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“Il
Quotidiano della Calabria” – Venerdì 25
febbraio 2005 – pag. 14 |
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Chiesto
l'annullamento della convenzione sottoscritta dal governo
con la "Stretto
di Messina"
Legambiente affossa il Ponte
Programmata un'iniziativa pubblica per l'11 e 12 marzo
Reggio Calabria - Stracciare
la convenzione che il governo ha sottoscritto con la società "Stretto di Messina".
E' quello che chiede Legambiente, assieme a diverse associazioni
e gruppi politici, attraverso una serie d'iniziative programmate
per l'undici e il dodici marzo prossimo, per protestare contro
un accordo che prevede una tassa pesantissima per le Ferrovie
dello Stato. In base alla convenzione le stesse, per far passare
i treni sul ponte, dovranno pagare per il primo anno un canone
di 100 milioni di euro che negli anni andrà progressivamente
aumentando per raggiungere in trent'anni la cifra di 4 miliardi
di euro. La convenzione prevede anche che le Ferrovie dello
Stato finanzino tutte le opere di collegamento, e che le risorse
che le Ferrovie ricevono dal ministero delle Infrastrutture
per il servizio di traghettamento dei treni, 38 milioni di
euro, vengano trasferite alla Società "Stretto
di Messina".
Una convenzione che, secondo il dirigente nazionale di Legambiente,
Nuccio Barillà, intervenuto durante la conferenza stampa
svoltasi nei locali dell'associazione ambientalista, rimane ancora
rigorosamente custodita nei cassetti e per la quale lo stesso
ne chiede la più ampia divulgazione.
In particolare Barillà rivela che la convenzione stabilisce
che, entro il 31 dicembre del 2011, Rfi dovrà farsi carico
del finanziamento e della realizzazione dei collegamenti ferroviari
al ponte. «Non è vero che erano già compresi
nei costi previsti per la costruzione del ponte - dichiara
a tal proposito Barillà - ma non sono altro che costi
aggiuntivi, a totale carico delle Ferrovie». Lavori che
prevedono il collegamento del ponte a Messina con la costruzione
della nuova stazione, lo spostamento della linea ferroviaria
tirrenica in corrispondenza di Cannitello, ma bocciata dal Comune
di Villa che ha rimandato al mittente il progetto per presunte
irregolarità, e la realizzazione della tratta ferrata
che dalla linea del mare arriva a 70 metri d'altezza, la stessa
di quella del ponte.
A questo bisogna aggiungere, secondo Barillà, la partecipazione
di Rfi all'aumento di capitale della società "Stretto
di Messina" per il 5 per cento totale della quota di controllo
delle Ferrovie, un investimento pari a 4 milioni di euro. «L'investimento
più straordinario nella storia delle Ferrovie, commenta
il rappresentante di Legambiente, per una Convenzione stipulata
a garanzia dei prestiti e dei bond che saranno emessi per coprire
il 60 per cento della spesa per il ponte».
Per Barillà, quindi, su tutta l'operazione finanziaria
garantiscono le Ferrovie ma con il danaro pubblico, venendo meno,
quindi, tutte le ragioni che prevedevano la compensazione di
tutta l'operazione con i flussi di traffico, peraltro sovra stimati
dalla stessa società "Stretto di Messina" ma
in controtendenza rispetto ai dati di questi ultimi anni e quindi
non in grado di garantire l'intero quadro degli investimenti.
«Saranno interamente risorse pubbliche a finanziare l'opera, mentre
nessun
privato rischierà un solo euro», aggiunge Barillà,
per un'operazione che costerà sei miliardi di euro. Denaro
che quindi viene sottratto agli investimenti e ai vari deficit
infrastrutturali del Sud.
L'invito di Legambiente è di partecipare l'undici e il
dodici marzo alle manifestazioni programmate all'interno della
stazione di Cosenza che rischia di essere smantellata, a Rosarno
e Crotone, punti di grande criticità proprio per quanto
riguarda il trasporto ferroviario.
Domenico Grillone