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“Calabria
Ora” – Mercoledì 17 gennaio 2007 -
pag. 9 |
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Ruspe
sull’ecomostro
COPANELLO
(Cz) - Baia di Copanello, Stalettì. Il robusto braccio
meccanico di un bobcat comincia a demolire il famigerato ''alveare''
davanti a mille occhi morbosamente curiosi.
Sono le 12 e 15. Un paio di centinaia di metri più sotto
il mar Jonio s’infrange stancamente su una delle scogliere
più suggestive del Belpaese. Con vista mozzafiato protetta
da decine di pini marittimi dall’età indefinita.
E la chiesetta cassiodorea di San Martino incastonata tra le
rocce a due passi. È un martedì d’inverno
ma sa d’estate. Specie nei pressi della tenda allestita
a sala-stampa, con il gonfalone della Regione Calabria a festa
e le hostess a sistemare giornalisti, politici, sindaci, ambientalisti,
forze di ogni polizia, scolaresche e residenti. Una calca di
300 persone che comincia a formarsi dalle nove del mattino,
come se dovesse strappare l’autografo a una rockstar,
e invece non vede l’ora di sentir “cantare”
il motore di una ruspa.
ALLEGRA PARATA Tra le autorità, presenze
svariate. La Regione vanta la più corposa. Il presidente
Loiero, accompagnato dagli assessori Tripodi (Urbanistica) e
Tommasi (Ambiente), fa gli onori di casa. Del resto, qui, è
di casa. Ha una bella villa dieci chilometri più su,
poco lontana dal centro di Stalettì, perciò quasi
offusca il sindaco Narciso, bardato con la fascia tricolore
e l’orgoglio di chi negli ultimi sei mesi ha fatto i salti
mortali per accelerare l’iter burocratico. Sbucano altri
assessori, Pirillo (Forestazione) e Incarnato (Lavori pubblici).
Scherzano tra loro, e il primo invita il secondo a sedersi sulle
sue ginocchia quando lo show si sposta in sala e si apre la
caccia al posto. A seguire il gruppetto di consiglieri catanzaresi
(Pino Guerriero, Pierino Amato e Mimmo Tallini), il capo di
gabinetto della giunta Michele Lanzo e Ciccio Mirante, direttore
generale del Dipartimento dei lavori pubblici. C’è
pure una rappresentanza della Prefettura guidata da Sebastiano
Cento, il procuratore Mariano Lombardi e il vice sindaco (e
assessore ai Lavori pubblici) Tassoni a rappresentare l’amministrazione
del capoluogo. Ci sono i bimbi di una scuola materna, i Verdi
che urlano di gioia quando arriva il ministro Pecoraro Scanio,
il giallo di Legambiente ovunque, e chi si è arrampicato
in cima all’alveare armato di qualsiasi cosa possa servire
a strappare una foto-ricordo a quello che via via assume i contorni
di un evento storico. E poi i media, quelli che di solito si
muovono solo quando la ‘ndrangheta uccide, cronisti e
fotografi, tutti in coda alla Rai, Giannantonio Stella del Corsera,
tante tv locali, radio e siti web. L’ambientalismo vincente
mette il buon umore addosso, e oggi sono tutti allegri.
UNA STORIA VERGOGNOSA L’alveare salta
fuori nel 1984. A realizzarlo è un costruttore scomparso
di recente, Rino Lo Pilato. Lo fa con regolare concessione edilizia,
come già fatto per altri residence della zona, e come
da queste parti hanno fatto tra gli anni ‘60 e gli anni
‘80 tutti quelli che ancora oggi vanno in vacanza nelle
ville e nelle palazzine sorte tra le spiagge e le scogliere
di Copanello, Torrazzo, Caminia e Pietragrande. In barba a leggi
e ambiente. Ma i lavori non verranno mai completati, perché
il parere positivo della Soprintendenza al ramo non verrà
mai concesso. Passeranno più di 20 anni. L’ecomostro
della baia di Copanello diventerà il simbolo della Calabria
senza regole, con interessi poco legali più o meno velati
che ne impediranno a lungo la demolizione e vane promesse istituzionali
di contorno. Fino ai giorni nostri.
CHAMPAGNE! A fine conferenza l’attenzione
finisce attorno a una bottiglia di spumante (ma qualcuno tra
la folla è convinto che sia champagne) da fracassare
contro un vecchio pilastro a cui è legata con un nastro.
Agazio Loiero e Alfonso Pecoraro Scanio ci provano un paio di
volte, ma la bottiglia rimbalza come se fosse di gomma. Alla
terza ci riesce il ministro. Piovono applausi, bruscamente interrotti
dai vigili ausiliari reclutati dal Comune di Stalettì
che invitano ad allontanarsi. Lo spettacolo sta per cominciare.
E da ieri andrà avanti per mesi, a colpi di pala meccanica,
con l’obiettivo dichiarato di ripulire l’area prima
della prossima stagione estiva.
Ivan
Montesano
Legambiente:
continuare così
«Questa
demolizione arriva a coronare anni di battaglie per il ripristino
della legalità ambientale in luoghi di pregio, ma devastati
dal fenomeno dell’abusivismo». Lo ha dichiarato
Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente.
«Speriamo che le ruspe non si fermino a Copanello –
è l’auspicio di Ferrante – perché
è piuttosto lungo l’elenco dei manufatti illegali
che costellano la regione».