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LE NOTIZIE
 
“Il Quotidiano della Calabria” – Mercoledì 18 gennaio 2006 - pag. 11

 

Individuato dai tecnici al largo di Cetraro nell’ambito dell’inchiesta Nettuno

Un altro relitto nel Tirreno

Incoraggiamento di Loiero alla Procura di Paola

CETRARO – Una misteriosa macchia scura negli abissi. Ancora non si è riuscito a capire di che cosa si tratti. Si sa solo che l’inquietante presenza è legata ad un relitto di una nave affondata a largo di Cetraro. Una nave lunga tra gli ottantotto e i cento metri e larga dai quindici ai venti metri, individuata dai tecnici della società Blue Teak al largo di Cetraro, a quattro cinque miglia dalla costa e a circa quattrocento metri di profondità. La scoperta è avvenuta nel corso dell’inchiesta “Nettuno” avviata dal sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Paola, Francesco Greco, sullo stato di salute del mare. Dagli accertamenti, che sono stati eseguiti utilizzando uno strumento sofisticatissimo said-scansonner, risulta che la nave sarebbe squarciata nel centro e nel raggio di trecento metri è stata rilevata la presenza di una misteriosa macchia nera. L’attenzione del pm Greco è, ora, puntata proprio su questa rilevazione e nei prossimi giorni si cercherà di sapere qualcosa di più su ciò che si trova sul fondo marino nelle vicinanze del relitto. Per il momento si può solo supporre che l’ente materiale rilevato dagli strumenti sia il carico che la nave stava trasportando prima dell’affondamento. «E’ assai inquietante – ha sostenuto Greco – che nelle carte nautiche del 1992 non si faccia riferimento a tale corpo estraneo e solo un anno dopo, nel 1993 si parla di relitto misterioso». La particolare attività investigativa è partita conseguentemente alle dichiarazioni di un pentito, riportate dal settimanale “L’Espresso”, in cui si fa riferimento alle “navi a perdere”, utilizzate cioè per lo smaltimento in mare di rifiuti “scomodi”. Il pentito riferisce di una nave colata a picco nell’anno 1992. Una vicenda che si collega, forse, ad altre navi misteriosamente affondate nel Mediterraneo, imbarcazioni che trasportavano rifiuti tossici e pericolosi, fatti sparire negli abissi.
A largo di Belvedere, inoltre, a dieci miglia dalla costa e a cinquecento metri di profondità, sempre nel corso delle indagini, è stata rilevata la presenza di un corpo definito estraneo di circa centoventisei metri. Non è escluso che possa trattarsi di un’altra motonave. Sui relitti rinvenuti a largo di Cetraro e Belvedere sono necessari ulteriori accertamenti che saranno presto eseguiti.
«Il lavoro della Procura di Paola, impegnato a dare certezze e serenità ai calabresi preoccupati per un possibile inquinamento del mare dovuto all’affondamento di navi con rifiuti tossici, è apprezzabile e va incoraggiato». Questa è stata la dichiarazione del presidente della giunta regionale, Agazio Loiero, dopo il ritrovamento di un’altra nave affondata. Secondo Loiero «c’è da augurarsi solo che non si tratti di navigli porta-scorie e che il Tirreno casentino non sia realmente quella pattumiera di veleni di cui sempre più si parla».
«A questo punto – aggiunge Loiero – bisogna fare chiarezza e presto, sperando di fugare allarmi e paure. Come Regione saremo vigili e interverremo ogni volta che sarà necessario con l’obiettivo di ridare tranquillità ai cittadini».
E quando si fa riferimento alle cosiddette navi “pattumiere” agli abitanti della costa tirrenica calabrese viene subito in mente la “Jolly Rosso” la motonave arenatasi sulla costa di Amantea quindici anni fa, la cui storia è ancora avvolta nel mistero.

p.o.

 

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