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“Calabriameteo”
– Giovedì 20 luglio 2006 |
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Caratteristiche
meteo dinamiche dell’evento alluvionale di Vibo Valentia
Introduzione
In questo breve lavoro viene analizzato l'intenso fenomeno temporalesco
che ha interessato l'area del vibonese con piogge molto forti
e a carattere continuo. L'ipotesi descrittiva che qui viene
formulata è che i fenomeni possano essere attribuiti
alla formazione di un sistema convettivo alimentato dal flusso
in quota, successivamente isolatosi tanto da divenire un sistema
indipendente e stazionario (Linea di Convergenza). Tali situazioni
meteorologiche sono estremamente difficili da prevedere e nemmeno
un modello locale può esser di aiuto avendo in questi
casi scarsa affidabilità.
Fenomeni convettivi su linea di convergenza
Giorno 3 Luglio 2006, piogge di tipo eccezionale sconvolgono
l'area del vibonese causando ingenti danni e la morte di 4 persone.
L'episodio, non legato al transito di sistemi frontali, è
stato caratterizzato da eventi precipitatiti eccezionali in
un arco di tempo ristretto. I fenomeni iniziati lungo le coste,
successivamente si sono estesi verso l'interno coinvolgendo
anche le Serre e in misura minore la locride.
La Calabria, vista la sua particolare morfologia, non è
nuova a fenomeni temporaleschi a mesoscala di portata catastrofica
in particolare durante l'autunno. Normalmente questa categoria
di precipitazione è associata con un atmosfera condizionatamente
o convettivamente instabile, occasionalmente con una instabilità
simmetrica, responsabile della "slantwise convection"
in un area con moderato-forte shear verticale.
Durante il periodo estivo, abbastanza frequenti sono le formazioni
temporalesche termoconvettive favorite principalmente dalla
particolare conformazione della Calabria e della sua catena
montuosa che attraversa in lungo la regione facendo da confine
tra il mar Tirreno e lo Ionio.
Le situazioni termoconvettive risultano verificarsi con una
debole componente nei bassi strati dei venti che, risalendo
da opposti versanti, convergono lungo la sommità del
rilievo producendo nuvolosità e associati fenomeni. Raramente
è stato possibile notare anche formazioni temporalesche
di particolare rilevanza. Inoltre a volte è possibile
il verificarsi di fenomeni che oltre a distinguersi per l'intensità
possono essere particolarmente duraturi tanto da dare origine
a rovinose alluvioni-lampo.
In questo lavoro si vuol mettere in evidenza come l'evento duraturo
e intenso possa ricadere nel modello concettuale di Linea di
Convergenza. La Linea di Convergenza è un sistema a mesoscala
principalmente convettivo e in gran parte di natura dinamica,
difficilmente prevedibile dai modelli di previsione numerica.
La nuvolosità e le precipitazioni, stando al modello
concettuale, si dispongono lungo delle linee tanto da divenire
delle direttrici di movimento. La loro peculiarità è
appunto la stazionarietà per molte ore tanto da far assumere
ai fenomeni carattere di persistenza. Generalmente questi soggetti
sono stati notati con flussi deboli o al più moderati
da SW o NW. Anche il nubifragio di Crotone del 1996 pare essere
causato da una Linea di convergenza pre frontale inserita in
un flusso caldo umido da SW.
Analisi sinottica
Lo scenario meteorologico vede la presenza di un promontorio
anticiclonico sul Mediterraneo centro occidentale a coinvolgere
l'Italia settentrionale e l'Europa centrale. Una debole circolazione
ciclonica è presente sul settore Adriatico e al sud,
legata ad un minimo depressionario tra l'Egeo e i Balcani.
Aria debolmente umida ed instabile fluisce sulla Calabria come
mostrano i valori di umidità specifica e di ThetaE. Debole
è l'anomalia positiva di vorticità di Ertel. Il
campo di vento al suolo mostra una componente da NW sul Tirreno
e che diviene occidentale a ridosso delle coste lametine e vibonesi.
Prime celle convettive si vanno formando a largo della costa
durante le ore notturne come evidenziato dall'immagine satellitare
nel campo del visibile. Esse ricevono sostentamento energetico
da parte del calore del mare, in questo arco di tempo più
caldo della terraferma. E' presente un debole massimo di vento
a 300 hpa.
Flusso convergente
L'ipotesi che viene formulata è che l'attività
cumuliforme sviluppatasi durante la notte si sia potuta disporre
successivamente lungo una linea originatasi dal risultato di
una circolazione a mesoscala in cui la forma della costa e la
temperatura superficiale del mare hanno un effetto importante.
La morfologia del Golfo di Lamezia ha probabilmente causato
una deviazione dei venti nei bassi strati tanto da indurre una
confluenza forzata maggiore del flusso umido marittimo incanalato
verso l'entroterra. L'afflusso fresco e secco proveniente da
WNW alle quote medie troposferiche, come evidenziato da una
flessione del campo termico a 700 hpa, si è sovrapposto
a quello più caldo e relativamente umido da WSW tanto
da determinare un atmosfera potenzialmente instabile. Come risultato
della convergenza a basso livello si sviluppano moti verticali.
La mancanza di preziose immagini radar non ci permette di confermare
la formazione di supercelle in loco o se i fenomeni siano solo
il risultato di una attività convettiva che ha interagito
con l'orografia. Tuttavia si sono potute fare delle ipotesi.
La vorticità indotta dai rilievi, crescente con la quota,
unitamente al massimo di vento in quota, ha incrementato, in
accordo con l'equazione Omega, le velocità verticali,
favorendo un ulteriore propensione verso l'alto del temporale.
Il flusso in quota, più fresco e secco è da NW,
ragion per cui esisterebbe uno shear positivo del vento.
Il radiosondaggio "simulato" mostrerebbe una stratificazione
potenzialmente instabile dell'atmosfera con i valori degli indici
di stabilità piuttosto elevati. Ci sarebbero le premesse
per il verificarsi di fenomeni intensi.
Inoltre, la vorticità orizzontale associata con lo shear
del vento si è sommata alla vorticità orizzontale
associata con l'effetto di galleggiamento nell'updraft del sistema
convettivo, ragion per cui si è assistita ad un tilting
della configurazione nella direzione dello shear. Le supercelle
ad asse obliquo sono caratterizzate da una corrente ascensionale
caldo-umida inclinata sotto l'azione dei forti venti in quota.
Tale flusso ageostrofico non è ostacolata dai venti freddi
che discendono dall'interno della torre convettiva ragion per
cui si assiste ad una persistenza per più tempo della
linfa vitale dai bassi strati tanto che la supercella salirà
sempre più di quota.
Isolatosi dal flusso principale, il sistema convettivo è
continuamente autoalimentato per effetto degli scambi di calore
terra-aria. Anche l'orografia ha assunto un ruolo importante
con effetto di triggering sulla convezione controllandone l'evoluzione.
La linea di convergenza, può dunque essere vista come
una specie di onda stazionaria che, "batte" sulla
medesima zona per ore. Il Bulk Richardson Number (BRN), differenza
tra il CAPE e lo shear verticale è inferiore a 50. Il
range di valori compresi tra 10 e 50 è condizione favorevole
alla transizione del sistema convettivo a multicelle a un sistema
a lenta evoluzione.
Dati pluviometrici
L'evento precipitativo in esame si è contraddistinto
anche perché molto concentrato dal punto di vista spaziale
e temporale (fenomeni espletati in 4-5 ore). Come esempio si
riporta il dato pluviometrico di Vibo Valentia (totale di 202.6
mm) con quello di Mileto (2.2 mm) posta a circa 10 km di distanza.
Questo conferma come le interazioni a mesoscala siano molto
sensibili alle piccole variazioni nelle caratteristiche del
flusso. ll servizio di Protezione Civile della Calabria ha registrato
piogge di forte eccezionalità nella stazione pluviometrica
di Vibo Valentia e, sebbene in misura inferiore, in quella di
Pizzoni.
Conclusioni
L'intento di questo lavoro, non esaustivo e aperto ancora ad
ulteriori approfondimenti, è mostrare per sommi capi
come l'evento precipitativo in questione possa essere causato
da una Linea di Convergenza convettiva già causa, negli
anni passati di altre rovinose alluvioni-lampo.
Gli sforzi effettuati da Calabriameteo sui fenomeni violenti
si concentrano in gran parte per mettere in evidenza questi
tipi di situazioni al fine di realizzare modelli concettuali
che permettano di identificare l'evento e la sua evoluzione.
Francesco
Nucera
Responsabile settore Meteorologia Dinamica & Sinottica Calabriameteo
www.calabriameteo.it
20.07.2006
ore 09:47