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“Calabria
Ora” – Venerdì
14 novembre 2008 - pag. 34 |
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Franco
Saragò non è solo
Domani mattina manifestazione nella sede municipale
«Legambiente e l’amministrazione comunale di Ricadi,
esprimono piena solidarietà a Franco Saragò ed
alla sua famiglia, condannando il vile attentato perpetrato
nella notte del 10 novembre 2008. Attentato subito da Franco
Saragò, oltre ad un imprenditore edile locale ed un
cittadino slavo, ma rivolto a tutta la cittadinanza e teso
ad imbavagliare le coscienze di chi, come Franco Saragò,
ha a cuore il bene di questo territorio e vive alla ricerca
della legalità perduta». E’ quanto si legge
in una nota diffusa congiuntamente da Legambiente e dal Comune
di Ricadi guidato dal sindaco Domenico Laria. «Già nel
passato questa comunità – si legge ancora – è stata
scossa da simili episodi criminosi, in un continuo crescendo
fino a colpire anche quanti difendono strenuamente la nostra
terra per ridarle la bellezza e la vivibilità d’un
tempo. Ciò che dovrebbe essere il desiderio di tutti
noi che qui viviamo e sogniamo un futuro migliore, uscendo
da questo sonno profondo delle coscienze». Per ribadire
ciò, domani mattina, alle 10.30, nella sala consiliare
del Comune di Ricadi, si terrà un pubblico incontro
al quale è invitata a partecipare l’intera comunità provinciale,
oltre alle autorità politiche, militari e religiose, «a
difesa – conclude la nota – della libertà e
democrazia delle nostre comunità».
Ad esprimere solidarietà a Franco Saragò per
il vile attentato subito è anche l’onorevole Domenico
Romano Carratelli, già sottosegretario alla Difesa: «Ai
suoi danni è stato compiuto un gesto inqualificabile,
che suona come un’offesa imperdonabile per tutte le persone
perbene di questa provincia che si battono in prima linea per
un ideale di giustizia sociale e di difesa del territorio».
Dello stesso tenore le parole di Teresa Saeli, presidente provinciale
delle Acli: «Rimaniamo esterrefatti – sottolinea – di
fronte ad un fatto di inaudita gravità, che ci dimostra
come la “società contraria”, quella “della
morte” intenda condizionare l’esistenza della società civile,
che lavora onestamente ed impegnata per rendere migliore la
vita dei nostri figli».