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“Il Quotidiano della Calabria” – Mercoledì 17 gennaio 2007 - pag. 4

 

Parte la demolizione del complesso abusivo di Copanello, un gigante di 16.000 metri cubi di cemento armato

La rivincita della scogliera

Alle 12,16 il primo colpo. Alle 12,18 il crollo del primo solaio salutato da un applauso


STALETTI’ (Catanzaro) – La bottiglia di spumante si frantuma contro il pilastro solo quando il ministro per le Politiche ambientali, Alfonso Pecoraro Scanio, l’afferra per la quarta volta e la infrange contro il cemento. Solo allora, dopo i tentativi andati a vuoto le bollicine “esplodono”. E con loro la rivincita della scogliera di Copanello, la rivincita di una regione intera in nome della legalità.
La condanna a morte dell’ecomostro di Stalettì è appena iniziata. Nell’arco di 15 minuti una serie di bendate, inferte in rapida successione, riducono l’ala ovest dell’ecomostro, uno scheletro di 16.000 metri cubi di cemento armato, ad un cumulo di macerie. Una, due, tre, e così via, e un polverone si staglia contro l’azzurro del cielo che in quel tratto sembra confondersi con l’azzurro del Mar Ionio, avvolgendo un intero piano dell’ “alveare”.
La mattina dedicata all’abbattimento dell’ecomostro, inizia presto. Alle 9,40 l’elicottero della Guardia di Finanza sorvola la zona. Il traffico proveniente da Catanzaro e da Noverato viene bloccato dalle forze dell’ordine per permettere un regolare deflusso verso la scogliera.
Tra i tornanti che portano a mare, giù verso quella caletta raggiungibile solo con la barca, è un via vai di gente. Tra loro anche una scolaresca.
Nessuno, proprio nessuno vuole perdersi l’evento. I più scendono a piedi. Nell’aria è un vociare di commenti. Loro, quelli che da sempre si sono battuti per l’abbattimento dell’ecomostro, associazioni ambientaliste in primis, sono lì, nei pressi dei resti della chiesetta di San Martino già dalle prime ore della mattina. Sistemano gli striscioni, consegnano cappellini gialli e verdi, preparano tutto per l’arrivo delle ruspe. Vigilano a che il programma della giornata, stilato alcuni giorni fa, venga rispettato nel migliore dei modi. Del resto, da ben 27 anni aspettano che quella “ferita inferta al paesaggio” venga sanata.
Tutto merita di essere festeggiato, di essere celebrato. E quella bottiglia di spumante che penzola dal primo piano dell’ala ovest dello scheletro di cemento armato, ne è una riprova. Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero arriva in orario. Sorride, non si nega a chi vuole stringergli la mano. E’ felice e non fa nulla per nasconderlo: la crisi, i dissapori degli ultimi tempi sembrano lontani mille miglia.
La tabella di marcia impone che si dia arrivo alla conferenza. Arriva anche il ministro Pecoraro Scanio e l’elicottero continua a sorvolare la zona. La stampa e gli ospiti vengono fatti accomodare in una tenda allestita per l’occasione proprio di fronte alla struttura che aspetta di morire. Alle 11,30 minuto più minuto meno si inizia. Il saluto del presidente della Regione, Agazio Loiero, l’intervento del ministro e poi, tutti fuori per assistere all’esecuzione della condanna a morte di quello che tra qualche mese sarà ricordato come l’ex villaggio Lo Pilato.
Il varo della bottiglia precede il polverone al quale segue un lungo applauso. In poco più di venti minuti tutto finisce. Si proseguirà nei prossimi giorni.
Poi, archiviata la fase dell’abbattimento bisognerà passare a quella che riguarderà la riqualificazione dell’area perché non resti traccia di quello che fu un “gigante” di 16.000 metri cubi di cemento.


Teresa Aloi

 

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