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LE NOTIZIE
 
“Il Quotidiano della Calabria” – Giovedì 19 gennaio 2006 - pag. 16

 

L'inchiesta della Procura di Paola trova i riscontri alle dichiarazioni di un pentito


La Cunski affondata nel '92


Potrebbe esserci una stretta relazione con la Jolly Rosso

di PAOLO OROFINO

CETRARO - Cunski e Jolly Rosso, il nesso c'è. L'ipotesi della presenza di rifiuti tossici nella fascia del Tirreno cosentino, diventa ancor più inquietante. Nel puzzle disegnato dal sostituto procuratore di Paola, Francesco Greco, si inserisce, prepotente un ulteriore tassello oscuro. Il probabile ritrovamento della Cunski, la nave che scomparve all'improvviso nel 1992. La vicenda della Cunski potrebbe essere collegata all'intricata storia di un'altra motonave, la Jolly Rosso, arenatasi quindici anni fa, sulla costa amanteana.
Nello scorso mese di giugno un boss della Ndrangheta "pentito" in un memoriale inviato alla direzione nazionale antimafia, riferiva che questa nave, veniva affondata a largo di Cetraro, per conto della compagnia armatrice "Ignazio Messina" la stessa che mandò in giro per il Mediterraneo la Jolly Rosso, che si sospetta abbia trasportato scorie pericolose. Il collaboratore di Giustizia nella sua rivelazione sostiene che l'imbarcazione venne fatta colare a picco nell'ottobre del 1992 a pochi chilometri dal litorale cetrarese. Adesso due precisi elementi fanno ritenere che l'ex boss della mafia nel suo memoriale abbia scritto il vero: 1) nelle carte nautiche redatte nel febbraio del 1992, come ha giustamente osservato il pm Greco, non si fa alcun riferimento al relitto nei fondali a largo di Cetraro. Mentre ve n'è traccia nella carte nautiche dell'anno successivo; 2) nei giorni scorsi, i tecnici della Blue Teak, in collaborazione con la società Nautilus, di Vibo Valentia, a circa cinque miglia dalla costa di Cetraro ed a quttrocento metri di profondità, hanno rinvenuto un relitto di una motonave lunga tra gli ottantotto e i cento metri e larga dai quindici ai venti metri, che sono, più o meno, le dimensioni che aveva la Cunski, prima della sua misteriosa sparizione. I due dati di fatti, sono la coordinata temporale e geografica a supporto della deposizione del pentito, che, fra l'altro, nel suo racconto pubblicato in anteprima dal settimanale "L'espresso", fa esplicito riferimento all'illecito traffico di scorie radioattive caricate sulle cosiddette "navi a perdere" da affondare nel Mediterraneo.
"Per il momento - dichiara il sostituto procuratore Francesco Greco - non è il caso di produrre allarmismi che potrebbero rivelarsi infondati, giacché a tutt'oggi non c'è alcuna prova certa che dimostri che il relitto sommerso a largo di Cetraro, appartenga effettivamente alla Cunski, ovvero all'imbarcazione citata dall'ex boss. Potrebbe trattarsi, invece, di una nave affondata tanti anni fa il cui relitto è stato notato solo adesso". E se da un lato la cautela espressa dal magistrato inquirente, tende a rasserenare la gente del posto, dall'altro vi sono le anzidette inquietanti coincidenze che infondono timore e turbamento. Si ricorda, che il sofisticatissimo strumento said-scansonner, ha rilevato una macchia scura a circa trecento metri dalla nave squarciata in due. Si presume l'entità materiale captata sia il carico che l'imbarcazione affondata stava trasportando. Sarà fondamentale conoscere con precisione cosa ci sia realmente "dietro" la macchia oscura apparsa sui monitor dei tecnici incaricati dalla procura della Repubblica di Paola.
Il mistero della Jolly Rosso è ora quello della Cunski. I sospetti che ancora avvolgono la motonave che rimase incagliata nella spiaggia di Amantea, si trasmettono, sul relitto di Cetraro, attraverso l'anello che verosimilmente collega le due vicende, in cui compare la compagnia armatrice "Ignazio Messina".
"E' giunta l'ora di fare chiarezza sulla questione dei rifiuti tossici - si legge in una nota dell'associazione ambientalista Vas, di Cetraro - soprattutto alla luce delle nuove scoperte del sostituto procuratore di Paola, Francesco Greco". Il gruppo di volontari per la tutela dell'ambiente, ha encomiato la magistratura paolana "per il proficuo lavoro svolto sollecitando, altresì, i parlamentari dei Verdi a far approdare per l'ennesima volta, questa brutta vicenda, sulle scrivanie dei ministri competenti".

 

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