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“Il
Quotidiano della Calabria” – Mercoledì
23 agosto 2006 - pag. 25 |
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Ricadi.
Numerose le proteste e le segnalazioni dei turisti sparsi sul
litorale di Capo Vaticano
Il
mare continua ad essere sporco
«L'anno
scorso il presidente Loiero ha chiesto scusa. Adesso cosa farà?»
RICADI -
Previsioni, purtroppo, rispettate anche quest'anno, come in
passato, turisti e vacanzieri sparsi sul litorale vibonese sono
stati e sono tuttora costretti a fare i conti con il mare sporco.
Nonostante le assicurazioni di parte pubblica, nonostante solenni
impegni, nonostante tutto. Piaccia o meno che lo si dica, anche
quest'anno la realtà purtroppo è questa: il mare
vibonese, in molte parti non è certo al top della sua
fama, un tempo meritata ma oggi, stando almeno alle proteste,
non più. E le varie "stelle" e "vele"
al merito, assegnate da questa o quella associazione ambientalista,
si scontrano con la realtà che turisti e vacanzieri sempre
più spesso raccontano. Numerose infatti sono state le
segnalazioni giunte in particolare da chi ha scelto per le sue
vacanze lo splendido litorale di Capo Vaticano quasi tutti i
giorni, in prossimità delle spiagge, l'acqua, in determinate
ore appare torbida, vi ci galleggiano evidenti tracce di rifiuti
di incerta consistenza e provenienza, tra i quali spiccano innumerevoli
pezzi di buste di plastica. Al punto che non sono pochi quanti
finora si sono visti costretti a non entrare in acqua e ad osservare
dalla spiaggia quel mare per il quale hanno fatto centinaia
di chilometri e che, involontaria beffa, più al largo
permane azzurro e smeraldino. E fioccano i dubbi, gli interrogativi
e le polemiche all'indirizzo delle varie autorità che
hanno competenza in materia, dalla Regione ai Comuni alle forze
dell'ordine.
«Non capisco perché Capo Vaticano debba scontare
una simile maledizione - sbotta, ad esempio, Lella Carini, una
docente di matematica bresciana letteralmente innamorata della
zona, vi torna infatti ininterrottamente da quasi 20 anni -
il Vibonese ha la fortuna di avere uno dei litorali e dei mari
più belli del mondo ma, vedendo certe cose, sempre più
spesso ci chiediamo se continui a valere la pena di fare così
tanta strada per venire qui in vacanza». E, dando voce
a tanti suoi amici che soggiornano presso lo stesso camping,
spiega: «E' evidente che quella sporcizia qualcuno in
mare ce la scarica. Sempre più spesso sentiamo in giro
voci secondo le quali sarebbero gli stessi gestori dei villaggi
e campeggi che, soprattutto in occasione di mare un po' mosso,
aprono qualche condotta e scaricano i loro liquami. Certo, scaricare
in mare è più comodo e, soprattutto, più
economico che pagare gli autospurgo… Se queste voci fossero
vere, saremmo davvero all'assurdo di gente che agisce contro
i suoi stessi interessi, che uccide tranquillamente da sé
la gallina dalle uova d'oro che è il turismo».
Nessuna certezza, dunque, al riguardo ma, ad avviso degli interessati,
non dovrebbe essere difficile arrivare ad averla: «Basterebbe,
ad esempio, un attento monitoraggio aereo e marino del litorale,
eseguito magari per qualche tempo 24 ore su 24: si potrebbero
così notare e fotografare eventuali chiazze marroni che
si dipartissero da questa o quella struttura». Questo
per lo sporco da liquami organici. Ma come spiegare la presenza
massiccia di pezzi di plastica? «Anche qui, basterebbe
monitorare il corso dei torrenti attivi in questo periodo per
scoprire se c'è qualcuno che vi scarica la spazzatura
che poi, inevitabilmente, arriva al mare. O anche un controllo
più attento delle imbarcazioni, da diporto e non solo,
che passano un po' al largo…».
Ogni tanto, è vero, passa non distante dalla riva un
natante giallo-verde della Regione con il compito di asportare
i rifiuti più grossi: «Ma è un compito impari
- rilevano Vincenzo Di Dio e Giuseppe Letizia, entrambi di Marcianise
con circa 15 anni di "militanza" estiva qui a Capo
Vaticano - il problema infatti sta a monte. E per altro quella
barchetta, l'unica a quanto ci risulta per un vasto tratto di
litorale, è quasi commuovente, perché può
fare ben poco. Senza contare che spesso passa in orari in cui
il mare è pulito. Quando, nel primo pomeriggio arriva
la sporcizia, la barca "spazzino" non si vede. Non
c'è che dire, un bell'esempio di razionalità!».
E così, anno dopo anno, in tanti turisti, italiani e
stranieri, l'amore per questa zona di mare viene messo sempre
più a dura prova. Quest'anno, proseguendo in un trend
negativo già iniziato da un paio d'anni in qua, in parecchi
sono mancati all'appello e sarebbe riduttivo addossarne la causa
solo alla crisi economica o all'abitudine (purtroppo diffusa)
di spennare il turista o, tanto meno, all'alluvione. Fare finta
che non c'entri anche il mare non più pulito sarebbe
fare come lo struzzo. Intervenire, dicono gli interessati, si
deve e si può ma occorre farlo subito e nei modi adeguati.
«L'anno scorso - conclude ironicamente Raffaella Carini
- il presidente della Regione Loiero ci ha chiesto scusa per
il mare sporco. Quest'anno cosa farà, ci rimborserà
i soldi?».
Francesco
Prestia