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LE NOTIZIE
 
“Calabria Ora” – Sabato 15 dicembre 2007 - pag. 37

 

Gli animali erano morti, ma lui riscuoteva la retta


Deferito il gestore di un canile a Capo Vaticano:
stava truffando alcuni Comuni

I cani erano morti chissà da quanto tempo, ma il titolare del canile dove erano stati ricoverati, faceva pagare ugualmente la retta ai Comuni. A troncare l’ingegnoso raggiro sono stati i carabinieri della Compagnia di Tropea diretti dal capitano Ivan Riccio i quali, al momento, hanno denunciato il gestore della struttura per truffa aggravata. Protagonista della vicenda, un noto tour operator di Capo Vaticano, l’affascinante promontorio sulla costa vibonese, titolare oltre che di una struttura turistica per il soggiorno di persone, anche di una per il ricovero dei cani dei clienti e di quelli randagi a spese dei Comuni. La truffa è venuta a galla in seguito ad un controllo dei militari dell’Arma della stazione di Spilinga, competenti per territorio che, unitamente ai Nas, sono soliti fare delle “visite” alle strutture ricettive per questioni di natura ambientale. Ed è stato appunto nel corso di uno di questi controlli che è stata scoperta la truffa. “Libro dei ricoveri” in mano, il maresciallo Francesco Cocciolo ha notato che per quanto riguardava un Comune, quello di Rombiolo, risultava presente soltanto un cane. Cosa che gli è sembrata strana. Ed infatti, nel telefonare al responsabile del servizio veterinario, è stato scoperto che a carico del Comune di Rombiolo risultavano ricoverati molti più cani. Ma c’è dell’altro: durante i controlli i militari hanno scoperto che la sporcizia prodotta dagli “amici a quattro zampe” veniva sotterrata in una fossa unitamente ai cadaveri delle povere bestiole di cui non veniva redatto nessun certificato di morte né di sepoltura come prescrive la legge. Cose che potrebbero far scattare altre denunce, ovvero quella per occultamento di cadavere e per inquinamento ambientale.
Le indagini proseguono per accertare se si tratti di una vicenda isolata, oppure di un vasto traffico che ha come protagonisti i titolari di canili e come vittime i Comuni e i cosiddetti amici dell’uomo. Non ci sarebbe da meravigliarsi. Non è la prima volta che qualche furbacchione continua a riscuotere la pensione dell’estinto che dalle carte risulta ancora in vita, come i cani di Capo Vaticano…

Arcangelo Migar

 

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