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LE NOTIZIE
 
“Internazionale” – 23/29 dicembre 2004, n° 571 – pag. 21

 

Addio bell’Italia

Il condono edilizio viola i principi democratici, danneggia il patrimonio naturale, l’economia e il turismo. E serve soprattutto alla villa del premier, scrive Michaela Namuth*

 

Qualche anno fa ho trascorso le vacanze in Calabria, sulla costa di Capo Vaticano. E’ uno dei posti più belli d’Italia: mare trasparente, spiagge bianche e una vista mozzafiato. In mezzo a queste meraviglie spuntavano costruzioni abusive, baracche con la piscina e un cartello con scritto “Hotel Qualcosa”.
In cima al famoso Capo Vaticano c’era un edificio indefinibile con un terrazzo di cemento dove si poteva mangiare un gelato. Questi mostri dell’edilizia abusiva buttati in uno splendido paesaggio mi hanno rovinato le vacanze. Sono andata via prima e non sono più tornata.
Un incubo senza fine.
Il 13 ottobre scorso, quando il governo Berlusconi ha approvato il condono degli abusi edilizi nelle aree protette, mi sono ricordata di quelle immagini e da allora ho in mente uno scenario da incubo. Tutta l’Italia sarà ridotta come questa costa, sfigurata da case, ville, piscine e campi da tennis nei parchi naturali, sulla riva dei laghi e nei boschi protetti.
Non vedremo le spiagge più belle perché l’attuale presidente del consiglio e i suoi amici ci costruiranno le loro ville sul mare con un recinto intorno. Nessuno potrà più abbattere le case e i capannoni abusivi della splendida Appia Antica; nel parco naturale del Circeo sorgeranno residence con cui si arricchiranno gli amici di qualche politico che gli avrà firmato la concessione.
Pochi però guadagneranno qualcosa da questa aggressione a un patrimonio naturale unico in Europa. Ne approfitteranno quelli che possono aprire un albergo nelle aree più belle dell’Italia; e ovviamente anche le varie mafie che si arricchiscono da sempre con l’edilizia abusiva, poi legalizzata dai condoni. A perdere invece saremo tutti noi e prima di tutto l’economia italiana – che è già in pessime condizioni. L’industria non riesce a riprendersi. Non ci sono fondi per la ricerca e l’innovazione; i colossi internazionali comprano le grandi imprese mentre le piccole chiudono perché non possono affrontare la concorrenza globale.
La speranza per l’occupazione è da tempo il terziario, e il pezzo forte del settore potrebbe essere il turismo. Tedeschi, inglesi e americani benestanti amano le dolci colline della Toscana, i laghi incontaminati del centro Italia e le montagne aspre del Trentino. Vengono per viaggi lunghi e lasciano molti più soldi dei turisti che si divertono sulle spiagge affollate di Rimini. Ma gli amanti della bell’Italia non vorranno tornare in spiagge cementate e laghi circondati da residence e parcheggi.
Il governo Berlusconi non si interessa alle conseguenze di questa legge. Continua ad agire a vantaggio degli interessi del premier – che grazie al condono può ingrandire la sua villa al mare – e contro gli interessi dei cittadini. Nel mio Paese, come nel resto dell’Europa, l’abusivismo in aree protette è un grave reato. In Italia invece si premia chi commette questo reato. Questa situazione è molto preoccupante. E non solo perché danneggia il patrimonio naturale e l’economia ma anche perché è una violazione dei più elementari principi democratici.
Il laghetto di montagna.
Come ho avuto modo di verificare personalmente, le conseguenze del condono edilizio purtroppo sono immediate. Un mio amico italiano, che ha una casetta in montagna vicino a Rovereto, ha saputo in questi giorni che costruiranno un albergo con parcheggio sul laghetto davanti a casa sua, che dovrebbe essere un’area protetta.
Lui, amante della natura, è fuori di sé. Dice che in Italia godersi la natura sta diventando roba da ricchi. Adesso vuole andarsene in un posto più tranquillo – magari all’estero. Addio bell’Italia.

* Michaela Namuth è corrispondente del settimanale tedesco W&V. Vive a Roma dal 1995. Ha pubblicato due libri sull’Italia. Per scriverle: corrispondente@internazionale.it

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