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“Il
Quotidiano della Calabria” – Sabato 25 marzo
2006 - pag. 33 |
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Durante
la presentazione del piano regionale contro gli ecomostri chiesti
interventi nell’Area marina
Legambiente
incalza sull’abusivismo
Sotto
accusa anche il nascente insediamento turistico Europaradiso
«LA
LOTTA alla cementificazione selvaggia nell’Area marina
protetta Capo Rizzato deve essere una priorità nel piano
di riqualificazione del territorio calabrese».
Ne è convinto Antonino Morabito, presidente regionale
di Legambiente intervenuto, ieri mattina a Roma nella sede della
regione, alla presentazione del progetto "Paesaggi &
Identità", una vera e propria sfida agli ecomostri
illegali ma anche alla costruzione massiccia molto spesso autorizzata
senza governo del territorio calabrese.
Ad illustrare il piano è stato l’assessore regionale
all’Urbanistica, Michelangelo Tripodi. Il progetto prevede,
in collaborazione con le università calabresi, l’avvio
di uno studio per individuare le schede di intervento. E’
previsto lo stanziamento di cinque milioni di euro per finanziare
le riqualificazioni. «Noi presseremo – ha assicurato
Morabito – perché ci sia davvero una battaglia
contro la cementificazione, soprattutto nell’Area Marina
protetta». L’Amp per Legambiente rappresenta, infatti,
da tempo una priorità imprescindibile ed è stata
inserita anche tra gli ecomostri.
«Nell’area marina protetta di Capo Rizzato –
è detto in una nota dell’associazione – sono
presenti infatti ben 57 costruzioni abusive. Negli ultimi mesi,
però, grazie al maxi blitz della polizia denominato “Isola
felice”, è emerso un altro inquietante spaccato
di questa cittadina. S’è scoperto che i terreni
pubblici venivano occupati illegalmente per costruire le grandi
ville dei boss della ‘ndrangheta, case per le vacanze,
normali abitazioni o piccoli opifici. Il tutto in zone sottoposte
a vincolo paesaggistico e ambientale e senza uno straccio di
autorizzazione. La polizia nelle scorse settimane ha messo i
sigilli a ben 245 immobili e ha denunciato ben 250 persone per
occupazione di suolo pubblico e costruzione abusiva. Quasi la
metà degli immobili, 113, sono stati sequestrati perché
considerati di proprietà di presunti appartenenti alla
cosca Arena. Le località colpite maggiormente da questo
fenomeno sono quelle turistiche di Curmo, La Cannella, Fratte
e Cavallucci. Secondo gli inquirenti anche l’abusivismo
era diviso per territorio: al clan predominante degli Arena
spettava la zona sul mare, quella di maggior pregio. Gli altri
dovevano accontentarsi delle zone più periferiche».
Secondo Morabito nel territorio della Riserva «gli immobili
aspettano di essere demoliti perché attualmente non ci
sono i fondi necessari per farlo. Il Genio è disponibile,
mancano i soldi».
In questo senso, l’impegno di Legambiente Calabria che
fungerà da sprone perché i fondi necessari siano
indirizzati, nell’ambito del piano presentato ieri, in
questa direzione. La battaglia di Legambiente Calabria nel territorio
Crotonese si articolerà in due ambiti: contro la cementificazione
nell’Amp e contro l’insediamento del mega villaggio
turistico denominato Europaradiso.
«L’ipotesi di Europaradiso – ha affermato
Morabito – non renderà possibile il rilancio turistico
della zona. E’ un’ipotesi fantascientifica».
Dello stesso avviso anche Renato Nicolini, coordinatore del
progetto e docente dell’Università Mediterranea:
«L’ecomostro evidente potrebbe essere quello dell’ipotizzata
costruzione del villaggio turistico “Europaradiso”,
alle foci del fiume Neto a Crotone, che sconvolge un’area
agro-ambientale bellissima».
Patrizia
Pagliuso