasi tutti gli altri problemi:
illegalità, abusivismo edilizio, erosione. E' un report
pieno di luci e ombre quello realizzato da Goletta verde di
Legambiente in poco più di due mesi di monitoraggio (dal
20 giugno al 23 agosto) degli 8 mila chilometri di coste nostrane
e presentato nel corso di una conferenza stampa. Il mix di indicatori
preso in esame dagli esperti dell'associazione è stato
tradotto, come tradizione, in vere e proprie “pagelle”.
Con tanto di promossi a pieni voti (Basilicata, Molise, Sardegna,
Friuli e Marche) e bocciati (Sicilia, Campania e Calabria).
Il voto più alto, un 9, lo merita la Basilicata: con
il 100% di campioni non inquinati, i suoi centri balneari hanno
ottenuto mediamente due vele e mezzo (in una scala che va da
un minimo di una a un massimo di cinque). Relativamente bassi
anche il numero di illegalità lungo le coste (1,4 infrazioni
per km nel 2003), la percentuale di scarichi non depurati (13%)
e il livello di erosione. En plein nel programma di screening
microbiologico pure per il Molise, che grazie anche al basso
numero di costruzioni fuorilegge (15) e a dispetto di una bassa
media di vele (solo una) si guadagna un lusinghiero 7,6 e sorpassa
la Sardegna, attestata al terzo posto con 7,3. Tra le località,
infatti, che quest'anno hanno ottenuto le cinque vele della
Guida blu di Legambiente ben quattro sono dell'isola (Orosei,
Arzachena, Arbus e Bosa), ma il 9% delle acque sarde risulta
inquinato, frutto con ogni probabilità di un 29% di reflui
fognari non depurati e di una vera e propria fioritura di speculazioni
edilizie (315 le infrazioni censite l'anno passato). Voti superiori
al 7 anche per Friuli Venezia Giulia (7,2, ma bandiera nera
per Lignano Sabbiadoro, dove il Comune, con il consenso della
Regione, sta distruggendo una splendida pineta storica per far
posto ad una mega piscina) e Marche (7). Su livelli più
che dignitosi galleggiano Abruzzo (6,5), Liguria (6,4), Toscana
(6,3) e Veneto (6,1), mentre del gruppo delle insufficienti
fanno parte in sei: Puglia (5,8), Lazio (5,4), Emilia Romagna
(5,1), Campania (4,9), Calabria (4,5) e Sicilia (4,4). In particolare,
la Calabria è la regione con il maggior numero di coste
contaminate dai batteri (il 14%), mentre la Campania si conferma
prima nella classifica del cosiddetto “mare illegale”
considerando il numero di infrazioni per chilometro di costa
(6,69 nel 2003, contro le 5,2 dell'anno precedente): al secondo
e al terzo posto, rispettivamente, Veneto (6,51 infrazioni per
km) e Lazio (6,14). In forte aumento gli abusi edilizi sul demanio
marittimo (dalle 3.158 infrazioni accertate nel 2002 si passa
alle 4.071 del 2003, il 23% in più), con il Lazio che
risale vertiginosamente la graduatoria (1.069 le infrazioni
accertate l'anno scorso, il 266% in più dell'anno precedente),
fino a piazzarsi al primo posto e a doppiare le quattro regioni
a più elevata presenza mafiosa (585 le infrazioni accertate
in Sicilia, 547 in Calabria, 531 in Campania e 423 in Puglia).