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“Il
Quotidiano della Calabria” – Domenica
14 dicembre 2008 - pag. 58 |
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Campagna di Legambiente, che ricorda Natale
De Grazia
Verità sulle
navi dei veleni
REGGIO CALABRIA – L’indagine sulle navi dei veleni è rimasta “arenata”,
a chiedere di far luce sui presunti affondamenti di navi cariche
di rifiuti tossici è il “Comitato per la verità”,
promosso da Legambiente, che è stato presentato ieri
pomeriggio nella sala “Giuditta Levato” del Consiglio
regionale.
Una data simbolica, quella del 13 dicembre, anniversario della
misteriosa morte del giovane capitano di corvetta Natale De
Grazia, al quale si chiede al Comune di intitolare una via
adiacente al Porto.
De Grazia, un ufficiale della Capitaneria di porto reggina
che collaborava con il pool della Procura che si occupava di
traffico di rifiuti tossici verso il Sud d’Italia, il
13 dicembre 1995 si stava recando in segreto a La Spezia, accompagnato
in automobile da due carabinieri, per aggiungere un tassello
importante all’inchiesta. Si accasciò in macchina,
dopo una sosta per la cena in un ristorante.
Le perizie decretarono “arresto cardiocircolatorio”,
ma nel 2004 il Presidente della Repubblica gli assegnò la
medaglia d’oro “alla memoria” al merito di
Marina. Tredici anni dopo, è ora che anche la sua città lo
ricordi.
«Come una fiumara carsica – ha affermato Nuccio Barillà,
direttivo nazionale Legambiente – a volte arrivano in
superficie delle inchieste che riguardano il traffico di rifiuti
radioattivi, le navi dei veleni in particolare, che hanno solcato
il Mediterraneo tra gli anni ’80 e ’90 col loro
carico di morte».
«Faremo di tutto – ha assicurato Enrico Fontana, osservatorio
nazionale ambiente e legalità Legambiente – perché non
scenda il silenzio da parte di chi, governo e Parlamento, devono
sentire lo stesso debito che proviamo nei confronti di Natale
De Grazia».
Queste le richieste di Fontana: monitoraggi nelle aree in cui
si sospetta vi siano stati gli affondamenti delle navi a perdere,
pianificare immediatamente un’operazione di pace per
accertare se davvero in Somalia sono stati sepolti rifiuti,
istituire la commissione d’inchiesta sulla morte di Ilaria
Alpi e Miran Hrovatin.
«Il Parlamento – ha concluso – sta discutendo il
disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, proponiamo
di inserire nei delitti per cui si potranno continuare ad utilizzare
le intercettazioni telefoniche anche quello di organizzazione
di traffico illecito di rifiuti. Se questo strumento fosse
stato a disposizione di magistrati come Francesco Neri quando
indagavano ormai quattordici anni fa, oggi la verità sarebbe
più vicina».
«All’epoca – ha ricordato il magistrato Neri – si
procedeva per reati contravvenzionali. Occorre introdurre il
delitto di disastro ambientale, inteso anche come tutela dell’ambiente
marino, per colmare una lacuna. Solo le norme internazionali
vietano questa pratica. A mio giudizio, inoltre, diffondere
in mare rifiuti radioattivi, non è solo mafia, costituisce
un crimine contro l’umanità».
Indagini dunque, ma anche norme più chiare, come auspicato
dal senatore Luigi De Sena, componente della Commissione antimafia: «L’attività parlamentare
e quindi l’attività legislativa nel settore dei
rifiuti dev’essere indirizzata alla chiarezza del testo
normativo in modo tale che gli operatori del settore, quelli
che sono persone per bene, siano in condizioni di operare rispettando
la norma. Altrimenti si privilegia il malaffare, e qui in effetti
si potrebbe parlare di una criminogenesi della legislazione».
«E’ bello – è stato il commento della vedova
De Grazia, Anna Vespia – che l’iniziativa sia stata
organizzata proprio nell’anniversario della morte di
mio marito. Sono passati tredici anni ma le verità che
lui cercava non sono emerse, sono rimaste a fondo con le navi.
Forse non c’è stata la volontà di portarle
a galla».
Fabio Papalia