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“Calabria
Ora ” – Sabato 25 marzo 2006 - pag. 14 |
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Ecomostri,
ricomincia la lotta
Legambiente
affianca la Regione nel progetto «Paesaggio e identità»
S. GIOVANNI
IN FIORE – «Il piano di riqualificazione del territorio
calabrese è un obiettivo importante e coraggioso. Legambiente
sarà in prima fila, accanto alla Regione, per realizzarlo
nel migliore dei modi».
Il commento e gli auguri di buon lavoro sono di Enrico Fontana,
responsabile del settore Ambiente e legalità dell’associazione
ambientalista. La Regione Calabria ha infatti presentato oggi
a Roma il progetto «Paesaggio e identità»,
una vera e propria sfida agli ecomostri illegali ma anche alla
costruzione massiccia molto spesso autorizzata senza governo
del territorio calabrese.
«La Calabria è purtroppo terra di ecomostri legali,
o legalizzati – continua Fontana – ma è anche
una terra dalle potenzialità altissime. Bisogna aiutare
la Regione a riaccendere l’attenzione su un fenomeno devastante
e dare seguito concreto al dibattito sul futuro del territorio».
Per comprendere la gravità del fenomeno basta citare
solo pochi casi. Come il caso di Praia a Mare
(CS), località Fiuzzi, proprio di fronte all’isola
di Dino: entro il 2007 sorgerà un hotel di lusso con
piscina, sala conferenze, 200 stanze e tutti i comfort.
Lo stesso accade a Cirella di Diamante (CS)
dove in una zona pregiata sulla costa nascerà una enorme
palestra con vista sul mare, un gigante da cinque piani (tre
interrati e due esterni) e mille metri quadri: qui l’Amministrazione
comunale parla di struttura di pubblica utilità. Tanti
dubbi sono sorti anche attorno al nuovo approdo di Porticello
di Ricadi (VV).
A Copanello (CZ) invece è stato demolito,
solo a metà, l’ecomostro di Stalettì, più
volte denunciato da Legambiente, mentre a Cerchiara
di Calabria (CS) il Comune sta facendo costruire un
fabbricato di cemento armato proprio al fianco del santuario
di Santa Maria delle Armi: i cittadini hanno costituito un comitato
per contrastare la decisione degli amministratori. Merita particolare
attenzione il cemento selvaggio che attanaglia sempre di più
il comune di Isola Capo Rizzuto. Nell’area
marina protetta di questo comune del crotonese sono presenti
infatti ben 57 costruzioni abusive. Negli ultimi mesi, però,
grazie al maxi blitz della polizia denominato «Isola felice»,
è emerso un altro inquietante spaccato di questa cittadina.
S’è scoperto che i terreni pubblici venivano occupati
illegalmente per costruire le grandi ville dei boss della ‘ndrangheta,
case per le vacanze, normali abitazioni o piccoli opifici. Il
tutto in zone sottoposte a vincolo paesaggistico e ambientale
e senza uno straccio di autorizzazione. La polizia nelle scorse
settimane ha messo i sigilli a ben 245 immobili e ha denunciato
ben 250 persone per occupazione di suolo pubblico e costruzione
abusiva. Quasi la metà degli immobili – 113 –
sono stati sequestrati perché considerati di proprietà
di presunti appartenenti alla cosca Arena.
Le località colpite maggiormente da questo fenomeno sono
quelle turistiche di Curmo, La Cannella, Fratte e Cavallucci.
Secondo gli inquirenti anche l’abusivismo era diviso per
territorio: al clan predominante degli Arena spettava la zona
sul mare, quella di maggior pregio. Gli altri dovevano accontentarsi
delle zone più periferiche.
r.r.