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“Calabria Ora ” – Lunedì 24 luglio 2006 - pag. 5

 

Incendi, un dossier drammatico

La Calabria brucia. Lo spettro della criminalità organizzata

COSENZA – La cifra più degna di attenzione è quella che si affianca al numero di incendi scoppiati per cause naturali: zero. Lo diceva uno spot di qualche anno fa. Suonava pure un po’ buffo: «L’autocombustione è un fenomeno molto raro». Lo confermano i dati, anche se è banale: la Calabria brucia e non per caso. Va in fumo e i danni sono pesanti: nel solo 2005, secondo i dati del dossier realizzato da Legambiente e dal Corpo forestale dello Stato, quattro milioni e mezzo. Tutti, o quasi, per colpa dell’inciviltà. Su 818 roghi, 570 (il 70%) sono di natura dolosa, 127 colposi (per imprudenza e mancato rispetto delle norme), 119 di origine dubbia. Solo due accidentali. «In altre parole – è questa la conclusione del dossier – quando si parla di incendi boschivi in Calabria, si parla di illeciti compiuti da singoli, a volte collegati alla criminalità organizzata, a danno di intere comunità». Fin qui il danno quantificabile, «senza tenere conto della perdita di turismo che spesso consegue a larghe porzioni di boschi che vengono trasformate in cenere».
Una situazione drammatica, per tamponarla serve un controllo capillare del territorio, che è vastissimo e presenta aree difficilmente accessibili: «Per questo il controllo del territorio e la repressione dei reati rappresentano indiscutibilmente un’importante arma per fermare questa piaga che ogni anno distrugge preziosi ecosistemi. Un controllo del territorio particolarmente complesso e gravoso, visto l’immenso patrimonio boschivo regionale, con tratti spesso difficilmente raggiungibili e lontani dalle vie di comunicazione. Territori incontaminati dove l’ombra dell’illegalità minaccia un ecosistema ricchissimo di flora e fauna». Una lotta impari, ma il Corpo forestale ci prova.
Nell’ultimo triennio, infatti, sono stati effettuati in Calabria dalla Forestale oltre 11.000 controlli sul territorio, più di 10 al giorno, e 1.345 su persone, oltre 37 ogni mese. Grazie a questa attività sono stati identificati e denunciati 159 “criminali incendiari”, con l’arrivo all’arresto di ben 31 incendiari. Un risultato importante vista la complessità di risalire nelle indagini ambientali ai colpevoli dei reati. Una difficoltà dettata dalla peculiarità delle “scene del crimine” e da una diffusa omertà verso gli incendiari, soprattutto nelle piccole comunità montane. Oltre 220.000 euro sono stati notificati per illeciti amministrativi legati agli incendi boschivi nella regione, con 323 multe effettuate dal Corpo forestale dello Stato dal 2003 al 2005.
Grosse cifre, che sono il riflesso di una situazione drammatica. In Calabria nel 2005 sono stati appiccati ben 818 incendi boschivi che hanno trasformato in cenere quasi 7.000 ettari di territorio, di cui 2.689 di boschi e foreste. «Un’ennesima ferita profonda – recita il dossier presentato a Roma nei giorni scorsi – che ogni anno il territorio subisce, con una perdita di ecosistemi e di paesaggi incredibile, con un accrescimento della fragilità idrogeologica dei versanti, ma anche un danno sociale ed economico per tutte quelle comunità locali che hanno scommesso sul turismo ambientale per il loro futuro».
Nel 2005 il triste primato di territorio più percorso dalle fiamme spetta alla provincia di Cosenza (2.902 ettari), subito seguita da Reggio Calabria (2.718 ha). In Calabria gli incendi boschivi hanno interessato lo scorso anno ben 222 amministrazioni comunali, più di un comune su due, dato preoccupante se si considera che la media nazionale si attesta sul 20%. Unico dato in positivo, nonostante la situazione evidentemente grave, negli ultimi anni gli incendi boschivi interessano sempre meno comuni. Dal 2003 al 2005 si nota un importante calo del 15% di comuni coinvolti da questo drammatico fenomeno.

Pablo Petrasso

Calabria Ora - www.calabriaora.it

 

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