LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
SITI AMICI
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Il Giornale di Calabria” – Sabato 25 novembre 2006 - pag. 11

 

Rischio idrogeologico alto

Secondo il rapporto “Operazioni fiumi” di Legambiente ne soffrono tutti i comuni calabresi


ROMA - Tutti i comuni di Calabria, Umbria e Valle d’Aosta sono a rischio idrogeologico. Il numero più alto di comuni a rischio di frane e alluvioni si trova invece in Piemonte (1046). In fondo alla lista troviamo la Sardegna con soli 4 comuni a rischio frana, 38 a rischio alluvione ma nessuno che rischi entrambe le cose, per una percentuale di comuni pari all’11% del totale. Il rapporto “Operazione fiumi 2006” di Legambiente, presentato a Roma dal direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, dal responsabile nazionale protezione civile dell’associazione Simone Andreotti e dal capo del dipartimento di Protezione civile Guido Bertolaso, ha preso in considerazione 863 amministrazioni comunali e ha scoperto che non solo nell’80% di essi sorgono abitazioni o interi quartieri in aree a rischio ma che nel 61% di essi si possono trovare anche fabbricati industriali in zone potenzialmente in pericolo. Solo il 15% dei comuni ha poi iniziato un’opera di delocalizzazione di queste strutture. In generale il 70% delle amministrazioni ha realizzato opere di messa in sicurezza dei corsi d’acqua e dei versanti, «interventi che però spesso - si legge nel rapporto - dimostrano di accrescere la fragilità del territorio piuttosto che migliorarla e di trasformarsi in alibi per continuare a edificare lungo i fiumi, senza un serio studio delle conseguenze che ciò può comportare più a valle». Resta tuttavia un preoccupante 28% di comuni che non fa nulla per prevenire i danni derivanti da alluvioni e frane. In termini assoluti questo significa che solo il 41% delle amministrazioni ha svolto un lavoro positivo (in base ai parametri forniti dagli stessi sindaci e non secondo criteri utilizzati da Legambiente, tengono a chiarire dall’associazione), mentre il 59% ha ottenuto una valutazione negativa. Una classifica speciale è stata poi stilata per i capoluoghi di regione, i dati riguardano però solo 15 dei 17 capoluoghi perché Palermo e Catanzaro non hanno risposto al questionario. Prima in classifica troviamo Roma, Perugia e Genova, con votazioni pari a 7,5; 7; 6,5. Fanalino di coda è Napoli con un punteggio di 1,5. Dei quaranta capoluoghi di provincia, invece, solo 16 hanno ottenuto un voto sufficiente, ben 24 non hanno raggiunto il sei. A livello regionale sono le Marche ad avere la più alta concentrazione di comuni attivi contro il rischio idrogeologico (59%), seguite da Emilia Romagna (55%), Valle d’Aosta (54%) e Toscana (51%). Fa peggio di tutte le regioni italiane l’Abruzzo con una percentuale di comuni attivi pari al 12%, qui infatti ancora il 92% dei comuni presenta abitazioni e impianti industriali (7 su 10) in zone a rischio idrogeologico. Quanto ad attività di pianificazione d’emergenza, informazione ed esercitazioni la maglia rosa va ai comuni della Valle d’Aosta; ultime in classifica per numero sono le amministrazioni della Puglia. Basilicata ed Emilia Romagna, infine, sono le prime due regioni quanto ad attività di prevenzione dei rischio (intesa come delocalizzazione delle strutture, manutenzione ordinaria e sistemi di monitoraggio). Guido Bertolaso si è detto soddisfatto della collaborazione avviata con Legambiente e anche dell’accresciuta sensibilità delle amministrazioni (statali e locali) riguardo ai temi ambientali. «Quando sono arrivato nel 2001 non ricordo moltissimi assessori con delega alla protezione civile, ricordo qualche assessore provinciale, sicuramente molti assessori regionali – ha osservato - Ma la consapevolezza dell’importanza di questa funzione era molto più diffusa ai vertici piuttosto che alla base. Oggi noi siamo riusciti a invertire questa tendenza. Questo è un elemento di straordinaria importanza perché la sicurezza dei cittadini si sviluppa solo se dalla base riusciamo a garantire una consapevolezza e una cultura. Non sono per niente soddisfatto invece quanto alla constatazione della tempestività e della qualità dell’intervento della protezione civile. Questo non deve diventare un alibi per nessuno e nessuno deve mettersi l’anima in pace sapendo che poi ci sarà la protezione civile. Quello della tutela del territorio - ha concluso Bertolaso - è scritto nel programma del governo che oggi guida l’Italia, deve essere una grande opera pubblica, una priorità di intervento».

 

Il Giornale di Calabria - www.giornaledicalabria.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © 2004 - 2006 - Legambiente Ricadi