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“Il Quotidiano della Calabria” – Domenica 16 novembre 2008 - pag. 21

 

Ricadi. Le testimonianze della vittima e la solidarietà di politici, associazioni e cittadini


Le istituzioni vicine a Saragò


Consiglio comunale aperto dopo gli episodi criminosi

RICADI – Una sala consiliare colma fino all’inverosimile. Tanta gente, tanti semplici cittadini, tanti amministratori locali, provinciali e regionali a voler dimostrare, con la loro presenza, il totale rifiuto di qualsiasi logica mafiosa nonché la piena e solidale vicinanza a Franco Saragò, vittima recentemente di un vile attentato criminoso.
Un pubblico incontro il cui tema “a difesa della libertà e democrazia delle Nostre Comunità”, coinvolge l’intera popolazione. Emblematico, al riguardo, il messaggio inequivocabile che il circolo Legambiente di Reggio Calabria ha fatto pervenire attraverso un manifesto con su scritto: “No allo smog mafioso per il bene della comunità”.
La manifestazione è stata promossa dal locale circolo Legambiente e dall’amministrazione comunale di Ricadi a seguito degli atti intimidatori che si sono registrati a Santa Domenica nei giorni scorsi. Un vero e proprio raid notturno che ha lasciato sul campo pesanti danni ad un escavatore ed a tre autovetture oltre che ad un fabbricato. Danni ingenti sono stati cagionati a Franco Saragò, 40 anni, responsabile dell’Ufficio energetico della provincia di Vibo Valentia, amministratore regionale Legambiente, Presidente ATC Vv2, nonché componente del consiglio direttivo dell’ente Parco regionale delle Serre.
Completamente bruciate, infatti, due sue autovetture parcheggiate di fianco la sua abitazione. Notevoli anche i danni che le fiamme e il fumo hanno provocato alla abitazione di Saragò ed a quella della anziana madre, che abita nell’appartamento sottostante quello del figlio, con alcune finestre completamente bruciate, impianto elettrico e interni dell’abitazione gravemente danneggiati. Franco Saragò è tenacemente impegnato da anni, assieme ai componenti il circolo Legambiente di Santa Domenica, nel contrasto all’abusivismo edilizio e, in generale, nella salvaguardia dell’ambiente.
L’incontro è stato introdotto e moderato brillantemente dal giornalista Pietro Comito, il quale, nell’elogiare l’encomiabile attività di polizia svolta dal comandante della locale stazione dei carabinieri di Spilinga, Francesco Cocciolo, ha da subito rilevato come «l’atto intimidatorio sia stato compiuto nei confronti di chi ha avuto il coraggio di denunciare, di chi ha dato tanto per questo territorio, di chi non si è piegato all’illegalità. Il messaggio che deve filtrare da questa manifestazione – ha aggiunto – è che Franco non è solo. Siamo in un territorio che è il crocevia degli interessi delle cosche. Ma vi è anche la presenza di associazioni, come Legambiente, che hanno fatto e stanno facendo molto».
Nel suo intervento, il sindaco di Ricadi, Domenico Laria, ha evidenziato la necessità di avere una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, aggiungendo che «un grosso sforzo lo dobbiamo fare noi come amministratori e come cittadini, denunciando chi delinque».
Per il presidente regionale Legambiente, Nino Morabito, «una comunità si ritrova qui con uno dei suoi figli per una battaglia comune. Non si può perdere – ha aggiunto Morabito – quel legame forte che ci fa essere comunità, che poi è il cuore della battaglia ambientalista. Legambiente ha sempre lavorato per la comunità, per l’interesse generale, mai per chi fa gli interessi particolari».
In rappresentanza del locale circolo Legambiente, Osvaldo Giofrè ha messo in evidenza come «l’obiettivo del circolo sia stato sempre quello di diffondere la legalità collaborando con le istituzioni, in particolare coinvolgendo i ragazzi delle scuole attraverso varie campagne di sensibilizzazione».
Il tema della lotta alla mafia è stato rimarcato da Lorenzo Passaniti, componente del comitato scientifico di Legambiente, per il quale il messaggio lanciato a Franco Saragò con l’atto intimidatorio è «Stai attento per quello che hai fatto in passato e per quello che intendi fare in futuro. E’ importante – ha dichiarato Passaniti – inaugurare un osservatorio sulla legalità, affinché le battaglie condotte non vadano perse».
Il consigliere regionale Antonio Borello ha rilevato che «l’attacco perpetrato ai danni di Franco Saragò è di estrema gravità, e perciò bisogna tutelare l’esigenza di poter agire in libertà». L’assessore provinciale all’ambiente, Francesco Marcianò, ha invece sottolineato che «quanto accaduto non è un fatto che riguarda solo Legambiente, ma tutta la popolazione. Queste intimidazioni – ha concluso – non freneranno il nostro agire».
Dal canto suo, Michele Mirabello, assessore provinciale alla cultura, ha dichiarato che «è importante costruire un tessuto politico-culturale improntato alla legalità, altrimenti questi episodi non scompariranno».
Presente all’incontro anche l’ex deputato Domenico Romano Carratelli. «Il mafioso – ha detto – deve sapere che la democrazia e la legalità prevarranno. Manifestazione di questo tipo, che molti ritengono essere superficiali, sono invece molto importanti, perché danno la dimostrazione concreta della vicinanza a chi contrasta l’illegalità».
Il presidente regionale del Wwf, Pino Paolillo, ha fatto presente che «in Calabria il mafioso è visto come una persona che si fa rispettare, mentre uno come Franco è invece considerato un rompiscatole. E’ indispensabile, - ha concluso – estirpare la cultura della mafiosità».
Particolarmente sentito l’intervento del sindaco di Vibo Valentia, Franco Sammarco, anch’egli in passato vittima di un attentato intimidatorio. Nel farsi portavoce della vicinanza a Saragò da parte del senatore Franco Bevilacqua, assente per impegni istituzionali, ha dichiarato che «bisogna saper distinguere tra buoni amministratori ed amministratori collusi con la mafia. Si deve migliorare la qualità della politica e amministrare con regole certe, con la partecipazione attiva della popolazione».
Per il presidente dell’amministrazione provinciale di Vibo, Francesco De Nisi, «dobbiamo essere più vicini a questo territorio di Capo Vaticano, molto esposto agli interessi mafiosi. Nei processi di mafia – ha garantito – proporrò che la provincia, assieme ai comuni, si costituisca parte civile».
In conclusione, Nuccio Barillà, della direzione nazionale di Legambiente, ha evidenziato che «questa è una manifestazione che ha un alto valore civile e culturale. La partita in Calabria oggi è difficile, c’è la presenza della ‘ndrangheta nelle istituzioni. La ‘ndrangheta è locale, globale, tradizionale e moderna. L’ecomafia – ha denunciato Barillà – ha trovato terreno fertile proprio a Vibo. Tutti i dati ci informano che la Calabria sta diventando la nuova Campania. Possono bruciare le nostre macchine – ha concluso – ma non le nostre idee. Vi è qui anche un’altra Calabria, dei giovani di Locri, di Legambiente, di chi lotta per la legalità».
Hanno voluto esprimere la loro vicinanza e solidarietà a Franco Saragò anche l’ingegnere Filippo Mobrici (ordine regionale degli ingegneri), i sindacalisti Sergio Pititto (Cisl), Luciano Prestia (Uil), Donatella Bruni (Cgil), Girolamo Pungitore (Presidente consorzio per lo sviluppo della costa tirrenica).
Presenti pure i sindaci Suppa (Francica), Aurelio Rombolà (Drapia), Pasquale Fera (Presidente Comunità montana), l’ex assessore provinciale Matteo Malerba, il comandante della stazione dei carabinieri di Spilinga, maresciallo Francesco Cocciolo, il comandante dell’ufficio locale marittimo di Tropea, Pino Colloca, e il presidente della sezione turismo Confindustria di Vibo, Pino Giuliano.
Nel suo saluto conclusivo, Franco Saragò, visibilmente commosso per la calorosa e sincera vicinanza dimostratagli dai tanti convenuti e, nei giorni scorsi, da amici e conoscenti, ha voluto ricordare quelle persone che, «pur rimanendo nell’ombra, contribuiscono significativamente alla crescita culturale e sociale della nostra terra. E’ intenzione mia e dei tanti soci e simpatizzanti Legambiente – ha concluso Saragò – continuare la battaglia a tutela dell’ambiente e della legalità».

Alessandro Vicari

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