|
“Il
Quotidiano della Calabria” – Giovedì 23
ottobre 2003 |
|
Ricadi.
Ieri il sindaco ha annunciato la costruzione dell’approdo
turistico
Quel porto che non si vuole
Si
spenderanno 5 milioni. Ma le proteste fioccano
VIBO VALENTIA – “Intorno alla Calabria” è un
grazioso volumetto di Giuseppe Berto, che purtroppo non siamo
riusciti a reperire, in cui il grande scrittore veneto punta
la sua attenzione su Capo Vaticano ovvero in quello che sarebbe
diventato il luogo della sua vita e anche della sua morte, dal
momento che è sepolto nel piccolo cimitero di San Nicolò.
Berto arrivò in quello che nell’accezione di molti è diventato
il “mitico promontorio” alla fine degli anni ’50
e scrisse poi nel libretto prima citato più o meno: “So
di trovarmi in uno dei posti più belli del mondo” e
ancora “di averlo scelto come luogo della mia vita e della
mia morte”. Disse ancora di avere l’impressione che
Ulisse fosse passato appena da lì e ammaliato dal posto
vi costruì con le sue mani la sua casa, con materiale
e dimensioni tali che non potessero offendere l’ambiente.
Lì scrisse di getto, in appena sei mesi, “Il male
oscuro”, il romanzo più famoso.
Ci è sembrato doveroso citare Berto per dare soltanto
un cenno della bellezza di Capo Vaticano, che la cupidigia degli
uomini ha contribuito in
parte ad offuscare ma non ad annullare.
Per molti ora una grande ombra sta per proiettarsi su questo luogo incantevole,
dove continuamente, con maggiore frequenza in estate, arrivano turisti ed estimatori
da tutta Italia, ma anche da altre parti del mondo.
L’ombra a cui ci riferiamo è quella della costruzione di un porto
turistico nella graziosa baia di Santa Maria. Un progetto che, portato avanti,
in verità sotto silenzio, dall’amministrazione comunale, ha suscitato
reazioni di cittadini e ambientalisti (in prima fila Wwf, Italia Nostra, Legambiente,
Verdi) che più volte hanno fatto appello ai politici nostrani, nonché alle
forze sociali e culturali. Tutti sono stati sollecitati ad impegnarsi a respingere “questo
scellerato progetto che costituirebbe un vero oltraggio alla natura e al buon
senso, in quello che nell’immaginario collettivo rimane come uno degli
ultimi lembi della Calabria bella e selvaggia, che ancora riesce ad attirare
turisti e visitatori alla ricerca di un angolo di paradiso, piuttosto che di
un anonimo e volgare molo di attracco”.
L’appello, purtroppo, è caduto nel vuoto per quanto concerne in
generale le forze politiche, con la sola eccezione, se non ricordiamo male,
di Italia dei Valori per bocca del suo coordinatore Beniamino Donnici. Per
contro c’è stato un autentico coro di no, pervenuto anche dall’estero
soprattutto sul sito del responsabile regionale del Wwf, Giuseppe Paolillo.
Messaggi che esprimono dissenso per questo scempio annunciato. Tra gli ultimi
interventi quello di Quirino Ledda della Lega delle Cooperative, che ha scritto
al presidente Chiaravalloti al quale ha denunciato “la gravissima decisione
del Comune di Ricadi di costruire un porto turistico in località S.
Maria, famosa per lo strapiombo sul mare, resa celebre in Europa perché ricca
di scogli e popolata da una variegata fauna sottomarina”. Un dissenso,
quello di Ledda, scaturito “dal convincimento che il porto turistico
provocherebbe danni ambientali di dimensioni incalcolabili”.
Da parte sua Anna Murmura, presidente della sede vibonese dell’Archeoclub,
amaramente rifletteva che le spiagge di Capo Vaticano “dopo essere state
da tempo abbandonate dagli abitanti dell’Olimpo, finiranno con l’essere
disertate anche dai comuni mortali”.
Di fronte a questo incalzare finalmente il sindaco di Ricadi, Francesco Laversa,
ha deciso ieri mattina di indire una conferenza stampa, dicendosi “pienamente
convinto che l’approdo sulla costa ricadese vada realizzato”, sottolineando
che si tratta di una decisione assunta da tempo, sulla quale l’amministrazione
ha voluto soprassedere per una ulteriore riflessione. Ha detto ancora che si
tratta di un’occasione da non perdere, che porterà sviluppo e
occupazione, rilevando che si starà molto attenti all’impatto
ambientale. Il porto prevede l’approdo per un massimo di 200 posti barca
con una spesa di cinque milioni di euro, di cui 1500 già stanziati dai
fondi Por e il resto reperito da capitali privati.
Espressa tuttavia la disponibilità di discutere pubblicamente con i
cittadini e di confrontarsi con le forze di opposizione.
Domenico
Mobilio