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“Calabria
Ora”
– Lunedì 18 agosto 2008 -
pag. 15 |
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Spiagge contese
Ridotti gli spazi liberi. Continue liti sugli arenili
«La
spiaggia contesa»: potrebbe essere il titolo
di un romanzo. Ma invece è la realtà che si vive
sulle spiagge di Capo Vaticano, l’affascinante promontorio
a cavallo tra il Golfo di Gioia Tauro e quello di Lamezia Terme,
e che si affaccia, come una balconata, sulle Isole Eolie. Per
gli abitanti del luogo, per i turisti ed anche per gli immigrati
che nel mese d’agosto fanno ritorno nei loro paesini,
andare a fare il bagno su quelle poche spiagge dalla sabbia
a chicchi bianchi che la furia degli uomini ha (ancora) lasciato, è ormai
diventata una vera e propria impresa.
C’è il pericolo di essere cacciati: a volte con
le buone maniere, a volte anche con le cattive. Spesso si litiga,
e spesso sono le forze dell’ordine a dover intervenire
per riportare la calma. Il motivo sarebbe da ricercare innanzitutto
nella chiusura di quasi tutti gli acessi al mare, e poi nella
maniera con cui vengono rilasciate le licenze dalle autorità competenti
agli operatori turistici. Succede, infatti – denunciano
in tanti – che oltre alla parte assegnata dalle autorità,
gli operatori si sentano padroni anche di quei pochi spazi
che dovrebbero intendersi liberi, facendo di tutto per allontanare
gli “avventori” servendosi talvolta di personale
assunto stagionalmente e a volte di qualche immigrato, il quale
va ripetendo «il padrone non vuole».
In alcuni casi, si è arrivati finanche all’assurdo:
non vengono lasciati liberi quei cinque metri che dal bagnasciuga
vanno all’arenile, per il normale transito dei bagnanti.
Una famiglia di turisti, nei giorni scorsi, è stata
costretta a rivolgersi alle forze dell’ordine per essere
stata scacciata, rea di aver steso un asciugamano sulla sabbia
per sdraiarsi al sole. «Con il tanto da fare e il poco
personale a disposizione – dicono i tutori dell’ordine – non
possiamo stare sempre sulle spiagge a sedare i litigi».
A questo punto bisogna riconoscere che forse aveva ragione
quel “Robin Hood” di Tremonti, quando annunciò che
intendeva vendere le spiagge per fare cassa. Ma a pensarci
bene, non ce ne sarebbe nemmeno bisogno perché in un
simile clima – come dicono a Napoli – una laurea
ed un sigaro non si nega a nessuno…
Della questione, pare che oltre alle forze dell’ordine,
sia stato investito anche il presidente della giunta regionale
Agazio Loiero, il quale sensibile com’è nel chiedere
scusa ai turisti, chissà che non si ponga la domanda
se il calo delle presenze turistiche registrate quest’anno
in Calabria, e nel Vibonese in particolare, non sia dovuto
anche a questa nuova forma di “Far West” che ancora,
purtroppo, riaffiora in una terra in cui l’affermazione
delle regole democratiche si allontana sempre più per
via di quegli atteggiamenti disdicevoli che dall’alto
vanno in basso e viceversa.
Michele
Garrì