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“Nuova
Cosenza” – Venerdì 19
novembre 2004 |
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Il
Presidente della commissione ecomafie Russo: “Troppe incongruenze
intorno alla Jolly Rosso”. Il WWF soddisfatto.
«Siamo
qui per capire cosa è successo». Paolo Russo, presidente
della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie, sintetizza
così l'obiettivo della due giorni cosentina dei deputati
impegnati nella difficile decifrazione del mistero della Jolly
Rosso. «La Procura di Paola - ha sostenuto Russo - sta
facendo un ottimo lavoro. A noi interessa capire come è
potuta accadere una vicenda del genere e come, a distanza di
troppi anni, questo sia diventato uno dei tanti segreti del
nostro Paese. La questione delle navi a perdere è un
problema nazionale ed internazionale. La vicenda della Jolly
Rosso è ovviamente un elemento di straordinaria centralità».
«Mi sembra di registrare - ha concluso Russo - un numero
eccessivo di circostanze particolarmente incongruenti sulle
quali sarà utile continuare a riflettere e continuare
a dare il massimo supporto a quanti stanno indagando».
Barillà: «Affondate decine di navi»
- «Trovano conferma i dati che noi abbiamo raccolto in
un esposto presentato alla commissione d'inchiesta sul ciclo
dei rifiuti». A sostenerlo è stato l'ex presidente
di Legambiente Calabria, Nuccio Barillà, attualmente
nel direttivo nazionale dell'associazione ambientalista, dopo
l'audizione davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta
sulle ecomafie che si sta occupando della vicenda della Jolly
Rosso. Secondo Barillà il traffico di rifiuti tossici
e nocivi sarebbe direttamente collegato al traffico di armi
che troverebbe nel mar Mediterraneo uno dei suoi principali
teatri. «In questo mare - ha detto Barillà - sono
state affondate decine di navi. L'inchiesta portata avanti dalla
Procura di Paola riprende una maxi inchiesta aperta da altre
cinque procure italiane che sta tentando di fare luce su queste
vicende».
Per il WWF “si cominci a lavorare sul serio”
- «Finalmente si comincia a lavorare sul serio per far
luce sul caso della Jolly Rosso». E' quanto afferma, in
una nota, il WWF, che sottolinea «i meriti della Procura
della repubblica di Paola e dell'on. Paolo Russo, presidente
della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti».
Nella nota l'associazione ambientalista ricorda «un altro
segnale importante: una decina di comuni e le Province di Cosenza
e Vibo Valentia hanno annunciato la costituzione di parte civile
nel processo. Il WWF, assieme a Legambiente, lo scorso 29 settembre
ha presentato alle Commissioni parlamentari competenti un dossier
sulle navi dei veleni. Sono 52 i relitti affondati nelle nostre
acque, con alcuni elementi comuni: navi vecchie di oltre trent'anni,
affondate in zone di mare profonde e dunque irrecuperabili,
con difficoltà nel risalire ai registri di carico e scarico.
Una vera e propria “rete”, un sistema comodo e senza
rischi per sbarazzarsi di rifiuti pericolosi, grande affare
per la criminalità organizzata, finora colpevolmente
tenuto sotto silenzio». «Chiediamo al Parlamento
e al Governo - afferma il WWF - di approfondire l' eventuale
ruolo della criminalità organizzata nel traffico illecito
di rifiuti via mare e di impegnarsi per garantire alla Procura
della Repubblica di Paola uomini e mezzi per la prosecuzione
delle indagini da parte del sostituto Francesco Greco. Nel dicembre
2005, infatti, i reati ipotizzati dalla Procura calabrese cadranno
in prescrizione».